Come possiamo camminare dignitosamente?

23 Aprile 2023

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Riprendiamo oggi la serie sul tema dell’anno “Pronti per il ritorno del Re” e siamo a metà del capitolo 4 di 1 Tessalonicesi, che è dedicato a una serie di incoraggiamenti per i credenti di Tessalonica a crescere ulteriormente nella loro fede. In questo capitolo Paolo sottolinea in particolare l’importanza della purezza sessuale e la necessità che i credenti vivano una vita pacifica, educata e produttiva.

Paolo aveva insegnato loro che la venuta di Gesù era imminente. I credenti di Tessalonica erano così eccitati ed entusiasti all’idea che Gesù Cristo stesse per tornare, che alcuni lasciarono il lavoro e vendettero i loro beni. Poi scoprirono che il Signore non sarebbe tornato così presto come pensavano. Questo portò purtroppo i credenti a vivere una vita poco bilanciata.

A una lettura superficiale, le parole di Paolo sembrano essere quelle di un docente molto esigente che scrive sul giudizio dell’allievo: “Ha un profitto discreto. Potrebbe applicarsi di più”. E potremmo facilmente arrivare a pensare che sia proprio così anche Dio. Non è mai soddisfatto di noi? Continua a guardarci criticamente, pensando che potremmo fare di meglio?

Assolutamente no! Non è che 25 anni di duro lavoro per migliorare il nostro carattere ci rendano più pronti per entrare in paradiso, rispetto al giorno in cui abbiamo accolto Gesù Cristo nella nostra vita. È solo e unicamente la nostra fede in Cristo che ci salva e ci rende degni di essere figli di Dio. Ma ciò che Paolo vuole dirci, è che Dio desidera vedere l’enorme potenziale, che Lui stesso ha messo in noi, essere sviluppato e utilizzato al meglio.

Tutte le esortazioni di Paolo non sono una critica, bensì uno stimolo a migliorare. Dio desidera vederci crescere spiritualmente perché sa che, tramite lo Spirito Santo che ci rinnova, abbiamo il potenziale di ottenere un ottimo profitto nella nostra vita spirituale. Riesci anche tu a vedere l’enorme potenziale che Dio ha messo in te, così come Dio lo vede?

Abbondate nell’amore fraterno

Quanto all’amore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell’intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più. (1Tessalonicesi 4:9-10)

Nella mia carriera scolastica ho quasi sempre cercato di fare solo il minimo indispensabile e oggi in parte me ne pento. Ci sono alcune materie nelle quali vorrei essermi impegnato maggiormente e non vorrei commettere lo stesso errore nella mia vita spirituale. Uno degli ambiti nei quali noi tutti corriamo il rischio di fare solo il minimo indispensabile riguarda l’”amore fraterno”, ovvero il prenderci amorevolmente cura gli uni degli altri.

Paolo afferma che i Tessalonicesi avevano “imparato da Dio” a farlo. Ed è così per due motivi. Il primo è perché è stato Gesù stesso ad insegnarcelo dicendo:

Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. (Giovanni 13:34)

E il secondo è, come Paolo ci ricorda nella lettera ai Romani:

Perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. (Romani 5:5)

Amare gli altri non è qualcosa che ci risulta naturale, ma se ascoltiamo come la Parola di Dio ci parla e se permettiamo allo Spirito Santo di operare nei nostri cuori, allora questa qualità, che rispecchia l’immagine di Dio che è in noi, potrà essere sviluppata.

Al versetto dieci Paolo aggiunge: “Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più”. Queste parole sono da leggere nel senso di: “State facendo molto bene, ma so che in voi c’è il potenziale per fare ancora meglio. Impegnatevi a crescere in questo ambito”. E sono certo che avesse in mente cose del tipo: “Servite gli uni agli altri” (Galati 5:13), “Perdonandovi a vicenda” (Efesini 4:32), “Siate ospitali gli uni verso gli altri” (1 Pietro 4:9), “Portate i pesi gli uni degli altri” (Galati 6:2), “Non giudichiamo più gli uni gli altri” (Romani 14:13), “Non mentite gli uni agli altri” (Colossesi 3:9).

Non arriveremo mai a fare tutto ciò alla perfezione, ma Dio ha già messo in noi il potenziale per amarci gli uni gli altri più di quanto già facciamo. Riflettere su questo punto potrebbe scoraggiarci, ma non c’è motivo per farlo. Porta piuttosto i tuoi fallimenti a Cristo e continua ad andare avanti con Lui. Chiedigli di riempirti sempre di nuovo del suo amore e permettigli di mostrarti delle situazioni concrete nelle quali esercitarti a praticare questo amore fraterno.

Che cosa ti sta insegnando personalmente Dio in questo periodo riguardo all’amore fraterno? C’è una situazione concreta nella quale il Signore ti sta invitando a prenderti amorevolmente cura di qualcuno? Impegnati, con l’aiuto dello Spirito Santo, a fare dei passi concreti per crescere nell’amore fraterno.

Siate ambiziosi nel fare ciò che Dio vi ordina di fare

Ma vi esortiamo, fratelli, … a cercare di vivere in pace, di curare i vostri beni e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare. (1 Tessalonicesi 4:11)

La crescita nell’amore è un processo lento e faticoso ma, come Paolo ci mostra qui, dovremmo sempre essere ambiziosi quando si tratta di piacere a Dio. La traduzione “vi esortiamo… a cercare di…” non rende veramente l’idea di ciò che Paolo voleva dire. Il verbo qui tradotto con “a cercare di” ha in greco più il senso di “abbiate l’ambizione di”. In sostanza Paolo sta dicendo: “Fatene una questione d’onore, rendetelo il vostro obiettivo primario, fate l’impossibile per vivere dignitosamente la vostra vita cristiana, perché questo piace a Dio”.

Qui vediamo però anche l’altro lato della medaglia dell’amore fraterno: ci sarà sempre chi tende ad approfittarsene… E a quanto pare, anche a Tessalonica, in una chiesa piena di amore, c’era chi, al pensiero che Cristo sarebbe tornato presto, si era adagiato smettendo di impegnarsi nel vivere una vita cristiana santificata. Queste persone trascuravano i loro doveri quotidiani, erano un peso per la chiesa e gettavano una cattiva luce sull’intera comunità.

Paolo cerca di far capire a loro, e a noi, che anche se Cristo dovesse tornare domani, o se la nostra vita dovesse finire fra poco, non c’è ragione alcuna per smettere di fare ciò che Dio ci ordina di fare. Paolo ci chiede concretamente tre cose: di mantenere la calma, di farci i fatti nostri e di impegnarci in ciò che Dio ci chiede di fare.

Innanzitutto, Paolo ci chiede di fare l’impossibile per “vivere in pace”. Il problema era che i Tessalonicesi erano in uno stato di inquietudine e di eccitazione mentale, perché credevano che Gesù sarebbe arrivato da un momento all’altro.

E, purtroppo, so bene che gli eventi mondiali possono facilmente destabilizzare anche noi oggi. So cosa sta succedendo nel mondo, leggo anche io i giornali e guardo il notiziario. Conosco le profezie bibliche sugli ultimi tempi. So che prima o poi arriverà un governo unico mondiale e una persecuzione sistematica dei cristiani. Gesù disse, infatti: “Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre”, ma aggiunse anche:

Guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi.” (Matteo 24:6)

Come credenti dovremmo essere consapevoli del fatto che il mondo continuerà a peggiorare, ma anche che, ciononostante, dovremmo mantenere la calma. Non dovremmo mai dimenticare che Dio è sovrano e che nulla avviene al di fuori del suo controllo. Se senti che le notizie di attualità su ciò che sta accadendo nel mondo ti mettono in agitazione, puoi pregare dicendo: “Signore, aiutami a calmarmi, dammi la tua pace che supera ogni intelligenza, aiutami a ricordare che siedi ancora saldamente sul tuo trono, che sei tu a governare il mondo.”

Dio vuole che insegniamo alla nostra mente e al nostro cuore a non agitarsi di fronte alle difficoltà, a non vivere una vita frenetica, ma piuttosto a stare tranquilli confidando nel Signore, senza agitare inutilmente le acque. O come dice il Salmo 42:

Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è il mio salvatore e il mio Dio. (Salmo 42:5)

Se senti che sei sempre stanco o che la tua vita è troppo frenetica, potrebbe essere utile rivalutare le tue ambizioni. Come potresti essere d’esempio per i tuoi figli o per il tuo partner nel mantenere la calma nella frenesia di questo mondo? Parlane con Dio e chiedigli di operare prima di tutto nel tuo cuore. Poi, chiedigli di mostrarti cosa potresti cambiare concretamente nella tua vita o nella tua famiglia per riuscire a confidare maggiormente nel Signore. Gli eventi di attualità ti mettono in agitazione? Parlane con Dio e chiedigli di darti la sua pace!

A tutto ciò si collega anche quella che dovrebbe essere la nostra seconda ambizione, ovvero il “curare i nostri beni”. Letteralmente significa: fatevi i fatti vostri! E questo non significa cadere nel menefreghismo nei confronti di tutto ciò che accade attorno a noi. Paolo ci esorta piuttosto a concentrarci su ciò che Dio chiede ad ognuno di noi di fare, sulle opere che Dio ha preparato per ognuno e a fare tutto ciò con dedizione, calma e ordine.

Che cosa ti ha chiamato a fare Dio? Concentrati sulla volontà di Dio per te, sul piano di Dio per te, sullo scopo di Dio per te. Concentrati su ciò che Dio ti ha chiamato a essere, sulla via che vuole che tu percorra e su ciò che vuole che tu faccia e realizzi con la tua vita.

E questo ci porta direttamente alla terza esortazione, ovvero a “lavorare con le vostre mani”. Nella cultura greco-romana il lavoro manuale era disprezzato, perciò il pensiero che Cristo sarebbe tornato presto era una bella scusa per smettere di lavorare. Qui Paolo ci sta semplicemente ricordando che se non ci impegniamo a provvedere per noi stessi non stiamo dando una buona testimonianza verso il mondo.

Ed è anche ciò che Paolo sostiene al versetto 12, a conclusione di tutto il discorso.

Perché il mondo ci osserva

Affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno. (1 Tessalonicesi 4:12)

Paolo qui afferma qualcosa di molto interessante, ovvero che vivere da cristiani non è solo una questione di ciò che è giusto o sbagliato, proprio o improprio. Paolo desidera che quando pensiamo a ciò possiamo o non possiamo fare nella nostra vita, non ci limitiamo a chiederci se una cosa ci è lecita oppure no, ma che ci chiediamo anche che impatto un nostro determinato comportamento avrebbe sul mondo che ci osserva. Un cristiano dovrebbe impegnarsi a vivere e a comportarsi con dignità anche perché il mondo lo sta ad osservare!

Non era intenzione di Paolo che la Chiesa sconvolgesse la società o rovesciasse i governi. Piuttosto, egli incoraggiava i cristiani a essere buoni cittadini e membri esemplari delle loro famiglie e della loro società, e a farlo in modo coerente con gli insegnamenti di Cristo. Solo in questo senso il Vangelo è destinato a cambiare la società, trasformando gli individui che compongono la società in attesa dell’evento finale in cui la potenza di Dio cambierà veramente e per sempre il mondo, ovvero quando il nostro Re tornerà!

Ciò che al mondo serve è vedere dei cristiani autentici che si impegnano a vivere come piace a Dio, anche ammettendo i propri errori. Se la nostra vita nel mondo non è coerente con il nostro messaggio, le persone non staranno ad ascoltare il messaggio del Vangelo. Dunque, mostriamo loro come Cristo ha cambiato la nostra vita: come ci ha resi dei cittadini rispettosi, dei lavoratori più coscienziosi e delle persone migliori a casa.

La seconda ragione per cui dovremmo amarci di più, mantenere la calma, pensare agli affari nostri e metterci al lavoro è affinché “non abbiate bisogno di nessuno”. Il senso di ciò che Paolo vuole dirci è che se non ci manca nulla, perché ci impegniamo a provvedere da soli per le nostre necessità, saremo autosufficienti e potremo pure aiutare altri nel bisogno.

Tutto questo dovrebbe partire dall’unico desiderio di “piacere a Dio” (1 Tessalonicesi 4:1). Vuoi che la tua vita piaccia a Dio? Io sì, voglio che la mia vita piaccia a Dio. So che a volte non piaccio a Dio e so che a volte non piaccio alle persone. Ma ciò che conta davvero è piacere a Dio. E a volte, nel piacere a Dio, si deludono le persone. Quindi, scopri qual è la volontà di Dio per la tua vita, mantieni la calma e mettiti all’opera.

Amen

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