Il nostro ruolo nel contrastare Satana

19 Febbraio 2023

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

La chiesa è bella, ma a volte anche frustrante… E a volte lo sono anche, perché, come abbiamo visto domenica scorsa, il diavolo ama separare i credenti per poterli attaccare più facilmente. Satana ama portare i credenti sulla strada sbagliata, ama insinuare dubbi nelle nostre teste, ama metterci gli uni contro gli altri, ama sostenere la nostra pigrizia e la nostra tendenza alla comodità. Tutto questo rende, a volte, la Chiesa un luogo davvero difficile da sopportare, anche per un pastore.

Eppure, leggendo queste righe di Paolo impariamo che non c’è nulla di meglio che dedicarci alla crescita della Chiesa, perché un giorno ne riceveremo ricompensa dal Signore. Impariamo che è importanti sostenerci e incoraggiarci nelle difficoltà perché questo ci renderà tuti più forti. E infine, impariamo che se stiamo saldi nella fede possiamo incoraggiare anche il pastore a tener duro in ciò che sta facendo per la Chiesa.

La motivazione: la corona eterna

Qual è infatti la nostra speranza, o la nostra gioia, o la corona di cui siamo fieri? Non siete forse voi, davanti al nostro Signore Gesù quand’egli verrà? Sì, certo, voi siete il nostro vanto e la nostra gioia. (1 Tessalonicesi 2:19-20)

Paolo aveva spiegato di essere stato impedito da Satana di tornare a Tessalonica, ma ora relativizza il problema, inserendo le sue preoccupazioni in una prospettiva eterna. In questi versetti è come se Paolo si vedesse già proiettato al giorno in cui si sarebbe trovato di fronte a Cristo e nel quale avrebbe ricevuto una ricompensa per il suo lavoro svolto a Tessalonica.

Può sembrare strano che Paolo si riferisca ai credenti di Tessalonica dicendo che erano il suo vanto e la sua gioia, ma è come ascoltare un padre che è orgoglioso di come stanno crescendo i propri figli e di ciò che un giorno diventeranno. Sapere che stavano bene era per lui una forte motivazione a non mollare e a continuare in ciò che stava facendo per Cristo.

Paolo non guardava solo alle difficoltà, ma anche al premio che lo aspettava in cielo. Lo sapevate che ognuno di noi un giorno riceverà un premio per tutto ciò che avremo fatto per il Regno di Dio? Ognuno riceverà la giusta ricompensa e se ne rallegrerà. Gesù stesso ci ricorda che quando tornerà a giudicare le nazioni ci premierà per ogni volta che avremo dato da mangiare a chi era affamato e da bere a chi era assetato, per ogni volta che avremo accolto uno straniero e visitato chi era in prigione. Ci premierà perché ogni volta che avremo fatto queste cose è come se le avessimo fatte per Lui (Matteo 25:31-40).

Pensa a quanta energia investiamo per capire quali sono le giuste scelte della vita. Alcune di queste le rimpiangeremo comunque, ma certamente non rimpiangeremo di aver dedicato del tempo al nostro prossimo. Quando lasceremo questa terra ci renderemo conto che ogni minuto investito nel trasmettere l’amore Dio al nostro prossimo, in particolare ai credenti, sarà stato un investimento che verrà più che ricompensato.

Hai già anche tu una prospettiva eterna sulla Chiesa? Qual è la tua speranza, la tua gioia o la tua corona della quale sei fiero? La prossima volta che ti chiedi se ne vale la pena di investire il tuo tempo e le tue forze in persone che hanno bisogno di te per crescere nella fede, ricorda che questi tuoi sforzi potrebbero sfociare in una benedizione eterna.

Dio ha illimitate benedizioni per ognuno di noi e non è assolutamente sbagliato ricercare una futura ricompensa celeste. Anzi, la prospettiva di una ricompensa dovrebbe essere un’ulteriore motivazione a impegnarci in qualsiasi compito che il Signore desidera affidarci, a maggior ragione se ci chiede di dedicarci alle persone, piuttosto che alle cose da fare.

La sfida: le tribolazioni e le tentazioni

Perciò, non potendo più resistere, preferimmo restar soli ad Atene; e mandammo Timoteo, nostro fratello e servitore di Dio nella predicazione del vangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede, affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati. Perché anche quando eravamo tra di voi, vi preannunciavamo che avremmo dovuto soffrire, come poi è avvenuto, e voi lo sapete. Perciò anch’io, non potendo più resistere, mandai a informarmi della vostra fede, temendo che il tentatore vi avesse tentati, e la nostra fatica fosse risultata vana. (1 Tessalonicesi 3:1-5)

Paolo soffriva sapendo che la fede dei Tessalonicesi era ancora giovane. La sua principale preoccupazione è espressa al versetto cinque: temeva che Satana potesse vincere questa battaglia portando i Tessalonicesi su una strada sbagliata e allontanandoli dalla fede.

E questo è un gioco nel quale Satana è purtroppo molto bravo. Il diavolo tenterà di approfittare della nostra vulnerabilità. Conosce perfettamente la nostra storia. Sa dove può attaccarci e tentarci. La tentazione è una cosa terribile, soprattutto quando Satana e la nostra capacità di peccare uniscono le forze.

Per prevenire tutto ciò, nonostante il bisogno di avere Timoteo vicino a sé, Paolo da Atene lo rimandò a Tessalonica. Il compito di Timoteo era doppio. Il primo era di “confermare” i Tessalonicesi nella loro fede. Quei giovani credenti avevano bisogno di conferme, avevano bisogno di qualcuno che venisse a stabilizzare la situazione e a consolidare la loro fede.

Ogni cristiano ha bisogno di stabilità spirituale. L’essere umano è per natura instabile a causa del peccato e se la nostra fede non è forte e salda su Cristo e su ciò che Lui ha fatto per noi, le tribolazioni ci scuoteranno. Noi tutti abbiamo visto le terribili immagini del terremoto in Turchia e Siria e l’incredibile numero di vittime che ha causato. Gli esperti affermano che un terremoto di quella forza recerebbe incredibili danni anche qui da noi, dove le case sono costruite in modo molto più stabile.

Il paragone con la nostra fede è che, se il fondamento della nostra fede è debole basterà un piccolo scossone, una piccola tribolazione per farci crollare. Se non conosciamo bene la Bibbia e le promesse di Dio che essa contiene, qualsiasi ostacolo o dubbio potrà farci vacillare. Ma più ci avviciniamo al giorno del ritorno del nostro Re Gesù Cristo, più gli scossoni del nemico aumenteranno di intensità e più la nostra fede dovrà essere forte!

Pensi di essere abbastanza stabile nella tua fede per resistere a questi scossoni? Dove vedi dei punti deboli, delle crepe o un fondamento poco stabile nella tua vita spirituale? Non aspettare che arrivino i grandi scossoni prima di provvedere a rendere stabile la tua fede. Provvedi ora laddove vedi che ci sono ancora dei cantieri aperti nella tua vita.

La seconda missione di Timoteo era di “confortare” i Tessalonicesi nella loro fede. Non si trattava semplicemente andare da loro con delle belle parole di circostanza, del tipo: “Andrà tutto bene!”. Ciò che Timoteo fece fu incoraggiarli a proseguire sul cammino che avevano intrapreso e a non lasciarsi scoraggiare dalle tribolazioni.

Tutti i cristiani devono, prima o poi, affrontare tribolazioni nella loro vita. La questione è se le affrontiamo da cristiani maturi o da cristiani con una fede debole. Un credente maturo potrà anche vacillare e inciampare di fronte a importanti tribolazioni, ma non arriverà così facilmente ad abbandonare la giusta strada, perché avrà lo sguardo fisso su Cristo.

Come dice l’Apostolo Pietro:

Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, affidino le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene. (1 Pietro 4:19)

Se sei in un momento della tua vita cristiana nel quale ti sembra che ogni situazione si traduca in afflizioni, sconfitte o problemi, ricorda che Dio sa quanto sei in grado di sopportare e non permetterà che la pressione diventi troppo grande. Puoi fidarti di Lui per questo.

A volte forse dimentichiamo che le tribolazioni sono parte del piano e della volontà di Dio per il credente. Qualcuno potrebbe dire: “Che cosa ho fatto per meritare questo dolore nella mia vita? Che cosa ho fatto di male?”. Può benissimo darsi che tu non abbia fatto nulla di male e che le difficoltà che stai attraversando non siano che un prodotto secondario del tuo essere figlio o figlia del Re.

Se ascoltando queste parole ti sei accorto che probabilmente avresti bisogno di sincere parole di conforto, sappi che non devi lottare da solo. Anche se forse la persona di riferimento per la tua fede, come poteva esserlo Paolo per i Tessalonicesi, non è presente o non può esserci per te, la Chiesa è piena di persone come Timoteo in grado di aiutarti.

Ammettere che hai bisogno di ritrovare conferma della tua fede o che hai bisogno di essere confortato perché le sfide che stai affrontando sono troppo grandi, non è un segno di debolezza. Anzi, è un segno che desideri crescere ulteriormente nella tua fede e diventare un cristiano ancora più maturo in Cristo e in grado di resistere agli scossoni del diavolo.

La nostra forza: una fede salda nel Signore

Ma ora Timoteo è ritornato e ci ha recato buone notizie della vostra fede e del vostro amore, e ci ha detto che conservate sempre un buon ricordo di noi e desiderate vederci, come anche noi desideriamo vedere voi. Per questa ragione, fratelli, siamo stati consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede, pur fra tutte le nostre angustie e afflizioni; perché ora, se state saldi nel Signore, ci sentiamo rivivere. (1 Tessalonicesi 3:6-8)

Leggendo questi versetti è come se potessimo sentire Paolo tirare un respiro di sollievo. Timoteo era tornato da lui, si erano nuovamente incontrati a Corinto, e riferì a Paolo che non solo i Tessalonicesi avevano iniziato bene nella fede, ma che continuavano a crescere e che la loro fede portava frutto nel loro amore per il prossimo.

A parte il fatto che Paolo era contento di sapere che non lo avessero dimenticato e che stessero bene nonostante le molte afflizioni, l’aspetto più interessante di questi versetti è il perché Paolo ora fosse tranquillo. Ovvero, perché come dice lui stesso, “ora, se state saldi nel Signore, ci sentiamo rivivere”.

Il termine “stare saldi” deriva dal gergo militare per descrivere i soldati che difendono fermamente la loro posizione contro il nemico. I credenti di Tessalonica stavano resistendo agli attacchi del diavolo e vedere i credenti di Tessalonica stare saldi nel Signore riempiva la vita di Paolo di gioia e gli dava un senso di appagamento.

Stare saldi nel Signore significa continuare a confidare in Cristo e nelle promesse del Vangelo anche quando si è sotto attacco. Proprio come Paolo disse ai credenti di Efeso:

Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi… (Efesini 6:13-14a)

La bella notizia che Paolo ricevette da Timoteo ci insegna due cose. La prima è che il ruolo di Timoteo nel confermare e confortare i Tessalonicesi nella loro fede fu decisivo per aiutarli a resistere alle tentazioni del diavolo. Hai mai pensato a quanto potresti essere decisivo tu nell’incoraggiare altri credenti a restare saldi nel Signore? A volte l’armatura di Dio ci sembra troppo pesante e abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti ad indossarla… chiedi allo Spirito Santo di mostrarti chi potrebbe avere bisogno del tuo aiuto!

La seconda cosa che il rapporto di Timoteo ci insegna è che lo stare saldi nel Signore è contagioso! Paolo stesso afferma di essere stato consolato dalla notizia della loro fede e si è addirittura sentito rivivere. Hai mai pensato a quanto il tuo stare saldo nel Signore potrebbe essere d’incoraggiamento per altri credenti?

Non tenere egoisticamente per te le forti esperienze di fede che fai con il Signore. Se lo Spirito Santo opera potentemente in te e ti aiuta a contrastare il nemico, condividi la tua testimonianza con la chiesa e permetti agli altri di “rivivere” grazie alla tua esperienza di fede.

Abbiamo bisogno di avere una fede forte e salda nel Signore. Se senti di averne bisogno chiedila al Signore e cerca qualcuno che potrebbe incoraggiarti. Se la tua fede è forte chiedi al Signore chi potresti incoraggiare, ricordando il premio eterno che riceverai un giorno da Gesù.

Amen

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