Lavora con ciò che Dio ti dà

10 Ottobre 2021

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

E il SIGNORE disse a Mosè: «Io ho udito i mormorii dei figli d’Israele; parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e domattina sarete saziati di pane; e conoscerete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio”». La sera stessa arrivarono delle quaglie che ricoprirono il campo. La mattina c’era uno strato di rugiada intorno al campo; e quando lo strato di rugiada fu sparito, ecco sulla superficie del deserto una cosa minuta, tonda, minuta come brina sulla terra. I figli d’Israele, quando l’ebbero vista, si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?» perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «Questo è il pane che il SIGNORE vi dà da mangiare. Ecco quello che il SIGNORE ha comandato: “Ognuno ne raccolga quanto gli basta per il suo nutrimento: un omer a testa, secondo il numero delle persone che vivono con voi; ognuno ne prenda per quelli che sono nella sua tenda”». (Esodo 16:11-16)

Oggi festeggiamo la festa del raccolto e del ringraziamento. È sempre una bella occasione per renderci conto delle benedizioni ricevute da Dio e per ringraziarlo. Anche gli Israeliti hanno avuto modo di ringraziare Dio per le benedizioni ricevute, anche se forse non ci sono riusciti con grande entusiasmo.

Se ti è già capitato di fare una gita coi figli piccoli e di esserti poi reso conto di non aver preso cibo a sufficienza, sai quanto pesante può diventare la discesa dalla montagna con persone affamate e scontrose. Quindi potete immaginare come deve essere stato per Mosè guidare un gruppo di circa 2 milioni di persone scontente.

Gli israeliti credevano che Dio li stava conducendo in una nuova terra, ma non ci credevano il 100% delle volte. Quando le cose andavano bene, si fermavano e lodavano il Signore e Lo adoravano. E per un po’ furono contenti con la guida di Mosè e con Dio, ma non appena le cose si misero male, fecero esattamente quello che facciamo io e te… cominciarono a lamentarsi. La Bibbia dice che cominciarono a mormorare…

Ricorda che Dio ascolta e provvede

E il SIGNORE disse a Mosè: «Io ho udito i mormorii dei figli d’Israele; parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e domattina sarete saziati di pane; e conoscerete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio”».  (Esodo 16:11-12)

Questo brano dell’Esodo è particolarmente interessante, perché ci mostra chiaramente che se qualcuno cerca un motivo per lamentarsi, ne troverà sempre uno. Il comportamento di Israele è una perfetta immagine per la nostra vita. Erano appena arrivati nel deserto, erano in viaggio da cinque giorni, dopo essere stati miracolosamente liberati dal più grande esercito di quei tempi. E già si stavano lamentando con Mosè e Aaronne. A questo punto ci rendiamo conto che gli israeliti non avevano imparato un bel niente dalla loro esperienza passata.

Ma non succede esattamente la stessa cosa anche con noi? Quando Dio interviene potentemente nelle nostre vite sentiamo la sua benedizione su di noi, ci sentiamo bene, protetti e amati. Ma poi arrivano le prove e facilmente crolliamo, perdiamo la fiducia in Dio. E cosa sappiamo fare bene in quelle situazioni? Lamentarci!

Perché lo facciamo? Principalmente è un problema di gratitudine. Quando la sofferenza, i problemi e le difficoltà entrano nella nostra vita, è facile che pensiamo di non meritare che queste cose ci accadono. Ma il problema principale, almeno così è nella mia vita, è che troppo velocemente dimentichiamo tutto il bene che Dio ha fatto per noi in passato.

Gli Israeliti avevano fondamentalmente una percezione distorta della realtà. Desideravano tornare ai bei vecchi tempi, anche se in realtà in bei vecchi tempi erano tutt’altro che belli. A inizio del capitolo leggiamo che rimpiangevano le pentole piene di carne e il pane che mangiavano in Egitto.

Ma la verità è che vivevano come schiavi, avevano giornate di lavoro lunghissime e massacranti! C’era un problema nel come percepivano il loro passato. Non erano per nulla realistici. Come hanno potuto comportarsi in quel modo? Come potevano essere così ignoranti, stupidi e smemorati?

Ma… aspetta un attimo… non faccio pure io esattamente la stessa cosa…? Quanto velocemente mi abbatto di fronte alle apparentemente insormontabili difficoltà? Qual è l’antidoto a questa depressione spirituale? In realtà è semplice: ricordare! Ricordare tutto il bene che Dio ha fatto nella nostra vita, tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto. Dovremmo creare una tavola dei ricordi con tutto ciò che Dio ha fatto per noi, dovremmo dipingere le benedizioni ricevute sulla parete della nostra stanza, dovremmo annotarle e rileggerle regolarmente!

Non so come ti senti in quest’ultimo periodo, con tutto ciò che sta succedendo nel mondo. È facile guardare attorno a noi e lasciarci sopraffare dagli eventi, da un senso di impotenza e piangerci addosso. Ma certamente non è ciò che Dio vorrebbe per noi, per i suoi amati figli.

Ciò che però mi sorprende ancora di più, è che Dio sente i nostri mormorii, come ha sentito quelli di Israele, e risponde in tutta la sua misericordia! Dio è buono nonostante la nostra ingratitudine. Dopo aver ascoltato le lamentele del suo popolo Dio provvide a un doppio miracolo: dapprima diede loro il cibo richiesto, ma poi ordinò pure a Mosè di prendere un omer di manna (l’equivalente di circa 3,5 l) e di metterlo in un vaso come ricordo della fedeltà di Dio (Esodo 16:32-33).

Sebbene la manna che raccoglievano ogni giorno andava a male il giorno dopo (Esodo 16:20), la manna in quel vaso rimase intatta. Dio conservò quella piccola quantità di manna per ricordare a Israele che non solo è in grado di non far guastare la manna, ma che avrebbe anche miracolosamente mantenuto in vita il suo popolo anche nel deserto.

Dio ci parla anche oggi attraverso questa immagine. Poiché siamo inclini a brontolare, ad essere ingrati e a lamentarci delle nostre circostanze, Dio ci ricorda graziosamente che si prende cura di noi. Riesci a riconoscere le impronte di Dio nella tua vita? Ricordi come Dio ti ha impedito di naufragare nella tua vita? Ricordi le persone che ha messo al tuo fianco quando ne avevi bisogno? Ricordi quella richiesta di preghiera impossibile a cui Dio ha risposto?

Già solo il fatto che tu – un peccatore che era un nemico di Dio – sei ora un figlio amato è un miracolo. Non lasciare che la tua meraviglia di fronte a questo miracolo svanisca mai. Ricorda! Lascia che questo tuo ricordare risvegli in te la gioia in Dio e un profondo senso di gratitudine che Dio ti ama, ti conosce e si prende cura di te.

Dio provvede in abbondanza

La sera stessa arrivarono delle quaglie che ricoprirono il campo. La mattina c’era uno strato di rugiada intorno al campo; e quando lo strato di rugiada fu sparito, ecco sulla superficie del deserto una cosa minuta, tonda, minuta come brina sulla terra. I figli d’Israele, quando l’ebbero vista, si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?» perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «Questo è il pane che il SIGNORE vi dà da mangiare. (Esodo 16:13-15)

Wow, Dio mantenne le sue promesse. Gli Israeliti avevano chiesto carne e arrivarono le quaglie. Un aspetto interessante è che questa è l’unica occasione in cui si legge che Dio mandò le quaglie, il che suggerisce che il dono delle quaglie fu un evento unico, in contrasto con la manna, che è menzionata molte volte.

Questa è anche la prima apparizione della manna (anche se il nome viene dato solo al versetto 31). Qui leggiamo solo che, quando la rugiada fu sparita, rimase questa sostanza “minuta, tonda, minuta come brina”. In Esodo 16:31 leggiamo inoltre che descrive ulteriormente il pane dal cielo come simile a semi di coriandolo (circa la dimensione di un seme di sesamo), e dolce come il miele. Numeri 11:7 dice che “la manna era simile al seme di coriandolo e aveva l’aspetto di resina gommosa”.

Questo pane che venne dal cielo non aveva come unico scopo di provvedere ai bisogni materiali di Israele, ma anche di insegnare loro lezioni eterne di dipendenza da Dio. Questo è dimostrato in passaggi come Deuteronomio 8:3:

Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del SIGNORE. (Deuteronomio 8:3)

Quando Dio decise di dare ad Israele il pane spirituale dal cielo, volle insegnare loro una lezione eterna. Il modo che Dio scelse per nutrire Israele ci mostra come Dio coopera con l’uomo. Israele non era in grado di far scendere la manna (questa era la sua responsabilità) e Dio non l’avrebbe raccolta per loro. Ognuno doveva fare la sua parte.

La stessa cosa Dio la fa con noi ogni giorno. Dio ci fornisce ciò che abbiamo bisogno per la nostra vita, ma ci insegna anche a vivere per fede in Lui e nella Sua Parola ogni giorno! Il modo in cui Dio “confeziona” i suoi doni per noi, il modo in cui ce li dà e il come li riceviamo avviene tutto alle sue condizioni.

Questo concetto è particolarmente vero se pensiamo a come Dio ha adempiuto la promessa di liberare tutte le persone dalla schiavitù del peccato, dalla morte e dal diavolo, nella persona e nell’opera di Gesù Cristo.

Quando gli Israeliti videro per la prima volta la manna “si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?» perché non sapevano che cosa fosse”. Similmente, durante il suo primo ministero pubblico, quando Gesù moltiplicò pane e pesci per cinquemila persone e le folle lo cercavano per vedere altri miracoli, in molti si chiedevano “Ma chi è costui?”.

Così, mentre Gesù spiegava loro che lui era il Salvatore del mondo e che avrebbero dovuto riporre in lui la fede per ottenere la vita eterna, essi gli chiesero:

Quale segno miracoloso fai, dunque, perché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: “Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo”. (Giovanni 6:30-31)

Riferendosi alla ricezione della manna come segno della validità del ministero di Mosè, si chiedevano quale segno potesse dare Gesù per provare la validità del suo ministero. In effetti, stavano guardando Gesù dicendo: “Chi sei Tu?” proprio come la gente nel deserto guardava la manna e diceva: “Che cos’è?”.

Reagirono però con incredulità. Cercavano di capire ciò che stava succedendo sulla base delle loro esperienze e conoscenze passate e così non riuscirono a ricevere il dono del perdono dei loro peccati “confezionato” in Gesù. Eppure, anche in mezzo a tale rifiuto, Gesù fu fedele al piano e allo scopo di Dio per noi. Gesù rispose loro:

“In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo”. Essi quindi gli dissero: “Signore, dacci sempre di codesto pane». Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. (Giovanni 6:32-35)

Mentre il popolo restò nell’incredulità Gesù morì sulla croce come l’ultima dimostrazione della meravigliosa grazia di Dio! Ha preso i peccati di noi peccatori brontoloni su di sé sulla croce. Lo fece in modo che noi potessimo vivere nella Sua gioia, nella Sua pace e nella Sua contentezza nella nostra vita quotidiana! E queste caratteristiche si mostrano nella nostra vita come doni del Suo Spirito Santo!

Così come era responsabilità degli Israeliti raccogliere ogni giorno la manna, è anche nostra responsabilità raccogliere ogni giorno i frutti dello Spirito Santo che Dio ci dà e farli agire nella nostra vita. Quindi, invece di solo lamentarci, dovremmo assumerci le nostre responsabilità e costruire la nostra vita quotidiana su ciò che abbiamo, su ciò che il Signore ci ha dato.

Quale dei seguenti frutti dello Spirito dovresti impegnarti a raccogliere maggiormente?

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; (Galati 5:22)

Ricorda che Dio ti dà ogni mattina ciò che ti serve per la giornata. Sta a te decidere di assumerti la tua responsabilità e rallegrarti in Dio e di tutto ciò che lui ti mette a disposizione.

Ciò che Dio ti dà è sufficiente

Ecco quello che il SIGNORE ha comandato: “Ognuno ne raccolga quanto gli basta per il suo nutrimento: un omer a testa, secondo il numero delle persone che vivono con voi; ognuno ne prenda per quelli che sono nella sua tenda”. (Esodo 16:16)

Dio istruisce il suo popolo a raccogliere solo il necessario per la giornata, non più e non meno, ovvero un omer a persona. Ogni persona doveva uscire e raccogliere la propria porzione di manna, per sé stesso o al massimo per la sua famiglia.

Il pane dal cielo doveva essere raccolto su base individuale o familiare. Dio non comandò la creazione di un centro tribale di raccolta e distribuzione della manna. Ogni famiglia doveva provvedere a sé stessa, e una famiglia ricca non poteva assumere una famiglia povera per fare il lavoro al posto loro. Ognuno doveva assumersi la propria responsabilità.

Non potevano nemmeno raccogliere oggi per l’indomani, perché anche qui valeva la regola che “Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:34). A questa pioggia e raccolta quotidiana della manna sembra alludere anche il nostro Salvatore quando ci insegna a pregare “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Matteo 6:11).

L’ordine era chiaro: un omer a testa. La stessa quantità sarebbe bastata per tutti. Dio ci dona giornalmente ciò di cui abbiamo bisogno, ma innanzitutto glielo dobbiamo chiedere e poi dobbiamo sapere che ogni giorno dobbiamo tornare da Lui a chiedere. Non possiamo accontentarci di andare da Lui ogni tanto, sperando di vivere di rendita spirituale, non è così che funziona. Se chiediamo a Dio, Lui ci dà il necessario per ogni giorno!

La manna era sufficiente per tutti, così come Dio ha benedizioni sufficienti per ogni suo figlio. Gli Israeliti dovevano costruire la loro vita quotidiana su ciò che avevano a disposizione. Avevano manna e basta. La manna veniva cotta o bollita (Esodo 16:23), veniva ridotta in farina, cotta in pentole o usata per creare focacce, e avevano il sapore di una focaccia all’olio (Numeri 11:8). Allo stesso modo anche noi dobbiamo costruire su ciò che Dio ci dà, perché basta!

Dio ci dona ciò che è necessario e poi spetta a noi costruire la nostra vita partendo da ciò che abbiamo. Sei consapevole di ciò che hai a disposizione giorno dopo giorno se ti rechi dal Signore a mani vuote e ti lasci riempire del suo Spirito Santo e dei suoi frutti per la tua vita? Sai come utilizzare le benedizioni che ricevi? Per te e per quelli che stanno attorno a te?

Amen

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