Pescare in acque più profonde con Gesù

31 Luglio 2022

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Due settimane fa abbiamo studiato il primo incontro tra Gesù e Pietro. In Giovanni 1:42 abbiamo letto che Andrea presentò suo fratello Simone a Gesù. Gesù gli diede poi una nuova identità chiamandolo Pietro. Per una migliore comprensione del testo, anche noi oggi lo chiameremo Pietro, anche se Luca nel suo Vangelo utilizza ancora il suo vecchio nome.

Quando Pietro incontrò per la prima volta Gesù, iniziò ad interessarsi per questo nuovo maestro, ascoltò come Gesù insegnava e fu testimone di almeno alcuni miracoli. Ma evidentemente non aveva ancora iniziato a seguire ogni giorno Gesù, come avrebbe fatto un discepolo col proprio maestro a quei tempi, perché nel brano di oggi ritroviamo Pietro mentre era nuovamente alle prese con il suo vecchio mestiere da pescatore.

Nel brano di oggi, in Luca 5, siamo testimoni di un successivo incontro tra Gesù e Pietro. Un incontro decisivo nel quale Gesù chiamò esplicitamente Pietro (e gli altri futuri discepoli) a seguirlo in modo particolare. Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni erano pescatori professionisti. Ogni giorno calavano le reti, prendevano i pesci, li pulivano e li vendevano. Giorno dopo giorno, facevano sempre le stesse cose. Ma un giorno Gesù diede loro l’opportunità di trasformare la loro routine in una grande avventura.

Sii pronto ad assecondare le richieste di Gesù

Mentre egli stava in piedi sulla riva del lago di Gennesaret e la folla si stringeva intorno a lui per udire la parola di Dio, Gesù vide due barche ferme a riva: da esse i pescatori erano smontati e lavavano le reti. Montato su una di quelle barche, che era di Simone, lo pregò di scostarsi un poco da terra; poi, sedutosi sulla barca, insegnava alla folla. (Luca 5:1-3)

Luca narra che un giorno Gesù si trovava “sulla riva del lago di Gennesaret”, più conosciuto come mare di Galilea, circondato dalla folla. Così Gesù decise di utilizzare la barca di Pietro per insegnare stando seduto sulla barca. Trovo notevole la disponibilità di Pietro ad assecondare la richiesta di Gesù. Non dimentichiamo che era stato sveglio tutta la notte per pescare e che doveva ancora finire di pulire le reti. Probabilmente era esausto e non vedeva l’ora di tornare a casa per dormire un po’.

Forse ci aiuta sapere che poco prima Pietro aveva già incontrato Gesù. In Luca 4 leggiamo, infatti, che Gesù era stato a casa di Pietro a Capernaum e in quell’occasione aveva guarito sua suocera che era tormentata dalla febbre (Luca 4:38-39). Forse Pietro voleva in un qualche modo ricambiare il favore.

Anche se non siamo pescatori, credo che possiamo facilmente immedesimarci nella situazione di quei pescatori. La richiesta di Gesù arrivò quando erano già impegnati a fare altro, dovevano lavare le reti e, siccome quel giorno non avevano pescato nulla se non alcune alghe, il lavoro deve essere stato doppiamente noioso e frustrante. La richiesta di Gesù rappresentava solo un ulteriore ritardo nella tabella di marcia quotidiana. Eppure, quello che sembrava un ritardo o una distrazione si rivelò essere per Pietro e gli altri una svolta verso una nuova vita.

Ed è proprio che Gesù fa anche con noi, entra nel nostro spazio personale nei momenti che meno ce l’aspettiamo con richieste particolari e forse scomode. Non sappiamo mai quando potrebbe arrivare una piccola richiesta da parte di Gesù e quale piccolo passo di obbedienza al Signore potrebbe trasformare ulteriormente la nostra vita.

Non fu certo un caso che quel giorno Gesù scelse proprio la barca di Pietro. Quello era il suo giorno, il momento di fidarsi di Gesù e di seguirlo. Credo che se Pietro quel giorno fosse tornato a riva dopo una notte di pesca fruttuosa, avrebbe forse anche fatto salire Gesù sulla barca, ma certamente non avrebbe ricevuto tutta la benedizione che ne seguì, perché avrebbe già avuto ciò di cui aveva bisogno quel giorno: pesce da vendere per mantenere la famiglia.

A volte Dio ci chiede di fare qualcosa che può sembrare fuori dalla nostra portata o che al momento ci sembra troppo impegnativo. Tuttavia, se seguiamo l’esempio di Pietro, obbedendo e fidandoci di Lui, il risultato sarà una benedizione. Pietro divenne solo con gli anni il Pietro che fece onore al suo nome, una salda roccia sulla quale Gesù fondò la nuova chiesa, ma questo piccolo passo di obbedienza fu un ulteriore passo nella giusta direzione.

Se osservi la tua vita, quale piccolo passo di obbedienza potrebbe richiedere da te Gesù? Forse, come Pietro, anche tu avresti di meglio da fare, ma essere discepoli di Gesù Cristo è proprio questo, imparare a seguire il Maestro, a fidarsi di Lui e a seguirlo un passo e un evento alla volta. Ogni passo di obbedienza ti porterà a crescere nella tua fede e a diventare sempre più l’uomo o la donna che Gesù vorrebbe che tu fossi.

Sii disposto a gettare ancora le reti

Com’ebbe terminato di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo, e gettate le reti per pescare». Simone gli rispose: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti». E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano. Allora fecero segno ai loro compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli. Quelli vennero e riempirono tutt’ e due le barche, tanto che affondavano. (Luca 5:4-7)

Luca non ci dice cosa Gesù insegnò alle folle quella mattina, il suo racconto si concentra su ciò che successe dopo. Gesù disse a Pietro di prendere il largo e di gettare le reti. A dire il vero le indicazioni di Gesù furono pure più precise. Il testo greco ci rivela che Gesù non chiese semplicemente a Pietro di “prendere il largo” nel senso di “allontanarsi da riva”, ma gli chiese di andare a gettare le reti nelle acque profonde.

Per forza di cose, se avessero voluto pescare di giorno avrebbero dovuto gettare le reti nelle acque profonde, dove i pesci si ritiravano al sorgere del sole. Pietro, da pescatore esperto, era ovviamente convinto che sarebbe stato uno sforzo inutile. Possiamo quasi sentire l’esasperazione nella sua voce quando rispose: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla”.

Io probabilmente avrei aggiunto: “E abbiamo già iniziato a lavare le reti. Vuoi davvero che usciamo di nuovo? Con tutto il rispetto, ma a ciascuno il suo mestiere, tu sei carpentiere e io sono pescatore… Siamo stanchi e vorremmo tornare a casa… Ti abbiamo fatto il favore di prestarti la barca per il tuo discorso alle folle, ma ora stai davvero chiedendo troppo! Nessuno ha preso un solo pesce stanotte, non credo proprio che li prenderemmo a quest’ora!”.

Fortunatamente Pietro non rispose in quel modo… Giunse, invece, piuttosto velocemente al “però, secondo la tua parola, getterò le reti”. Dopotutto Gesù aveva appena guarito sua suocera, chissà che non avesse pronto qualche altro miracolo? Ma a noi, non capita spesso di trovare argomenti per non fare ciò che Dio ci chiede di fare, quando le sue richieste non hanno senso o non le riteniamo più al passo con i tempi?

E non penso nemmeno a richieste chissacché fuori dal normale, ma anche ai comandamenti di per sé chiari: sopportatevi gli uni gli altri, amate le vostre mogli, porgete l’altra guancia, amate chi vi odia, onora tuo padre e tua madre… A volte può volerci parecchio tempo prima che anche noi arriviamo al nostro “però, se me lo chiedi tu lo farò!”.

Eppure, il Signore a volte ci chiede di uscire e di gettare nuovamente le reti nelle acque profonde. Ovvero a ripetere le stesse monotone cose che abbiamo magari fatto e rifatto senza apparente successo. So che non è sempre comodo fare ciò che ci chiede e mettere da parte il nostro orgoglio del “so meglio io come devo gestire la mia vita!”. Ma se Gesù ce lo chiede, è sempre per una buona ragione! Sappiamo cosa successe dopo: le reti furono così piene di pesci che cominciarono a rompersi e le barche cominciarono ad affondare!

Essere discepoli di Gesù è un’avventura che richiede fede, fiducia e determinazione. È composta da tanti piccoli passi che ci costringono a fidarci di Gesù quando ci chiede di fare qualcosa che potrebbe sembrarci folle o troppo difficile. Cosa potrebbe significare per te andare a pescare in acque profonde con Gesù? Fidarti e seguirlo al di fuori della zona di comfort, lasciare andare le tue (false) convinzioni, riorientare radicalmente la tua vita sulla base dei suoi sani principi?

Fare ciò che Dio chiede non è sempre logico per la nostra mente finita. Eppure, l’obbedienza sarà sempre la migliore linea d’azione da seguire, indipendentemente dal fatto che si sappia quale sarà il risultato o meno. Pietro ha semplicemente preso le reti, ha portato la sua barca nelle acque profonde, ha gettato la rete e la sua vita è cambiata. Probabilmente non era nemmeno tanto convinto che tutto ciò avrebbe dado un risultato, eppure lo fece!

Seguire Gesù richiede sempre di nuovo tanta determinazione, perché a volte ci chiederà di tornare in un luogo familiare, di fare le stesse vecchie cose che conosciamo molto bene, ma forse in un momento scomodo. Tornare nella stessa vecchia chiesa, fare le stesse cose, prenderti ancora una volta tempo per le stesse persone, perdonare chi ti ferisce…

Pietro ci insegna che vale la pena seguire Gesù a prescindere da tutto. Sei disposto a spostarti in acque più profonde e a gettare di nuovo le reti? Sei disposto a fare nuovamente una cosa che magari hai già fatto più volte, senza vedere alcun risultato? O semplicemente ad essere fedele in ciò che Dio ti chiede di fare, pur non vendo apparenti benefici?

Senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15:5), ci dice Gesù! Questo non significa che se seguiamo la Sua Parola tutto sarà semplice… Qualche problemino lo dovremo forse comunque affrontare. Pietro ha seguito la sua parola, ma le reti si sono rotte e le barche hanno cominciato ad affondare. Tutte le sue certezze economiche stavano per andare in frantumi!

Dopo questa esperienza stravolgente Pietro decise di abbandonare la sua attività principale per seguire Gesù. Da quanto leggeremo nei prossimi versetti pare che non abbia nemmeno dovuto pensarci più di quel tanto. Ma se non avesse obbedito alla strana richiesta di Gesù, non sarebbe nemmeno arrivato a quel punto.

Lascia che la grazia di Dio supplisca alla tua inadeguatezza

Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Perché spavento aveva colto lui, e tutti quelli che erano con lui, per la quantità di pesci che avevano presi, e così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Allora Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Ed essi, tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono. (Luca 5:8-11)

Pietro ebbe una reazione molto interessante alla pesca miracolosa. Aveva accettato, seppur con un po’ di riluttanza, di fare ciò che Gesù gli aveva chiesto. Aveva prestato la sua barca a Gesù e aveva assecondato la sua richiesta di prendere il largo per gettare nuovamente le reti da pesca nelle acque più profonde. Ma quell’esperienza pare averlo totalmente sconvolto.

Perché reagì in maniera così forte a quel miracolo? Perché fu così spaventato da gridare: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore”? È perché quella fu probabilmente la prima volta che si rese conto di quanto lui stesso fosse inadeguato di fronte alla grandezza e purezza del Figlio di Dio! Fu sopraffatto da un forte senso di vergogna.

Quando lo Spirito Santo ci rivela quanto siamo egoisti o orgogliosi, veniamo scossi nel profondo del nostro cuore. La pesca miracolosa concesse a Pietro la consapevolezza della propria peccaminosità e del suo disperato bisogno di un Salvatore. Non so come vivi tu la tua crescita nella fede, ma più io ho sperimentato la potenza di Dio nella mia vita, più ho anche riconosciuto la mia inadeguatezza e più mi son reso conto di quanto ho bisogno di Gesù!

Da quel giorno Pietro dovette imparare a morire a sé stesso, a prendere su di sé la propria croce e a seguire Cristo, e questo giornalmente! Anche se, in seguito, Pietro fu spinto dallo Spirito Santo a riconoscere che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Matteo 16:16), ci vollero comunque molti anni perché arrivasse a capire che Cristo era tutto per Lui e che senza Cristo lui non era nulla, che solo il Signore doveva essere il centro della sua vita.

Lo stesso vale anche per noi: essere discepoli è un cammino lungo e lento. È vero che in Cristo siamo una nuova creatura e che le cose vecchie sono passate (2 Corinzi 5:17) ma, come dice l’apostolo Paolo, “poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio” (2 Corinzi 7:1). Questo significa che anche noi, come Pietro, dobbiamo permettere a questa nuova vita di prendere sempre più spazio nella nostra quotidianità seguendo Cristo.

In tutto questo è però ancora più sorprendente la reazione di Gesù, che gli disse: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Con queste parole Gesù gli stava effettivamente dicendo: “Pietro, ti conosco profondamente, so come sei fatto, conosco le tue debolezze. Ma voglio comunque che tu mi segua. Non aver paura, seguimi e vedrai come io ti trasformerò!”.

Gesù non corresse Pietro quando si definì un peccatore. Gesù sapeva che Pietro, e così anche noi, avrebbe avuto bisogno della paziente, amorevole e lenta opera dello Spirito Santo nel suo cuore per arrivare là dove Lui voleva averlo. Eppure, Gesù lo invitò subito a seguirlo e gli promise che sarebbe diventato un pescatore di uomini, senza porre ulteriori condizioni!

Ciò che imparo io da questo brano è che c’è bisogno della mia disponibilità ad assecondare le richieste di Gesù, che se voglio crescere nella mia fede devo essere disposto ad uscire dalla mia zona confort per gettare nuovamente le reti nelle acque più profonde. Imparo però anche che è Gesù stesso a rendermi degno di poterlo seguire. Che non devo avere paura delle mie debolezze e dei miei fallimenti, perché Cristo è con me!

Se ti trovi in una fase della tua vita nella quale senti che il Signore ti sta chiamando a fare qualcosa per Lui, ti auguro di poterlo fare con gioia, anche se te lo chiede in un momento in cui avresti, a tuo parere, di meglio da fare. Se senti che Gesù ti sfida a fare un passo di fede, ovvero a fare qualcosa che ritieni magari inutile o troppo difficile, ti auguro di poter rispondere come Pietro dicendo: però, secondo la tua parola, lo farò!

Non temere le sfide e la fatica, non guardare alle tue inadeguatezze, perché è Gesù stesso a conferirti una nuova identità, a definire qual è la tua chiamata. A Pietro disse: da ora in poi non dovrai più definirti come un peccatore, non sarà più quella la tua identità, ma sarai un pescatore di uomini, un missionario, e ti occuperai di portare tante persone nel Regno di Dio.

Se oggi senti il bisogno di gettarti ai piedi di Gesù perché hai riconosciuto la tua inadeguatezza, va bene fallo. Ma permetti poi anche a Gesù di toglierti ogni paura, perché è Lui che ti invita a seguirlo, è Lui che ha fatto tutto il necessario con la sua morte alla croce per renderti degno. Gesù desidera che anche tu possa abbandonare la tua vecchia identità da peccatore, per diventare ciò che Lui ha previsto per te.

Pietro, e gli altri che erano con lui, “tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono”. Sei anche tu pronto a seguire Gesù nella prossima avventura verso la quale ti guiderà? Pietro divenne “pescatore di uomini”, sei pronto a diventare ciò che Gesù ha invece previsto per te?

Amen

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