Avere fede come Abramo
Michel Di Feliciantonio
Pastore
Oggi ho l’onore di concludere insieme a voi il capitolo 4 di Romani. Un capitolo che è una sorta di predicazione da parte di Paolo su un tema ben specifico, un tema molto a cuore all’apostolo ma anche, in generale, alla chiesa evangelica: la giustificazione per fede. Paolo per parlare di questo argomento fa l’esposizione di un singolo versetto dell’AT, Genesi 15:6:
Abramo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia.
Ho avuto modo di ascoltare i messaggi che sono stati portati in questo chiesa su Romani 4 ed è stato spiegato bene questo concetto di giustificazione per fede, una fede in Dio che è quella che conta per davvero e che ha contraddistinto Abramo, il patriarca del popolo di Israele.
Daniele domenica scorsa ha affermato:
la vera fede salvifica è una fede che non si fonda su riti religiosi e non dipende dalla legge, ma che si affida al Dio che rende possibile l’impossibile. Non è emozione. Non è religiosità. È dire: “Signore, mi fido di te”.
Il Dio che rende possibile l’impossibile è il Dio che, come dice Paolo al versetto 17, “che fa rivivere i morti e chiama all’esistenza le cose che non sono.”
Dopo una discussione così approfondita da parte di Paolo il concetto dovrebbe essere chiaro: la giustificazione è un dono che si riceve attraverso la fede, fede nel Dio della Bibbia. Io personalmente non mi sarei stupito se dal versetto 17 del capitolo 4 Paolo fosse passato direttamente all’inizio del capitolo 5, con quel famosissimo versetto che tanto ha segnato il pensiero di Martin Lutero:
5:1 Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
Paolo invece non ha fretta, perché ha ancora degli aspetti fondamentali di questa giustificazione per fede che vuole comunicare.
Non so quanti di voi sono persone pratiche e quante di voi invece persone teoriche. Io mi reputo una persona teorica, ma in realtà ci sono tante cose che riesco a comprendere, e mettere in pratica, solo se vedo un esempio concreto e pratico. Per questo motivo vanno tanto di moda i video “how to…”, i video dove ti fanno vedere come fare qualcosa: come svitare un rubinetto, come fare un origami, come cucinare il pesce. A volte abbiamo di vedere un esempio pratico per capire il concetto.
In un certo senso è quello che Romani 4:18-25 vuole fare. Paolo, dopo aver definito la giustificazione per fede, vuole rispondere praticamente alla seguente domanda: come è possibile avere la fede di Abramo? Praticamente, nella vita di tutti i giorni, cosa vuol dire avere fede come Abramo? Chi può avere questa fede? Come avere fede?
Iniziamo leggendo la prima parte del brano, Romani 4:18-22:
Romani 4:18 Egli, sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». 19 Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent’anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; 20 però, davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, 21 pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo. 22 Perciò gli fu messo in conto come giustizia. Abbiamo detto che la fede che salva è incentrata sul Dio dell’impossibile.
Il primo aspetto che Paolo vuole aggiungere è questo: come avere questa fede? Come è possibile credere?
In altre parole: vi capita mai di sapere che Dio esista ma di faticare a credere in lui,di abbandonarvi completamente a lui con la vostra fede? Credo che sia una cosa che accomuna tutti.
Magari non sei mai stato un cristiano, ma stai facendo un percorso e hai iniziato a leggere la Bibbia, hai iniziato a frequentare la chiesa, e dentro di te credi che Dio esiste. Ma come faccio a fidarmi di lui?
Oppure sei un giovane credente, che fatica a fidarsi di Dio e della sua parola nel contesto della scuola o del lavoro.
Oppure potresti essere un credente di lunga data, che dopo tanti anni di cammino con il Signore sta vivendo un periodo di depressione spirituale, un periodo di valle dell’ombra della morte in cui non riesci a credere con tutto il tuo cuore a Dio.
Come avere fede in Dio, in mezzo alle sfide e difficoltà della vita, quando non lo si vede, quando non lo si sente, quando ci si sente inadeguati?
Se credere in Dio ti sembra difficile, Paolo ti assicura che non sei solo. Paolo non addolcisce la realtà dei fatti come un venditore che cerca di venderti un prodotto. Paolo non dice che è facile credere. Guardate insieme a me il versetto 18: Abramo credette sperando contro speranza. In altre parole Abramo fece qualcosa di contrario alla sua natura, fece qualcosa di umanamente incomprensibile perché sperava in qualcosa di diverso.
Egli sperò andando contro la speranza umana. Abramo non era uno sciocco o un sempliciotto. Egli vide, versetto 19, chiaramente che il suo corpo era svigorito e che Sara non era più in grado di essere madre. Qui è bellissimo il testo originale di Paolo che dice, letteralmente, che Abramo vide che il suo corpo “era diventato come morto” e che il grembo di Sara era morto. Abramo guarda a se stesso, guarda a sua moglie e tutto quello che vede, umanamente, è morte.
Era naturale essere increduli, umanamente parlando. Era naturale avere dei dubbi. Il racconto della Genesi ci mostra chiaramente che Abramo non era un super uomo con una fede incrollabile. Quante volte Abramo è venuto meno! Abramo era un uomo come tutti noi. Ma in questo episodio in particolare, vicino ai 100 anni, come viene riportato da Genesi 17 in poi, egli non vacillò per l’incredulità. Umanamente parlando era naturale essere increduli.
Abramo avrebbe potuto decidere di lasciar prendere il sopravvento all’incredulità, al suo corpo pieno di rughe e indebolito, davanti all’incapacità di Sara di avere un bambino ma non vacillò e non venne meno alla fede!
Quali sono le cose nella tua vita che ti portano ad essere incredulo, a vacillare nella fede? Cosa ti impedisce di credere? Forse non è la vecchiaia, o la sterilità. Forse è il tuo passato che ti condanna? Forse è la pressione che viene dai tuoi amici a scuola? Forse è la stanchezza, frutto di tante delusioni, tante battaglie che hai dovuto vedere o affrontare? Una malattia? Un tradimento? Una persona cara che non accetta il Signore?
Come possiamo avere fede come Abramo?
In questi versetti vediamo 3 cose che fece Abrano. Abramo:
1. Credette alla parola di Dio
Versetto 19: credette… secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». In altre parole Abramo credette alla Parola di Dio. Abramo aveva conosciuto personalmente Dio, lo aveva sentito parlare, aveva ricevuto le sue promesse. Abramo credette anche se quello che vedeva, umanamente parlando, gli suggeriva di non credere. La fede non è chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà umane.
La fede è vedere le difficoltà e decidere di credere in qualcos’altro, qualcosa non di umano ma qualcosa di divino. Se vuoi avere fede come Abramo puoi fare la stessa cosa: puoi conoscere Dio. Attraverso la Parola di Dio puoi conoscere Cristo Gesù, la Parola che si è fatta uomo, che è venuta per rivelarti le promesse che Dio ha in serbo per te. Medita la sua Parola, lascia che modelli il tuo modo di vedere le cose, conoscilo in modo da vedere realtà spirituali che vanno oltre i limiti della realtà carnale. Credi nella parola di Dio. Lascia che sia la sua Parola, e non la tua carne, a definire la tua fede.
2. Diede gloria a Dio
Leggendo e preparandomi su questo testo il mio occhio si è soffermato spesso sul versetto 20: davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio. In genere non dedico troppo nei miei messaggi al testo originale, ma anche in questo caso c’è qualcosa degno di essere notato nel testo greco. Perchè mentre leggevo dicevo: ma in che modo Abramo, nonostante avesse ogni motivo per essere incredulo, non vacillò ma anzi fu fortificato nella fede?
Anche io voglio essere fortificato nella fede! Immagino che anche tu voglia essere fortificato nella fede! Nella traduzione italiana sembra quasi che la gloria che Abramo diede a Dio sia il risultato della fortificazione nella fede. Invece l’originale greco dice così: ma fu fortificato nella fede AVENDO DATO gloria a Dio. Non voglio fare una lezione di grammatica, anche perchè non è il mio campo. Ma il verbo che viene usato per “dare” gloria è un participio attivo aoristo. Il participio attivo aoristo è una forma verbale greca che si usa per esprimere un’azione momentanea, solitamente anteriore a quella del verbo reggente. La gloria precede la fortificazione della fede e non il contrario!
Come avere la fede di Abramo? Abramo credette alla parola di Dio. Seconda cosa: Abramo diede gloria a Dio. Abramo decise che quello che contava veramente era glorificare Dio, e non quello che lui stava provando, quello che lui temeva, quello che lui pensava. Abramo non diede alle emozioni, alla paura, all’incredulità la possibilità di prendere il sopravvento, ma si focalizzò su quello che contava veramente: la gloria di Dio. Nel momento in cui diede gloria a Dio, nel momento in cui spostò l’attenzione da se stesso per fissarla su Dio, la sua fede fu fortificata.
Martyn Lloyd-Jones, un pastore inglese che a lungo predicò sulla Lettera ai Romani, ebbe modo di dire queste parole:
Qual era il segreto della forza di Abrahamo? Secondo l’Apostolo il segreto consisteva nel dare la gloria a Dio. Questa è la risposta, questo è il segreto di una fede forte. Mi voglio spingere oltre e dire che questa è la vera essenza della fede. La fede, infine, è ciò che da gloria a Dio.
Se stai lottando con il dubbio, con l’incredulità; se stai faticando a dare la tua vita al Signore, o a vivere la tua vita per il Signore a scuola o al lavoro; se stai arrancando nel tuo rapporto con il Signore, forse stai passando troppo tempo a riflettere sui tuoi bisogni, le tue richieste, gli ostacoli che tu vedi invece di dare gloria a Dio, invece di fissare lo sguardo su Cristo, colui che crea la fede e la rende perfetta!
Se vuoi avere fede come Abramo, oggi e in questa settimana dai gloria a Dio per chi lui è: lodalo per quello che ha fatto, ringrazialo per quello che stai attraversando e per come si sta prendendo cura di te, celebralo per aver mandato il suo Figlio affinchè noi potessimo essere uniti a lui.
3. Credette alla potenza di Dio
Abramo aveva coltivato il suo rapporto con Dio. Aveva parlato con lui, lo aveva ascoltato e aveva creduto alla sua parola. Aveva dato gloria a Dio. Ed, infine, aveva creduto alla potenza di Dio. Versetto 21 pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo.
Abramo credette che quello che Dio gli aveva detto, quello che Dio gli aveva promesso, era anche in grado di farlo. Il testo ci dice che egli fù “pienamente convinto”. Ancora una volta, e prometto è l’ultima volta, è utile notare che il verbo originale non è attivo ma passivo. Non è che Abramo si era convinto da solo. Abramo era stato convinto dal Signore che quello che egli prometteva era anche in grado di farlo. Abramo era ormai un vecchietto di quasi 100 anni. Le esperienze avute con il Signore, nel corso degli anni, tutte le volte che Dio aveva mantenuto la sua parola, tutte le volte che Dio aveva fatto qualcosa di incredibile, tutte le volte che Dio lo aveva liberato o consolato erano esperienze che Dio aveva usato per convincerlo pienamente.
Se stai cercando genuinamente il Signore, o se stai cercando genuinamente di camminare con il Signore, allora il Signore sta già operando in te in modo che tu possa essere pienamente convinto della potenza di Dio. Anche la fede è un dono di Dio, non è il frutto della nostra bravura. La fede è resa possibile dall’intervento di Dio nella nostra vita, dalla sua iniziativa, dalla sua fedeltà.
Ma, al tempo stesso, la fede richiede la decisione di credere, come fede Abramo, decidere di credere contro speranza, decidere di credere contro l’incredulità. Il Signore sta già lavorando nella tua vita in modo che tu possa avere fede in lui, fede che quello che ha promesso è in grado di farlo. Il nostro Dio è onnipotente. Crediamo in lui.
Ecco, praticamente, in cosa consisteva la fede di Abramo. Ecco la dimostrazione pratica del teorema. Egli credette alla Parola di Dio, glorificò Dio e credette alla sua potenza. Ecco perché, versetto 22, …gli fu messo in conto come giustizia. Ecco che tipo di fede è necessaria per essere giustificati da Dio.
Chi può avere fede?
Abbiamo risposto praticamente alla domanda: come avere fede come Abramo?
E forse mentre hai ascoltato hai pensato “è tutto molto bello, tutto molto interessante…ma lui era Abramo, e Abramo è vissuto migliaia di anni fa.” Ma oggi? Chi può avere fede come Abramo? Come posso io avere fede come Abramo, se penso agli sbagli della mia vita, o se alla paura che ho di dire ai miei amici che appartengo a Lui, o se penso al dolore che provo?
Paolo viene incontro alle nostre domande dicendo:
23 Or non per lui soltanto sta scritto che questo gli fu messo in conto come giustizia, 24 ma anche per noi, ai quali sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, 25 il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.
Paolo vuole assicurarsi di specificare che questa spiegazione pratica della fede di Abramo è ancora attuale. Era innanzitutto attuale per i lettori della lettera: ovvero la comunità di credenti a Roma, composta sia da credenti di origine ebraica che credenti di origine gentile, pagana. Paolo dice loro: “Tutti coloro che credono sono partecipi della promessa fatta ad Abramo. Tutti noi che abbiamo creduto siamo giustificati.” In mezzo alle tensioni che c’erano tra le due anime della chiesa, quella giudaica e quella greca, Paolo dichiara: “noi tutti ora siamo un popolo solo, noi che siamo la vera discendenza di Abramo, la chiesa, noi che abbiamo avuto fede come Abramo riceviamo da Dio la stessa giustificazione.”
E quello che valeva per Abramo, e che valeva anche per la chiesa di Roma vale anche per noi oggi. Avete presente quando si traccia una retta tra due punti? Il proseguimento di quella retta sarà sempre condizionato dai due punti che l’hanno generata.
Leggiamo, meditiamo, predichiamo la Parola di Dio perché crediamo che attraverso di essa Cristo continui a rivelarsi. Questa mattina Gesù stesso sta parlando al nostro cuore e ci sta incoraggiando con le stesse verità che lui aveva detto, per mezzo di Paolo, alla chiesa di Roma.
Se non hai ancora creduto al Signore, se non hai affidato a lui la tua vita, ti invito a farlo e ti assicuro che il Signore giustificherà anche te, che davanti al giudizio eterno sarai annoverato trai giusti.
Se lo hai accettato da relativamente poco e stai faticando a vivere a causa delle pressioni del mondo che ti circonda, credi nelle promesse che il Signore ha preparato per te. Il Signore ti fortificherà e ti renderà come un albero che non teme le tempeste.
Se lo hai accettato da tanti anni ma stai affrontando un periodo di oscurità spirituale, abbandona di nuovo il tuo cuore a lui, e il Signore ti risponderà, farà risplendere su di te il suo volto, ti farà di nuovo udire canti di gioia e di letizia.
L’oggetto della nostra fede
Per quale motivo posso esserne così certo? Per quale motivo posso affermare queste cose? A causa dell’oggetto della fede di Abramo, l’oggetto della fede dei romani e l’oggetto della nostra fede: Dio. Versetto 24b noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore.
La certezza che il Signore ci rende giusti e che sarà fedele nei nostri confronti, che porterà a compimento le sue promesse nella nostra vita non viene dalla nostra bravura, dalla grandezza della nostra fede, dalle nostre azioni, da come ci sentiamo, dalle difficoltà che ci sono, dalla sterilità o dalla fragilità dei nostri fisici ma dall’oggetto della nostra fede: Dio, tramite Gesù.
È interessante notare, alla fine di questo lungo capitolo sul tema della giustificazione per fede, che Paolo per la prima volta cita Cristo Gesù, il nostro Signore. è per mezzo di Cristo, per i meriti di Cristo che tutto questo è possibile. Cristo rende possibile la tua fede.
Lo stesso Dio che aveva profetizzato la venuta di Cristo, ha anche risuscitato Gesù, dopo che egli era stato ingiustamente condannato, dopo che era stato appeso su una croce, dopo che era stato visto morire, dopo che era stato depositato in una fredda tomba.
Dio ha risuscitato Cristo. Proprio come con Abramo e Sara è stato in grado di creare vita e di “produrre” un figlio lì dove sembrava regnare la morte. Ed il Figlio, dice Paolo, ha subito la morte per noi in modo da diventare, attraverso la giustificazione per fede, il nostro Signore, il nostro rappresentante, colui che ha autorità sulla nostra vita e determina la salvezza e il destino eterno della nostra vita.
Ed è bello, ad una settimana dalla Pasqua, leggere la descrizione che fa Paolo al versetto 25 di Cristo Gesù: è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.
Gesù è morto a causa dei nostri peccati. Siamo giustificati, come dice Romani 3:24-25, per mezzo del suo sangue. Ma la nostra giustificazione è resa ufficiale, concreta, tangibile non solo dalla morte di Cristo ma anche dalla sua resurrezione, che ci porta ad ammirare una tomba vuota e una croce vuota. La resurrezione è la dimostrazione più incredibile della potenza di Dio, potenza che lui usa per giustificare e accompagnare in ogni fase della vita coloro che sono salvati per mezzo del sangue del Figlio.
Se era possibile per Abramo avere fede in Dio (Abramo che intravedeva solo da lontano e in maniera sfocata il Salvatore che gli era stato promesso e che doveva arrivare) allora quanto di più è possibile per noi, oggi, avere fede. Noi, che viviamo dopo la venuta di Cristo, noi che abbiamo visto le profezie adempiersi, Dio operare, l’Agnello essere immolato per poi risorgere, ascendere, per posizionarsi alla destra del trono del Padre, da dove intercede continuamente per noi.
Osserva quello che umanamente sembra rendere impossibile la tua fede, osserva la tua vecchia, la tua sterilità, i tuoi sbagli, il tuo peccato, i tuoi dubbi e poi guarda a Dio, per mezzo di Gesù, e credi in lui.