E se Dio ci stesse già parlando?

15 Giugno 2025

Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Nella pubblicità della Sprite del 1997 c’era uno slogan che mi ha colpito:

“L’immagine è zero. La sete è tutto. Ascolta la tua sete.”

Ora, non stiamo parlando di Sprite. Ma questa frase dice qualcosa di sorprendentemente vero anche nella vita spirituale.

Perché dentro di noi c’è una sete. Una sete che non si spegne con un bicchiere d’acqua. Una sete più profonda…

E se fosse Dio a parlarci proprio attraverso quella sete?

Dentro di te: la sete di qualcosa di più

Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità, sebbene l’uomo non possa comprendere dal principio alla fine l’opera che Dio ha fatta. (Ecclesiaste 3:11)

Immaginatevi un ragazzo di seconda media. Lo chiameremo Luca. È cresciuto in una famiglia credente, ha fatto la scuola domenicale, ha sentito tante storie su Dio. Ma adesso qualcosa è cambiato.

A scuola gli amici lo prendono in giro: “Tu ci credi ancora a quelle cose? Dio non si vede. Non si può dimostrare. Siamo nel 2025, dai!”

Luca non sa bene cosa rispondere. Non vuole sembrare ingenuo. Ma dentro di sé sente che forse Dio c’è. Qualche volta, quando guarda il cielo stellato o ascolta una musica che lo tocca nel profondo, gli viene da chiedersi: “E se Dio ci stesse davvero parlando, ma io non lo sto ascoltando?”

Luca non riesce a spiegarselo. Ma ogni tanto sente un bisogno dentro, come una sete che niente riesce a spegnere. È felice dopo una giornata con gli amici, ma poi torna a casa e si sente vuoto. Ha tutto, ma a volte gli sembra che manchi qualcosa.

Ti è mai capitato?

Noi esseri umani non viviamo solo di cose materiali. Dentro di noi c’è un desiderio profondo di significato, di amore incondizionato, di giustizia vera, di eternità. È come se fossimo fatti per qualcosa, o per qualcuno, che va oltre questo mondo.

Persino chi dice di non credere si fa domande:

  • Perché esisto?
  • Perché fa così male se qualcuno tradisce la mia fiducia?
  • Perché l’amore è così importante?
  • Perché mi emoziono guardando cose belle?

Tutte queste domande sono segnali. Come frecce che puntano in alto. Come una sete che non si spegne mai… finché non incontriamo la vera fonte.

C.S. Lewis, autore delle Cronache di Narnia, diceva:

Se trovo in me un desiderio che nulla in questo mondo può soddisfare, la spiegazione più probabile è che sono stato fatto per un altro mondo.

La Bibbia lo dice da migliaia di anni: Dio ha messo nei nostri cuori il pensiero dell’eternità.

Non siamo solo materia, ma anche spirito. Non siamo solo creature che vivono per qualche decennio, ma esseri fatti per l’eternità.

E questa sete non è una debolezza. È un dono. È come una bussola interiore che ci spinge a cercare. A porre domande. A non accontentarci delle risposte facili.

È Dio che bussa. Che si fa sentire nel nostro vuoto. Che ci invita a cercarlo.

E voi? Qual è quella cosa che vi fa sentire che forse Dio c’è?

Un momento, un’emozione, una domanda?

Intorno a te: Le tracce nella creazione

I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra. (Salmo 19:1-2)

Luca una sera è uscito con il cane. Era buio, ma il cielo era pieno di stelle.

Per un attimo si è fermato. Niente telefono, niente musica, solo silenzio. E si è sentito piccolo. Ma anche parte di qualcosa di grande.

Come fa tutto questo a esistere? Da dove viene l’universo?

Come mai c’è un ordine così preciso?

Le galassie che si muovono senza scontrarsi, le leggi della fisica che funzionano ovunque, la terra che ha proprio le condizioni giuste per permettere la vita…

È davvero tutto un caso?

Molti scienziati parlano di fine-tuning: l’universo sembra tarato alla perfezione per permettere la vita. Se solo una costante fisica fosse diversa di una frazione infinitesimale, non esisteremmo.

Alcuni dicono: “È solo fortuna”. Altri dicono: “Forse dietro c’è un disegno. Un’intelligenza. Un Creatore”.

Come dice il Salmo, “i cieli raccontano” qualcosa. Anche se non parlano con parole, mandano un messaggio. La creazione è come un’opera d’arte che riflette l’artista.

E non serve andare nello spazio. Anche il nostro corpo è pieno di meraviglie:

  • il cuore che batte in un ritmo perfetto,
  • il cervello che elabora mille pensieri,
  • la coscienza che distingue il bene dal male.

Da dove viene tutto questo?

E poi… l’amore. Il perdono. La bellezza. La musica che ci commuove. L’arte. Il desiderio di pace.

Sono solo impulsi chimici? Oppure sono tracce di qualcuno che ci ha fatti a sua immagine?

Certo, queste non sono “prove” come una formula matematica. Ma sono indizi potenti.

Come quando torni a casa e senti profumo di torta al cioccolato: non la vedi, ma sai che c’è. Qualcuno l’ha fatta.

Luca ha cominciato a vedere il mondo con occhi diversi. Non aveva ancora tutte le risposte, ma ha iniziato a riconoscere le impronte. Forse Dio non è così lontano come pensava.

Forse sta lasciando messaggi in giro. Segnali. Come in una caccia al tesoro spirituale.

Secondo voi, questa bellezza… non potrebbe parlare di Dio?

Davanti a te: Dio si è fatto vedere

Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere. (Giovanni 1:18)

Luca era arrivato a un punto strano: non si sentiva più ateo, ma neanche sicuro.

Aveva riconosciuto in sé una sete. Aveva visto nel mondo segni che lo facevano pensare.

Ma Dio… restava invisibile. Silenzioso.

Un giorno, qualcuno gli ha detto una frase semplice: “Se vuoi sapere com’è Dio, guarda Gesù.”

E quella frase gli è rimasta in testa.

Perché Gesù non ha solo insegnato belle verità.

Non ha semplicemente fondato una nuova religione.

È Dio che si è fatto vedere. È diventato umano. Avvicinabile.

Con mani, occhi, voce, lacrime.

In Lui, Dio non è più un’idea vaga. È una persona.

Gesù ha parlato con chi aveva dubbi.

Ha ascoltato chi soffriva.

Ha toccato chi era escluso.

Ha amato chi si sentiva lontano da Dio.

E poi ha fatto qualcosa di sconvolgente: è morto per noi. Non perché fosse debole, ma perché ci ama fino alla fine. E non è finita lì.

La resurrezione di Gesù è l’unico evento della storia in cui migliaia di persone hanno cambiato vita da un giorno all’altro.

Non perché avevano trovato una bella idea. Ma perché avevano incontrato una persona viva.

Anche oggi Gesù continua a toccare i cuori. Non si vede con gli occhi, ma cambia le vite.

Quando ti perdona anche se pensi di non meritarlo.

Quando ti dà forza nei momenti bui.

Quando ti fa sentire amato, anche se ti senti solo.

Quando ti mette accanto qualcuno che ti ascolta.

Questa non è teoria. È esperienza. È testimonianza. È realtà.

Luca, un giorno, ha fatto una preghiera semplice: “Gesù, se davvero sei reale, fammi sentire che ci sei.”

Non ha avuto visioni. Non ha sentito voci. Ma ha sentito pace.

E ha capito che non era da solo. Da quel giorno ha cominciato a fidarsi.

Non tutte le domande hanno trovato risposta. Ma ha capito che credere non è chiudere gli occhi. È aprirli a qualcosa di più grande. A Dio che vuole essere presente nella nostra vita in modo concreto. A un amore che non ti lascia più.

Conclusione

Oggi abbiamo fatto un viaggio.

Siamo partiti da una domanda sincera: “Come si fa a sapere se Dio esiste?” Abbiamo visto che:

  • Dentro di noi c’è una sete profonda.
  • Intorno a noi ci sono tracce che parlano di un Creatore.
  • Davanti a noi c’è Gesù: Dio fatto visibile, vicino, reale.

Forse oggi ti ritrovi in questa ricerca.

Forse sei come Luca: non hai tutte le risposte, ma senti che Dio ti sta cercando.

Allora ascolta questo invito:

Non aspettare di avere tutte le prove. Inizia dal desiderio. Dalla sete. Dal dubbio stesso. Perché Dio non si offende quando lo cerchi. Anzi, ti viene incontro.

Se apri anche solo un po’ il cuore, scoprirai che Dio non è lontano. È già lì. ti parla. Ti aspetta.

Puoi fare un piccolo passo. Una preghiera. O semplicemente dire: “Signore, se ci sei, mostrami la tua presenza. Parlami. Fammi incontrare Gesù.”

E Lui, nel tempo giusto, lo farà. Perché non si impone, ma si mostra. E a chi lo cerca, si lascia trovare.

E forse è proprio questa la sete che senti oggi: una sete di senso, di amore vero, di pace.

Allora ti lascio con la stessa frase con cui abbiamo iniziato. Era di una pubblicità che parlava di bibite… ma oggi può avere un significato tutto nuovo:

“L’immagine è zero. La sete è tutto. Ascolta la tua sete.”

Amen

Altri sermoni

Schiavi… ma di chi?

Schiavi… ma di chi?

In Romani 6, Paolo ci sfida a guardare in faccia la nostra libertà: non si tratta di se siamo schiavi, ma di chi. Schiavitù del peccato o servizio a Dio?

Morto al peccato, vivo in Cristo!

Morto al peccato, vivo in Cristo!

In Cristo siamo morti al peccato e risorti a una vita nuova: una realtà spirituale profonda che cambia la nostra identità, le nostre scelte e il nostro modo di vivere.
Non siamo più schiavi del peccato, ma strumenti nelle mani di Dio, accordati dalla sua grazia e pronti per la sua gloria.