Abbiamo un Dio che si interessa di noi

9 Maggio 2021

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece. (Giona 3:10)

Il libro di Giona parla della missione che Dio ha affidato al suo profeta. Giona dapprima si rifiuta, fugge lontano da Di, ma il Signore non lo lascia andare, lo richiama e gli offre una seconda opportunità. La seconda volta Giona obbedisce a Dio, si reca a Ninive e annuncia l’imminente giudizio di Dio su quella città. Il risultato sorprese totalmente il profeta.

I Niniviti credettero a Dio, si pentirono, gridarono a Dio con forza e abbandonarono le loro vie malvagie. Fecero tutto il possibile per convincere il Signore a non portare a termine il suo giudizio. Dopodiché non restò loro altro da fare se non attendere la risposta. Dio li avrebbe ascoltati? Li avrebbe perdonati? Li avrebbe risparmiati?

Forse anche tu ti sei già chiesto come può essere che il Creatore dei cieli e della terra, il Signore dei signori e il Re dei re si interessi alla tua vita. Forse anche a te è già capitato di pregare come re Davide dicendo: “O SIGNORE, ascolta la mia voce quando t’invoco; abbi pietà di me, e rispondimi” (Salmo 27:7). Come puoi essere sicuro che Dio ti ascolta?

Gli abitanti di Ninive si trovavano proprio in una situazione simile, quando sai che hai fatto tutto ciò che dovresti per rivolgerti a Dio, quando lo hai implorato, gli hai chiesto perdono e non puoi fare altro che confidare nella sua grazia e nella sua misericordia. Come possiamo essere certi che Dio non resta indifferente ai nostri bisogni? La storia di Ninive ce lo insegna…

Dio non è indifferente a come viviamo

Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità. (Giona 3:10a)

Già al capitolo 1 versetto 2 leggiamo che la malvagità del popolo di Ninive era salita fino a Dio. Sin dall’inizio Dio non era rimasto indifferente a ciò che accadeva a Ninive. Proprio per questo aveva mandato Giona per portare loro un messaggio di avvertimento: “Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!” (Giona 3:4). E ora leggiamo che “Dio vide ciò che facevano”, solo che in questo caso Dio “vide che si convertivano dalla loro malvagità”.

Perché Dio era interessato a una città che non faceva nemmeno parte del suo popolo? Perché Dio è interessato a come viviamo la nostra vita? Perché il peccato è un problema così grande per Dio? Forse anche tu hai già pensato: “Se voglio fare qualcosa di sbagliato e forse anche rovinare la mia vita, sono affari miei, non suoi! Che differenza fa per Lui?”

Se vedeste un bambino vagare tutto solo nei pressi di una strada trafficata ignaro del pericolo, cosa fareste? Lo ignorereste o lo esortereste addirittura ad attraversare la strada senza curarsi del traffico? Non credo proprio. Anche se non lo conoscessi, ti importerebbe comunque di lui e faresti tutto il possibile per salvarlo dal pericolo e tenerlo al sicuro.

Con tutti i limiti che ha questa immagine, è così che Dio ci vede. Un giorno Gesù espresse il suo dolore su Gerusalemme che non voleva ascoltarlo dicendo: “quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” (Matteo 23:34). Dio vuole proteggerci dal male e dal peccato, per questo Gesù disse anche che “v’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede” (Luca 15:10).

La seguente parabola di Gesù esprime perfettamente il cuore di Dio:

Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. (Luca 15:4-6)

Se a Dio non importasse di noi, farebbe esattamente quello che molti vorrebbero che facesse: ci ignorerebbe. Ma a Dio importa di noi! Infatti, non solo si preoccupa di noi, ma ci conosce e ci ama, e si addolora quando facciamo cose che sa che possono solo farci male. Ed è esattamente quello che fa il peccato, perché il peccato è come un cancro mortale che alla fine ci distrugge.

C’è chi pensa che Dio sia troppo grande o troppo occupato con cose più importanti per preoccuparsi di qualcosa di così insignificante come i dettagli della nostra vita. Ma questo sentimento non è biblico. Dio si preoccupa anche delle piccole cose che accadono nella nostra vita. Dio non resta indifferente di fronte alla sofferenza o al peccato di qualunque persona.

Gesù disse:

Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio; anzi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri. (Luca 12:6-7)

Dio è sempre all’opera nella nostra vita. Non una lacrima va persa. Non un desiderio passa inosservato. Dio guida ogni dettaglio per il nostro bene e per la sua gloria. Sceglie di perdonare e di dimenticare i peccati di chi confida in Lui in modo che non dobbiamo vivere costantemente sotto il peso di aver sbagliato. Ci invita anche ad affrontare con Lui un cammino basato sulla fiducia e sulla resa totale, in modo che Lui possa continuare l’opera di trasformazione nella nostra vita (Filippesi 1:6).

Dov’è Dio all’opera nella tua vita? Come si è rivelato attraverso dettagli o nei momenti confusi della tua vita? In che modo Dio ti parla e ti guida giorno dopo giorno? A volte lo notiamo e lo percepiamo in vari dettagli della vita quotidiana. A volte significa fidarsi di ciò che Lui ha già detto nelle Scritture e di come ci ha progettato a sua immagine e somiglianza, in grado di fare le nostre scelte guidati dallo Spirito Santo e andare avanti. Se siamo sensibili all’opera dello Spirito Santo in noi, allora i nostri cuori e le nostre menti saranno abbastanza malleabili, e saremo in grado di cambiare direzione ogni volta che sarà necessario.

Il versetto 10 non ci dice, infatti, che Dio ascoltò le grida dei Niniviti, o che restò impressionato nel vedere che si erano vestiti di sacchi e si erano seduti sulla cenere. No, Dio “vide che si convertivano dalla loro malvagità”, vide che il loro era un autentico ravvedimento. Non erano semplici parole di rammarico, nessun banale “mi dispiace” di chi è stato colto in flagrante, ma un cambiamento di condotta ad indicare un genuino cambiamento di cuore.

Non cadere nel tranello del diavolo che vuol farti credere che a Dio non importi come vivi, o che non si preoccupa se tolleri qualche peccatuccio ogni tanto nella tua vita. Questo sarebbe un affronto alla santità di Dio e al suo profondo amore nei tuoi confronti.

Dio non passa tutta la giornata ad aspettare che sbagli per poi punirti, ma veglia piuttosto su di te con amore per aiutarti a camminare in modi che sono buoni per te, modi che riflettono il Suo carattere e la Sua natura. È buono se ci rendiamo conto che se obbediamo a Dio e facciamo ciò che Lui ci chiede, non stiamo facendo un favore a Dio, ma stiamo in realtà facendo un enorme favore a noi stessi.

Dio vide dunque i cambiamenti di atteggiamento nei Niniviti, ma come reagì?

Come può Dio pentirsi di qualcosa?

Dio… si pentì del male che aveva minacciato di far loro. (Giona 3:10b)

Questa è forse la parte più difficile di tutto il libro di Giona. Per molti è inconcepibile che Dio possa “pentirsi” di qualcosa o anche solo “cambiare idea”. Eppure Giona stesso se lo aspettava sin dall’inizio (4:2) e i Niniviti perlomeno speravano che lo facesse (3:9).

Se Dio non avesse desiderato altro che distruggere Ninive, perché avrebbe prima dovuto avvertirli? Riflettere su questo aspetto ci aiuta a capire il significato del pentimento di Dio.

Quando Dio ordinò a Giona di avvertire i Niniviti dell’imminente giudizio, non fece una dichiarazione della sua immutabile volontà, bensì espresse un avvertimento legato a una chiara condizione. Il giudizio sarebbe sopraggiunto solo se i Niniviti non si fossero ravveduti e Giona ne era ben consapevole (Giona 4:2). I Niniviti avevano dunque tutte le ragioni per interpretare le parole di Giona come l’occasione per ravvedersi e per sperare nella misericordia di Dio.

Tutto ciò è perfettamente in linea con quanto Dio afferma nel libro del profeta Geremia:

A un dato momento io parlo riguardo a una nazione, riguardo a un regno, di sradicare, di abbattere, di distruggere; ma, se quella nazione contro la quale ho parlato, si converte dalla sua malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di farle. (Geremia 18:7-8)

Dio risponde alle nostre azioni. Se Dio non avesse visto che i Niniviti “si convertivano dalla loro malvagità”, non avrebbe certo cambiato i suoi piani. Dio vede, osserva, valuta e risponde. Perdona chi si ravvede e riprende chi si allontana da Lui, ma sempre con l’intenzione di portarlo al ravvedimento, “perché il SIGNORE riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce” (Proverbi 3:12).

Sarebbe sbagliato e completamente contrario alla rivelazione del resto della Bibbia se noi prendessimo questo versetto per giustificare l’idea di un Dio incostante, che cambia idea come capita o che dice una cosa e poi ne fa un’altra. Dio non cambia idea come tu ed io cambiamo la nostra. Non è che Dio faccia errori di valutazione o che si penta magari di aver esagerato, prendendo una decisione spinto dall’ira momentanea e senza averci riflettuto.

In realtà il Signore non ha cambiato idea, ma ha portato avanti il suo piano attraverso un compito ben preciso affidato a Giona. Non c’è stato alcun cambiamento nel piano di Dio, solo una progressiva rivelazione di quel piano al profeta e a noi. Quello che dovremmo imparare, quindi, non è che il Signore cambia idea o adatta i suoi piani di redenzione. Non è assolutamente ciò che la storia di Giona vuole insegnarci. Il libro di Giona ci rivela invece il carattere di Dio e qualcosa sui suoi scopi eterni all’interno della storia dell’umanità.

Il libro di Giona ci insegna chiaramente, come abbiamo visto prima, che Dio vede il peccato e l’ingiustizia. Ci dice che il Signore non tollererà queste trasgressioni per sempre. Ci sarà un giorno di giudizio. Ci sarà un giorno in cui il Signore farà giustizia nella storia dell’umanità. Il libro di Giona ci mostra chiaramente la santità di Dio, che non può e non vuole trascurare il peccato.

Davide esprime questo concetto in un Salmo dicendo:

Poiché tu non sei un Dio che prenda piacere nell’empietà; presso di te il male non trova dimora. (Salmo 5:4)

Dio ha visto il peccato dei Niniviti, e Dio vede anche il nostro. Il libro di Giona ci insegna però anche qualcosa riguardo la pazienza e la compassione del Signore per persone come i Niniviti, per persone profondamente coinvolte nel peccato. Mentre vede tutto il male del peccato e lo odia, il suo desiderio è che coloro che ne sono schiavi trovino la libertà, che coloro che sono legati al peccato, trovino la pace, che coloro che sono stati soffocati dal peccato, “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10).

Il modo in cui Dio tratta con i Niniviti è semplicemente un riflesso o un’ombra del suo piano finale con l’umanità. Vediamo il desiderio di Dio di giudicare giustamente il peccato e vediamo il suo desiderio di mostrare misericordia ai peccatori. Giona 3:10 è un versetto che mostra il profondo dilemma sul quale si basa tutta la storia della redenzione: come può Dio punire i peccati e contemporaneamente mostrare misericordia ai peccatori?

Quando continueremo con il capitolo 4 vedremo che Giona aveva un grande problema con tutto questo. Odiava l’idea della misericordia di Dio per Ninive e chiedeva giustizia. Noi sappiamo che la giustizia è poi arrivata nella persona di Gesù Cristo. Ma non solo, in Cristo è arrivata anche la misericordia nel mondo. Giustizia e misericordia si sono incontrate alla croce di Cristo. E Giona 3:10 punta a gran voce a quell’evento!

Solo alla croce il peccato può essere giustamente giudicato e la misericordia può essere concessa. Solo Gesù è “l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” (Giovanni 1:29). Sulla croce Gesù ha pagato il prezzo per tutti i tuoi peccati, giustizia è stata fatta. E, se tu confidi in Cristo per questo, il Signore si diletta a prodigare la sua grazia e il suo amore su di te, in Lui trovi misericordia.

Ci sarebbe ancora tanto altro da dire su questo versetto, ma l’aspetto principale è che il Signore ama essere misericordioso! Lui ama quando le persone che erano lontane da Lui, come questi Niniviti, si allontanano dal peccato e vengono a Lui. Egli desidera rivolgersi a loro con compassione, perché Lui è misericordioso.

E Dio vuole che anche noi siamo pieni di misericordia verso coloro che ci circondano. Vuole che prendiamo esempio da Lui e non facciamo il male che abbiamo pensato, vuole che rinunciamo alla nostra ira e alla nostra vendetta.

Dio trasforma il male in bene

Dio… non lo fece. (Giona 3:10c)

Giona 3:10 è forse il verso più bello e più intenso di tutto il libro. Che cos’è che Dio non fece? Dio rinunciò alla distruzione che aveva intenzione di portare sul popolo di Ninive. Quella distruzione sarebbe stata forse come quella che il Signore portò sul popolo di Sodoma e Gomorra (Genesi 24:24-26).

Se il Signore non avesse rinunciato alla sua ira, avremmo nella Bibbia un’altra storia di una città distrutta da Dio. Ma data la natura del ravvedimento del re e del popolo di Ninive, la storia non finì così. Tutto questo cambiamento di rotta da parte di Dio, fa forse di Giona un falso profeta? Ha forse annunciato il falso profetizzando che entro quaranta giorni Ninive sarebbe stata distrutta?

Niente affatto. Dio ha in seguito effettivamente giudicato Ninive, come riportato dal profeta Naum, che chiarì pure che “Il SIGNORE è lento all’ira ed è molto potente, ma non lascia il colpevole impunito” (Naum 1:3). Tuttavia, alla luce del loro pentimento, il Signore ritardò il giudizio di altri 150 anni.

Se nella tua vita ti capita di non capire perché Dio permette alcune ingiustizie o perché apparentemente non ti rende giustizia nella tua sofferenza, ricorda che anche tu stesso – come Giona tra l’altro – sei stato oggetto dell’immeritata misericordia di Dio. Ricorda che è stato Gesù a pagare per liberarti dai tuoi peccati e per darti la vita eterna.

Questo pensiero potrà forse aiutarti a fare tua l’esortazione di Paolo:

Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Romani 12:19-21)

Riassumendo Giona capitolo 3 potremmo dire che il peccato è grave, perché fa del male a noi ed è un pugno in faccia alla santità di Dio. Il ravvedimento è però sempre possibile, come lo è stato per Ninive, perché la grazia di Dio è infinita. E il perdono di Dio è certo, perché in Cristo Dio rinuncia alla sua ira e trasforma le nostre vie malvagie in vie che piacciono a Lui, trasforma il nostro desiderio di vendetta in amore per il nemico.

Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

Amen

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