Abbondanti nel ringraziamento
Daniele Scarabel
Pastore
In questo speciale giorno nel quale celebriamo la festa del ringraziamento vorrei portarvi alcune brevi riflessioni sulla gratitudine che possiamo sviluppare nella nostra vita quotidiana. La scorsa domenica ho concluso il sermone citando due versetti dalla lettera di Paolo ai Colossesi, che ci invitano proprio a vivere una vita piena di gratitudine:
Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento. (Colossesi 2:6-7)
Guardando alle circostanze, alle sfide o alle cose che non vanno come vorremmo nella nostra vita, possiamo facilmente perdere di vista il motivo principale di gratitudine per ogni cristiano. Paolo, infatti, ci ricorda innanzitutto il motivo principale per essere grati: aver ricevuto Cristo Gesù come Signore. Tutto comincia da qui, dall’incontro personale con Gesù, dalla consapevolezza che Lui è il nostro Salvatore, la nostra guida, la nostra speranza.
Ma una volta ricevuto Cristo, cosa ci chiede Paolo? “Camminate in lui”. Camminare è un’azione continua. Non è solo un momento, ma un percorso che ci impegna ogni giorno. Il cammino con Cristo non è statico, ma dinamico. Paolo ci invita a non fermarci al primo incontro, ma a continuare a crescere, a vivere la nostra vita in Lui. E come possiamo farlo? Paolo usa tre immagini potenti che voglio condividere con voi questa mattina.
La prima immagine è quella delle radici: “Radicati in lui”. Cos’è una pianta senza radici? È destinata a seccarsi, a morire. Le radici sono ciò che dà nutrimento, stabilità, forza. Anche noi, come credenti, dobbiamo essere radicati in Cristo. Essere radicati in Cristo significa trovare stabilità nelle sue promesse, nella preghiera e nella comunione con Lui.
Quando arriva una difficoltà nella tua vita, come reagisci? Le tue radici spirituali sono abbastanza forti da sostenerti o ti senti facilmente travolto? Cosa potresti fare per essere ancora più radicato in Cristo nella tua vita quotidiana?
La seconda immagine è quella di un edificio in costruzione: “Edificati in lui”. Un edificio non si costruisce in un giorno. Ci vuole tempo, pazienza e lavoro. La nostra vita spirituale è simile: è un processo di costruzione continua. Ogni giorno, attraverso le nostre scelte, le nostre azioni, stiamo edificando la nostra vita in Cristo. E non siamo chiamati a farlo da soli: è Dio che, con la sua grazia, ci dà i mezzi per costruire un edificio solido, fondato sulla roccia della sua Parola.
Stai costruendo la tua vita su Cristo o su una base instabile? Cosa stai facendo attivamente per crescere nella tua relazione con Cristo? Essere edificati in Cristo significa fare scelte consapevoli che ci aiutano a crescere. Se ti senti bloccato nel tuo cammino spirituale, è forse il momento per riprendere a costruire? Magari è il momento di perdonare qualcuno, di riconciliarsi con Dio o di dedicare nuovamente più tempo alla preghiera e alla comunione con Cristo?
Ci sono momenti in cui possiamo sentire che le fondamenta vacillano, quando siamo scoraggiati o travolti da preoccupazioni. Tuttavia, è importante ricordare che, se il nostro fondamento è Cristo, niente può farci cadere.
Infine, Paolo ci parla della fede: “Rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata”. La fede è la base di tutto. Non una fede cieca, ma una fede che cresce, che si fortifica giorno dopo giorno. Una fede che si fonda sull’insegnamento ricevuto, sulla verità del Vangelo che abbiamo imparato. Ed è proprio la fede che ci permette di rimanere saldi, anche nei momenti di difficoltà, perché sappiamo che colui nel quale abbiamo riposto la nostra fiducia è fedele.
A volte pensiamo che la fede sia una sensazione o una certezza immediata, ma la fede è un percorso. È come un muscolo che deve essere allenato. Potrebbe essere utile chiederci: “Quando è stata l’ultima volta che ho messo alla prova la mia fede?”. Un esempio pratico potrebbe essere il condividere la nostra fede con chi ci circonda. Quando parli con qualcuno che non conosce Cristo, è la tua fede abbastanza forte da spingerti a parlare?
Ma Paolo non si ferma qui. Conclude con un imperativo: “Abbondate nel ringraziamento”. Qui sta il cuore del nostro culto di oggi. Il ringraziamento non è solo un atto occasionale, ma deve abbondare nella nostra vita. Abbondare significa che dobbiamo essere riconoscenti non solo per le grandi benedizioni, ma anche per le piccole cose quotidiane. Perché, quando ringraziamo Dio, riconosciamo che tutto ciò che abbiamo viene da Lui e che, nonostante le sfide, Lui è fedele. Quando è stata l’ultima volta che hai ringraziato Dio per le piccole cose della vita? Magari per il fatto di avere una famiglia, un lavoro, un tetto sopra la testa?
Abbondare nel ringraziamento significa anche riconoscere la mano di Dio in ogni situazione. Pensiamo a Giobbe, che nonostante tutte le sue sofferenze, disse: “Il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE” (Giobbe 1:21). Questo è un esempio di gratitudine che va oltre le circostanze. Anche quando le cose non vanno come vorremmo, possiamo ancora trovare motivi per ringraziare Dio, sapendo che Lui è sovrano e buono.
Perciò concludo con la domanda: “Stai vivendo pienamente in Cristo?”.
Amen