Amati da Dio… nonostante noi stessi

Daniele Scarabel
Pastore
Immagina un uomo in mare aperto, senza una barca né un salvagente, che cerca disperatamente di nuotare verso la riva, ma le correnti lo spingono sempre più lontano. Questo è l’essere umano senza Cristo: incapace di salvarsi, anche con i suoi sforzi migliori. Ma ecco che, quando tutto sembra perduto, arriva una mano tesa a salvarlo. Questo è il Vangelo: Dio che ci salva mentre siamo ancora perduti.
Ma per comprendere appieno la bellezza di questa mano tesa, dobbiamo prima vedere chiaramente la profondità delle acque in cui ci troviamo. Questo è ciò che Paolo ci invita a fare in Romani 1:18-32, ricordandoci che la bellezza del Vangelo non è solo che Dio ci ama, ma che Dio ci ama nonostante noi stessi.
Paolo è chiaro: senza Cristo, in noi non c’è nulla di buono. Siamo spiritualmente morti, incapaci di produrre qualcosa di meritevole davanti a un Dio santo. Questa verità è difficile da accettare, ma è proprio quando riconosciamo la nostra condizione che la grazia di Dio risplende, offrendoci vita e speranza attraverso Cristo.
Dio si fa vedere: la sua giustizia e il suo amore sono davanti a noi
L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili… (Romani 1:18-20)
Paolo inizia con un messaggio diretto: Dio è giusto e santo e non tollera il peccato. Il problema non è che gli uomini non sappiano come dovrebbero vivere o in chi credere, ma che scelgono di sopprimere la verità su Dio. Ogni essere umano, infatti, ha accesso a quella che si chiama rivelazione naturale: Dio si è rivelato a noi attraverso la natura e la nostra coscienza.
Il salmista scrive: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani” (Salmo 19:1). Ogni tramonto, montagna o stella testimonia il suo potere e la sua bellezza. Anche dentro di noi, Dio ha messo il pensiero dell’eternità (Ecclesiaste 3:11), un desiderio profondo di qualcosa di più grande di questa vita.
La logica conseguenza è che tutto ciò ci rende “inescusabili”. Nessuno può dire di non avere avuto alcuna prova dell’esistenza di Dio. Tuttavia, molte persone cercano di ignorare questi segni, sopprimendo la verità. Dicono: “Non ci sono abbastanza prove” o “Non so se Dio esista davvero”, ma questa è una forma di ribellione contro Dio.
Pensa alla tua vita. C’è stato un momento in cui hai scelto di ignorare Dio? Quale è stata la conseguenza di quella scelta? Prendi un momento per rifletterci.
Come puoi rispondere oggi alla sua presenza, riconoscendo che Lui si rivela in ogni cosa intorno a te? Pensa all’ultima volta che hai visto un tramonto spettacolare, o sentito il rumore del mare, o guardato le stelle. Hai mai avuto la sensazione che qualcosa di più grande di te fosse all’opera? Quando mi capita di essere sopraffatto da dubbi o preoccupazioni, mi aiuta fare una passeggiata all’aperto. Guardando le montagne, il lago e il cielo, Dio mi ricorda: “Io sono qui, non sei solo”.
Dio si rivela nella sua creazione, ma sta a noi riconoscerlo e rispondergli con fede. Per aiutarti, potresti trovare un momento tranquillo ogni giorno per riflettere sulle tue scelte e chiederti se stai seguendo ciò che Dio ti chiama a fare. Oppure chiedi a Dio in preghiera di mostrarti le aree della tua vita in cui potresti non riconoscerlo come dovresti.
Inoltre, ricorda che Dio si rivela principalmente attraverso la Bibbia. La lettura della sua Parola è uno dei modi principali per comprendere chi è Dio e per capire come rispondere alla sua guida. Ogni giorno diventa un’opportunità per vedere la sua mano all’opera e rispondere con gratitudine, obbedienza e adorazione.
Cosa succede quando rifiutiamo Dio?
…perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio, né lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen. (Romani 1:21-25)
Paolo scrive ai Romani in un’epoca in cui la cultura pagana dell’Impero Romano era pervasa da idolatria e immoralità. Molti adoravano immagini di uomini e animali e questo culto idolatra rifletteva il cuore ribelle dell’uomo, incapace di riconoscere il Creatore dietro la creazione. Inoltre, la filosofia epicurea e stoica portava gli uomini a “vani ragionamenti”.
Qui Paolo descrive una tragica realtà: l’uomo, pur conoscendo Dio, ha scelto di non glorificarlo, chiudendo il cuore di fronte alla verità di Dio e provocando un’inversione di valori. Pensiamo a come spesso l’uomo adora ciò che è corruttibile: la carriera, il denaro, l’apparenza esteriore. È come sostituire un tesoro prezioso con un pezzo di vetro che si rompe al primo urto. Oppure pensiamo a come scambiamo la verità di Dio con le menzogne della cultura moderna: “Segui il tuo cuore” o “Fai ciò che ti rende felice”, anche quando queste cose ci allontanano da Dio.
Come conseguenza, Paolo ripete che “Dio li ha abbandonati” (vv. 24, 26, 28). Questo significa che Dio permette agli uomini di seguire le loro scelte, pur sapendo che porteranno alla rovina. È come un genitore che, dopo tanti avvertimenti, lascia che un figlio testardo impari dai suoi errori. Dio ha, per così dire, sollevato il freno morale, consentendo agli uomini di vivere pienamente le conseguenze del loro peccato.
Anche oggi vediamo questa dinamica nella nostra società. L’abbandono di Dio si manifesta nella crescente confusione morale, specialmente nell’ambito della sessualità. E non pensate che tutto ciò non ci riguardi. Anche come credenti, possiamo cadere nel tranello di non glorificare Dio, come se Dio fosse solo una parte della nostra vita, anziché il centro di essa.
Questo accade quando:
- Non cerchiamo Dio nelle decisioni: ti mai capita di prendere decisioni importanti senza chiedere consiglio a Dio?
- Dimentichiamo di ringraziarlo: ad esempio se attribuiamo successi o benedizioni alla fortuna o alle nostre capacità, invece che a Dio.
- Compromettiamo i nostri valori: cediamo alla pressione culturale per evitare conflitti, magari accettando comportamenti o valori che Dio condanna. Se ad esempio arrivi ad accettare silenziosamente valori contrari alla Bibbia, come il relativismo morale o l’idea che ogni scelta sia valida, pur di evitare di essere etichettato come “bigotto”, allora non stai più testimoniando la verità e rischi di compromettere la tua identità cristiana. Rifletti: Ci sono aree in cui hai compromesso i tuoi valori cristiani?
Il messaggio di Paolo è chiaro: quando scegliamo di allontanarci da Dio, la nostra vita cade in confusione e degrado. Ma c’è speranza: riconoscere il nostro errore e tornare a Dio ci permette di ristabilire la verità e la gloria che solo Lui merita.
Mentre chi rifiuta Dio vive nella confusione e nel degrado, chi glorifica Dio sperimenta pace e chiarezza. È come passare da un sentiero oscuro e incerto alla luce di una strada ben illuminata. Quando riconosciamo Dio come il centro della nostra vita, ogni decisione, relazione e momento acquista un nuovo significato.
Chiedi a Dio il coraggio di vivere con integrità, anche quando la società ti spinge a conformarti. Chiediti oggi: Sto davvero glorificando Dio in ogni area della mia vita? Quali cambiamenti posso fare per rimetterlo al centro?
Quando il peccato distrugge, la grazia ricostruisce
Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni di invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette. (Romani 1:26-32)
In questa ultima parte, Paolo descrive le tragiche conseguenze del rifiuto di Dio, usando l’esempio della sessualità che devia dal disegno originario di Dio: un uomo e una donna uniti in matrimonio. Paolo condanna in modo particolare la depravazione sessuale all’interno dell’Impero Romano, ma non si ferma alla sessualità.
Nei versetti successivi elenca peccati come invidia, malvagità, superbia e ribellione, mostrando che tutti siamo coinvolti nel degrado morale della società. L’elenco di Paolo serve a farci capire che tutti abbiamo peccato e siamo separati da Dio.
Paolo descrive un quadro oscuro e tragico: l’umanità rifiuta Dio e cade in un abisso di peccato e confusione morale. Ma proprio quando tutto sembra perduto, ecco che risplende la luce del Vangelo, perché “dove il peccato è abbondato, la grazia sovrabbonda” (Romani 5:20). La buona notizia è che il Vangelo non finisce con la condanna. Paolo scrive agli Efesini:
Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei nostri peccati, ci ha vivificati con Cristo. (Efesini 2:4-5)
Il messaggio liberatorio del Vangelo è che la salvezza non dipende dai nostri sforzi, ma dal sacrificio perfetto di Gesù. Non importa quanto lontano sei andato, Cristo ti offre una nuova vita, non basata sui tuoi meriti, ma sulla sua infinita misericordia. In Cristo Dio ci offre non solo il perdono, ma anche una nuova vita trasformata dal suo amore.
Alla fine del capitolo, Paolo descrive una società in cui il peccato non è solo praticato, ma anche celebrato (v. 32). Paolo sembra descrivere perfettamente la nostra cultura moderna. Viviamo in un mondo in cui il peccato viene giustificato e spesso applaudito. I valori biblici sono considerati obsoleti, e chi li difende è spesso etichettato come intollerante.
Ma anche in una società che celebra il peccato, noi siamo chiamati a essere luce. Paolo ci ricorda che la grazia di Dio non solo ci salva, ma ci trasforma (Tito 2:11-12). Possiamo vivere in modo controculturale, mostrando al mondo che c’è una speranza più grande.
Questa parte del capitolo 1 di Romani non può servire solo a farci sentire migliori rispetto al mondo che vive senza Dio. Non ha lo scopo di darci munizioni per puntare il dito contro la malvagia e perversa società che ci circonda. Serve piuttosto a ricordarci che senza Cristo l’ira di Dio si rivelerebbe dal cielo anche contro di noi. Serve a ricordarci dove possiamo trovare significato e speranza nella nostra vita, ovvero solo in Cristo Gesù.
Hai accettato per te stesso la verità che Dio ti ama non per quello che sei, ma nonostante quello che sei? Oggi hai l’opportunità di rispondere a questa sua infinita grazia scegliendo di glorificare Dio con le tue scelte di vita, nella tua famiglia e nella tua relazione con Lui. Chiedigli di aiutarti a vedere la sua mano all’opera nella tua vita. Chiedigli di darti la forza di abbandonare ciò che ti allontana da Lui e di tornare a glorificarlo in tutto ciò che fai.
Non lasciare che queste parole rimangano solo un pensiero nella tua mente. Agisci oggi. Se non hai ancora accettato Cristo come il tuo Salvatore, questo è il momento di farlo. Se sei già credente, chiedi a Dio di mostrarti le aree della tua vita che devono essere trasformate dalla sua grazia.
Amen