Chiamati, amati e santi in Cristo

12 Gennaio 2025

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Se dovessi chiedere qual è il libro più influente della Bibbia, cosa rispondereste? Potremmo citare i Salmi, i Vangeli, ma c’è un libro che ha letteralmente cambiato la storia del Cristianesimo: la lettera ai Romani. Grandi figure della storia cristiana, come Martin Lutero, Giovanni Calvino, John Wesley e Agostino, hanno trovato la fede proprio attraverso lo studio di questo libro. Anche un classico come “Il Pellegrinaggio del Cristiano” di John Bunyan è nato dalla lettura della lettera ai Romani.

Ricordo la prima volta che ho letto la lettera ai Romani: ero un ragazzo affamato della Parola e desideroso di conoscere meglio Dio e leggendo Romani ho sentito la chiara voce di Dio che mi spingeva da una parte a rivedere tutta la mia vita, ma dall’altra anche ad abbracciare la sua infinita grazia. Romani non è un libro facile, non è una lettura da spiaggia, ma è un viaggio nel cuore del Vangelo che ci svela chi è Dio, chi siamo noi e come la grazia di Cristo ci trasforma.

Oggi iniziamo dunque un cammino che ci porterà a esplorare questo testo straordinario, ma non lo faremo per imparare a memoria le dottrine principali insegnate da Paolo, bensì per lasciarci toccare dal cuore di Dio, per sentire la sua voce che ci chiama, ci ama e ci rende santi.

La struttura della Lettera

Prima di entrare nel vivo della lettera, servono però alcune informazioni di base. Paolo scrisse ai Romani mentre si trovava a Corinto, verso la fine del suo terzo viaggio missionario. Ma a differenza delle altre sue lettere, la lettera ai Romani non è stata scritta per correggere la chiesa o per affrontare problemi etici. La chiesa di Roma era dottrinalmente sana, ma come tutte le chiese aveva bisogno di un sano insegnamento, sia dottrinale sia pratico.

Paolo ha strutturato la sua lettera come se stesse rispondendo a una serie di ipotetiche domande da parte del lettore, dove ogni capitolo risponde a una nuova domanda, che spesso sorge da quella precedente. Vediamo ora brevemente insieme la struttura della lettera.

Romani 1-3:20: La scomoda verità

Avete presente quando vi sentite un po’… inadeguati? Ecco, Paolo inizia la sua lettera senza troppi giri di parole: ci dice che di fronte alla perfezione di Dio, siamo tutti “mancanti”. Iniziare dicendo: “Siamo tutti spacciati e andremo all’inferno”, non è esattamente un’introduzione che venderebbe un best seller ai nostri giorni. Ma Paolo affronta la spinosa questione del “Come può un Dio buono mandare delle persone giuste all’inferno?” spiegando che non è che Dio si diverta a condannare delle persone innocenti, ma siamo noi a non essere all’altezza dei suoi standard. La nostra “bontà” spesso non è vera bontà agli occhi di Dio. La giustizia di Dio è il vero standard. E senza di essa, la Bibbia ci dice che siamo tutti condannati. Se la lettera si fermasse qui, non ci sarebbe speranza! Paolo poi però continua, presentandoci la soluzione.

Romani 3:21-5: La giustizia di Dio come dono gratuito

Dopo averci sbattuto in faccia la realtà della nostra condizione peccaminosa, ci offre speranza. La domanda non è più “C’è speranza?”, ma “Come possiamo essere salvati?”. Ed ecco la buona notizia: Dio ha provveduto un modo per salvarci. Il Vangelo ci dice che, attraverso Gesù Cristo, possiamo ricevere la giustizia di Dio per grazia mediante la fede, come un dono gratuito, non come qualcosa che ci meritiamo. La salvezza non si conquista, si riceve! E una volta che l’abbiamo ricevuta, quella salvezza è per sempre! Non la possiamo perdere perché è un dono!

Romani 6-8: La nuova vita in Cristo

Ma questo ci porta ad un’altra domanda: “Ok, sono stato salvato, ma poi cosa succede nella mia vita?”. Al capitolo 6 Paolo risponde che, in Cristo, non solo riceviamo il perdono dei peccati, ma anche una nuova vita. È come un bruco che diventa farfalla: non possiamo tornare indietro. La grazia di Dio non ci toglie solo il peccato per mezzo della morte di Cristo, ma ci dona anche la forza per vivere una vita diversa per mezzo della sua risurrezione.

Ma non è una vita facile, ammette Paolo. La lotta contro il peccato è e resta una realtà, come spiega al capitolo 7. Ogni giorno dobbiamo far morire il vecchio e risorgere nel nuovo che è in Cristo. E il bello è che non siamo soli in questa lotta. Nel capitolo 8 ci spiega che abbiamo lo Spirito Santo che opera in noi e ci garantisce che nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio.

Romani 9-11: Il piano di Dio per Israele e i Gentili

Come possiamo essere sicuri che nulla potrà separarci dall’amore di Dio? Beh, perché in Cristo Dio ci ha scelti già prima della fondazione del mondo. Descrivendo il ruolo di Israele nel piano di Dio, Paolo spiega che, sebbene Israele come popolo non abbia ancora accettato Cristo, Dio non ha abbandonato le sue promesse e ha ancora un piano per il Suo popolo. Questo mostra la fedeltà di Dio e ci rassicura che chiunque sia stato scelto da Dio non può essere perso.

Romani 12-16: La risposta pratica al Vangelo

Dopo undici capitoli ricchi di profonde verità teologiche, Paolo passa alle questioni pratiche: “Se dunque questo Vangelo della grazia ci salva gratuitamente per mezzo della fede in Cristo, come dobbiamo comportarci ora che siamo salvati?”. Ed è qui, nella parte finale, che Paolo descrive come il Vangelo trasforma ogni aspetto della nostra vita. Cambia il nostro rapporto con Dio, con noi stessi, con gli altri credenti e con il mondo. Vivere secondo il Vangelo significa amare, servire e portare la luce di Cristo nel mondo.

Se questo libro ha cambiato la vita di Lutero, Calvino, Wesley e Agostino non pensi che potrebbe cambiare anche la tua? Quello di Paolo è un messaggio che non può essere ridotto a un semplice manuale di regole o questioni dottrinali alle quali dobbiamo credere: è una chiamata a una vita trasformata. Sei pronto a intraprendere questo cammino?

Il messaggero e la fonte del Vangelo

Ora, fermiamoci un attimo e guardiamo all’inizio della lettera, ai versetti 1-2:

Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio, che egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture… (Romani 1:1-2)

In realtà, questo non è che l’inizio di una lunghissima frase, senza un punto, che terminerà al versetto sette e che ci porta al cuore del Vangelo. Paolo non si presenta come il “grande Paolo”, ma come un “servo di Cristo Gesù”. La sua è una chiamata, Paolo è stato inviato, questo è il significato letterale del termine “apostolo”, a condividere la buona notizia. Per questo si descrive come “messo a parte per il Vangelo di Dio”, come a dire “il mio compito è questo, e non altro”.

Domanda: Tu ti senti chiamato? Anche tu, come Paolo, sei stato scelto da Dio. Anche la tua vita è una missione, non un caso. Qual è la tua chiamata? Se non avessi ancora ben compreso ciò che il Signore potrebbe volere da te nella tua vita, saresti disposto a dirgli: “Signore, voglio servirti, ma ancora non so come e dove. Mostrami per che scopo mi hai scelto!”?

Anche tu, come Paolo, ti consideri un servo di Cristo? Se sì, cosa significa per te? Se no, cosa ti trattiene dal farlo? Regolarmente mi soffermo a riflettere su questa domanda. Inevitabilmente mi rendo conto che ci sono ancora aree della mia vita dove sto cercando di seguire i miei desideri invece della Sua volontà e dove la mia vita necessita correzioni. E tu? Qual è quell’area della tua vita che ancora non hai completamente affidato a Lui?

Paolo stesso aveva scoperto la grazia di Dio mentre si trovava sulla via per Damasco, convinto che perseguitare i cristiani fosse la sua chiamata. E fu solo allora, dopo che Dio lo chiamò, che si rese conto che, come afferma al versetto due, il vangelo della salvezza per grazia non era una novità. Dio lo “aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture”.

I suoi oppositori Giudei lo accusavano di predicare un vangelo nuovo, ma l’Antico Testamento è pieno di promesse che rimandano a Cristo. Riesci anche tu a vedere il filo rosso che unisce tutta la Bibbia? Come abbiamo visto l’anno scorso, sin dalla Genesi Dio ha promesso un Salvatore. Le sue promesse si sono trasmesse di generazione in generazione, e si sono adempiute in Cristo Gesù. In che modo l’adempimento di questa antica promessa rafforza la tua fiducia in Dio e nella sua fedeltà?

Il contenuto e gli effetti del Vangelo

Ora passiamo ai versetti 3-7:

…riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo ricevuto grazia e apostolato perché si ottenga l’ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri, per il suo nome – fra i quali siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo – a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati a santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo. (Romani 1:3-7)

Qui Paolo ci ricorda chi è il protagonista del Vangelo: Gesù Cristo, uomo e Dio allo stesso tempo. Da una parte è uomo, nato dalla “stirpe di Davide, secondo la carne”, adempiendo così le promesse del Messia come discendente di Davide. Dall’altra parte è però “dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità”. Come? “Mediante la risurrezione dai morti”.

La tomba vuota è la dimostrazione della sua natura divina. Non perché il suo corpo è stato rubato, non perché è stato risuscitato, ma perché egli stesso è risorto dai morti. Così facendo ha sconfitto il peccato, il diavolo e la morte.

E cosa c’entriamo noi in tutto questo? Beh, come dice Paolo, per mezzo di Cristo noi “abbiamo ricevuto grazia e apostolato”. Da una parte abbiamo ottenuto il favore immeritato di Dio, la grazia. E dall’altra siamo stati inviati da Dio ad annunciare il messaggio della salvezza. È questo, infatti, il significato più ampio del termine “apostolo”, inviato.

Paolo continua poi affermando che tutto questo produce in noi “l’ubbidienza della fede”. Perché lo scopo del vangelo è proprio questo: produrre in noi l’ubbidienza alla volontà di Dio, che non si basa però sulla paura o sulla legge, ma sulla gratitudine per la grazia ricevuta. E questo è proprio anche il senso di ciò leggiamo già nel libro del profeta Geremia, dove il Signore disse: “Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore” (Geremia 31:33).

E se tutto questo è vero, se il Vangelo è vero, allora noi siamo, come conclude Paolo nei versetti 6 e 7: “chiamati da Gesù Cristo”, “amati da Dio” e “santi”. In Cristo riceviamo una nuova identità. Se sei qui è perché sei stato chiamato, sei stato scelto da Dio e pertanto sei al sicuro in Lui. Sei stato chiamato perché Dio ti ha amato sin da prima della fondazione del mondo e come risultato della tua fede in Cristo sei santo, ovvero sei stato dichiarato puro e giusto davanti a Dio, anche se in noi di giusto c’è ben poco.

Quando è stata l’ultima volta che hai davvero riflettuto sul fatto che sei amato da Dio? Prova a ripeterti: “In Cristo sono chiamato, sono amato, sono santo”, ma non per merito tuo, bensì per la grazia di Dio! Certo, magari ti senti spesso ancora inadeguato, colpevole o lontano da questo ideale, ma questo non significa che non sei chiamato, amato e santo. Ricorda che il Vangelo non dipende da ciò che noi possiamo fare, ma da ciò che Cristo ha già fatto per noi!

E così, in solo sette versetti, in una lunga frase senza punto, Paolo ci dimostra che la nostra salvezza, la nostra identità è radicata solo e unicamente nella grazia di Dio e che questo Vangelo ci vuole trasformare, per renderci ciò che già siamo stati dichiarati per fede: chiamati da Gesù Cristo, amati da Dio e santi!

Paolo ci parla di un Vangelo che trasforma e il suo non è solo un messaggio per la chiesa di Roma: è una chiamata per ognuno di noi. Come rispondiamo a questa chiamata? Che cosa significa per te oggi essere chiamato, amato e santo in Cristo? Rifletti su come Dio ti chiama, ti ama e ti trasforma. Poi chiediti: “In che modo posso rispondere a questa grazia nella mia vita quotidiana?”.

Amen

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In Romani 1:18-32, abbiamo scoperto che:
👉 Dio si rivela chiaramente nella natura e nella Bibbia.
👉 Il rifiuto di glorificare Dio porta confusione e degrado.
👉 La grazia di Dio ci offre una speranza trasformante.

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