Dal peccato alla gloria

Daniele Scarabel
Pastore
Immagina di essere in un tribunale. Non ci sono scuse, non ci sono vie di fuga. Ogni pensiero, parola e azione della tua vita viene esposta davanti a tutti. Il giudice è giusto, le prove sono schiaccianti. La sentenza è pronta… e tu sai che non hai scampo.
Questa è la tensione dei primi capitoli di Romani. Paolo dimostra che nessuno è giusto davanti a Dio. Se la Bibbia si fermasse a Romani 3:20, saremmo senza speranza: colpa, condanna, separazione eterna da Dio. Ma grazie a Dio, la storia non finisce qui!
Romani 3:21-31 è il cuore del Vangelo: la giustizia che non potevamo ottenere ci è ora donata per grazia, attraverso la fede in Cristo. Come un diamante che brilla su un panno nero, portando speranza dove prima c’era solo condanna.
Se comprendiamo questi undici versetti, comprendiamo il cuore della Bibbia. Oggi ci concentreremo sui versetti da 21 a 26, rispondendo alle domande: ma come possiamo ricevere questa giustizia? Come può la gloria di Dio trasformare la nostra vita?
La giustizia di Dio non viene dalle opere
Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono. (Romani 3:21-22a)
Iniziando con “ora però”, Paolo introduce un nuovo argomento che cambia tutto: Dio ha provveduto la giustizia che noi non potevamo ottenere. In realtà, questa non è una nuova idea, perché la legge e i profeti l’avevano già annunciata (Isaia 53, Geremia 23:6). È una giustizia indipendente dalla legge. Paolo ci dice che la si riceve “mediante la fede in Gesù Cristo”. La cosa straordinaria è questa: Dio non ci chiede di guadagnarla, ma ce la dona gratuitamente.
Immagina di candidarti per il lavoro dei tuoi sogni, ma senza qualifiche. Nessun datore di lavoro ti prenderebbe. Ora immagina che qualcuno con un curriculum perfetto lo sostituisca con il tuo e dica: “Prendi il mio posto. Ti do la mia qualifica. La mia esperienza ora è tua”.
Questo è ciò che Cristo ha fatto per noi! Ha vissuto la vita perfetta che noi non potevamo vivere e ha preso su di sé la condanna che noi meritavamo. O per dirla con le parole di Paolo: in Cristo “è stata manifestata la giustizia di Dio”.
La giustizia di Dio non è, infatti, solo un attributo del suo carattere (Dio è giusto), ma anche un dono che egli offre a chi crede in Cristo. Non possiamo guadagnarla, possiamo solo riceverla per fede: Dio ci dichiara giusti!
Quando mi sono candidato come pastore qui a Locarno, mi è stato chiesto di fornire un “curriculum spirituale”. Ma come si scrive un curriculum per Dio? Dovevo forse elencare i miei successi, le mie conoscenze acquisite negli studi teologici o le mie esperienze nel servire in chiesa? No.
Non si trattava di elencare tutto ciò che io ho fatto per Dio, bensì di mostrare tutto ciò che Dio ha fatto per me! Perché davanti a Dio, l’unico curriculum che conta non è il nostro, ma quello di Cristo. E questa è la buona notizia del Vangelo: non siamo salvati per quello che facciamo per Dio, ma per quello che Dio ha fatto per noi.
Non è la grandezza della nostra fede che salva, ma l’oggetto della nostra fede. Una fede piccola in un Salvatore grande è sufficiente. Una fede grande in noi stessi, invece, fallisce sempre!
Su cosa stai costruendo il tuo “curriculum spirituale”? Sul tuo impegno o sulla giustizia perfetta di Cristo? Un fondamento crollerà, l’altro durerà per l’eternità. Quale scegli?
Il peccato ci ha privati della gloria di Dio
Infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. (Romani 3:22b-24)
Romani 3:23 è uno dei versetti più citati per spiegare il Vangelo, ma spesso ne perdiamo la profondità. Non dice solo che abbiamo peccato, ma anche che siamo “privi della gloria di Dio”. Questo significa che abbiamo perso qualcosa di essenziale: la comunione con Dio e la possibilità di riflettere la sua presenza nella nostra vita.
Ma cos’è la gloria di Dio? Nella Bibbia, la gloria di Dio è la manifestazione visibile della sua presenza e perfezione. Mosè desiderava vederla (Esodo 33:18), gli angeli la proclamano senza sosta (Isaia 6:3). Siamo stati creati per riflettere questa gloria, ma il peccato ci ha separati da essa, lasciandoci spiritualmente vuoti.
L’umanità è come un pesce fuori dall’acqua, cerca gloria altrove, ma solo Dio può colmare il vuoto. Nulla può sostituire la gloria di Dio. È per questo che Sant’Agostino disse: “Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.
Nell’Antico Testamento, la gloria di Dio era velata: scendeva sul tabernacolo, ma il popolo non poteva vederla direttamente (Esodo 40:34). Solo il sommo sacerdote poteva entrare una volta all’anno nel luogo santissimo (Levitico 16).
Ma poi accadde qualcosa di straordinario: la gloria di Dio è tornata accessibile in Cristo!
E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre. (Giovanni 1:14)
Paolo ci dice che siamo “giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”. In Cristo abbiamo la “redenzione”, ovvero siamo stati comprati e liberati dal peccato a caro prezzo: il suo sangue (Efesini 1:7). E tutto questo “gratuitamente”, ovvero senza alcun merito.
Quando Cristo morì, il velo del tempio si squarciò (Matteo 27:51), dimostrando che la via per la presenza di Dio era stata aperta. E ora, in Cristo, possiamo non solo vedere la gloria di Dio, ma rifletterla nella nostra vita:
E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito. (2 Corinzi 3:18)
La gloria di Dio non è solo per il cielo, ma qualcosa che possiamo riflettere già ora! Come?
- Nel carattere: rispecchiando Cristo nelle nostre parole e azioni. (Matteo 5:16)
- Nell’adorazione: cercando Dio sopra ogni altra cosa. (Salmo 29:2)
- Nel servizio: amando con umiltà, come Gesù. (Marco 10:43)
Lo Spirito Santo è colui che opera in noi questo cambiamento. Non possiamo riflettere la gloria di Dio con le nostre forze: abbiamo bisogno della sua presenza e della sua guida ogni giorno (Atti 1:8). È Lui che ci dà la forza di vivere per la gloria di Dio!
Come sfida per la settimana, scegli un’area in cui puoi riflettere la gloria di Dio, nel modo in cui parli, preghi o servi gli altri. Ma non cercare di farlo con le tue forze! Chiedi allo Spirito Santo di aiutarti a vivere per la gloria di Dio. Senza di Lui, nulla è possibile!
La giustificazione ci rende giusti davanti a Dio
Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. (Romani 3:25-26)
Dio non può ignorare il peccato. Ma se giudicasse tutti secondo la loro colpa, nessuno potrebbe essere salvato. Come può Dio essere giusto e allo stesso tempo giustificare il peccatore? La risposta è la croce di Cristo.
Ricordi la situazione che ti ho chiesto di immaginare all’inizio del messaggio? Sei in tribunale e il giudice sta per pronunciare la sentenza: una multa altissima che non sei in grado di pagare. Ma, mentre stai per essere portato in prigione, il giudice stesso si alza e paga la multa al posto tuo. Questo è quello che Dio ha fatto per noi in Cristo! Non ha ignorato la nostra colpa, ma ha pagato il prezzo al posto nostro.
Dio ha prestabilito Cristo come “sacrificio propiziatorio”. Nell’Antico Testamento, il sommo sacerdote aspergeva il sangue di un sacrificio sul propiziatorio, ovvero sul coperchio d’oro che era posto sull’arca dell’alleanza, per coprire i peccati del popolo (Levitico 16). Ora Paolo ci dice che Gesù è il vero sacrificio che soddisfa la giustizia di Dio: invece di punirci, Dio ha riversato la sua ira su Cristo al posto nostro.
Ma perché Dio ha fatto questo per noi? La risposta di Paolo è che Dio “ha usato tolleranza verso i peccati commessi in passato”. Dio non ha fatto finta di nulla. Non ha chiuso un occhio sul peccato, ma ha rivelato la sua giustizia contro il peccato quando Gesù, che era senza peccato, è stato sacrificato al posto nostro sulla croce.
Dio non ha punito immediatamente il peccato, ma non lo ha nemmeno dimenticato. Ha rimandato la punizione alla croce! La croce è il luogo in cui la giustizia e la misericordia di Dio si incontrano.
Ora Paolo ci dice che Dio giustifica “colui che ha fede in Gesù”. Questa è un’affermazione centrale, perché ci aiuta a capire che la giustificazione è un atto legale: Dio ci dichiara giusti. Non è un processo, è un verdetto. Quando credi in Cristo, Dio ti dichiara immediatamente giusto, non perché lo sei, ma perché Cristo lo è per te!
Ma questa giustificazione non è solo una dichiarazione legale: Dio ci dona anche il suo Spirito, che ci conferma che siamo suoi figli:
Lo Spirito stesso attesta insieme al nostro spirito che siamo figli di Dio. (Romani 8:16)
Forse ti riconosci in questa lotta. Ti capita a volte di chiederti: “Sono davvero giustificato? Dio mi accetta veramente?”. Sono pensieri che il nemico mette volentieri nella nostra mente, ma ricorda: la giustificazione non è un sentimento, è un verdetto. Se sei in Cristo, sei già dichiarato giusto.
John Newton ne sapeva qualcosa. Da trafficante di schiavi a testimone della grazia di Dio, la sua storia ci mostra quanto profondamente Dio possa trasformare una vita. Durante una tempesta in mare si rivolse a Dio e Dio lo trasformò radicalmente. Anni dopo, Newton abbandonò la tratta degli schiavi, divenne pastore e scrisse il famoso inno Amazing Grace.
Quando cantiamo le parole: “Amazing grace! How sweet the sound, that saved a wretch like me. I once was lost, but now I’m found; was blind, but now I see”, stiamo cantando la storia di un uomo che ha sperimentato la verità di Romani 3: Dio giustifica chiunque ha fede in Gesù, indipendentemente dal suo passato.
Se Dio ha potuto perdonare e trasformare un uomo come Newton, pensiamo davvero che non possa perdonare e trasformare anche noi? Forse oggi ti senti ancora sotto accusa. Forse porti dentro un peso che non riesci a togliere: sensi di colpa, errori del passato, il timore di non essere mai abbastanza per Dio. Ma ascolta bene: Cristo ha già portato quel peso per te!
Se dici di credere nella giustificazione, ma vivi ancora come se dovessi dimostrare a Dio di meritare il suo amore, lascia andare oggi questo peso! Non devi più cercare di meritare l’amore di Dio. Non devi più dimostrare di valere qualcosa. Non devi più vivere nel dubbio della tua salvezza. Se la tua fede è in Cristo, Dio ti ha già dichiarato giusto. È un verdetto definitivo, non un sentimento momentaneo.
Oggi puoi lasciare il peso della colpa e accettare il dono della giustizia. Cosa scegli di fare?
Conclusione
Romani 3:21-26 ci ha mostrato tre verità fondamentali:
- La giustizia di Dio non viene dalle opere, la riceviamo per fede.
- Il peccato ci ha privati della gloria di Dio, ma in Cristo la gloria perduta è restaurata.
- La giustificazione ci rende giusti davanti a Dio, non per ciò che facciamo, ma per ciò che Cristo ha fatto per noi.
Come risponderai a queste verità?
Se non hai ancora ricevuto la giustizia di Cristo, oggi puoi accoglierla per fede. Non devi più portare il peso della colpa.
Se sei già in Cristo, vivi in questa realtà! Smetti di cercare di meritare l’amore di Dio e lascia che la sua gloria risplenda nella tua vita.
Ti lascio con alcune domande sulle quali riflettere nei prossimi giorni:
- Stai ancora cercando di meritare l’amore di Dio?
- Cosa stai mettendo al posto della sua gloria?
- In che modo la giustizia di Cristo dovrebbe trasformare il tuo modo di vivere?
Il peso è troppo grande per portarlo da solo. Cristo lo ha già portato per te. Oggi puoi lasciarlo ai piedi della croce e camminare nella libertà della grazia. Lascia che la gloria di Dio risplenda in te!
Amen