Dio ci prepara una casa per sempre

20 Luglio 2025

Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Questa settimana, insieme ai bambini della colonia, abbiamo camminato tanto in questo parco… che è diventato quasi casa per noi. Ogni gruppo ha costruito la sua “base”, la sua casetta, un luogo tutto suo dove si è sentito al sicuro, in compagnia.

E oggi voglio parlarvi proprio di questo: del bisogno di sentirci davvero a casa.

Avete mai fatto una valigia senza sapere dove si va? No, vero? Siamo in tempo di vacanze. Forse alcuni di voi hanno già preparato la valigia o stanno per farlo. Ma pensateci: nessuno fa una valigia se non sa dove sta andando. Come fai, altrimenti, a sapere cosa metterci dentro? Costume da bagno e vestiti per le passeggiate in spiaggia… oppure scarponi da montagna e maglione per le serate fredde?

È così anche nella vita: ha senso prepararsi solo se sai qual è la meta.

I bambini hanno seguito la storia di Alberto, ispirata alla parabola del figlio che se ne va di casa e poi torna. Una storia di valigie piene alla partenza… e vuote al ritorno. Soprattutto, è la storia di un padre che non si arrende. Che aspetta. Che abbraccia.

E forse anche tu conosci quella sensazione di non sentirti mai davvero a casa. C’è chi ha un tetto, ma si sente solo. Chi ha tanto, ma non trova pace.

Poco prima di affrontare la croce, Gesù ha detto ai suoi discepoli:

“Il vostro cuore non sia turbato… Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?” (Giovanni 14:1–2)

Il suo è un messaggio semplice e potente: c’è una casa che ti aspetta. E Gesù è venuto per portarti lì. Ma tu… ci credi davvero? Oppure stai ancora cercando casa… senza sapere dove ti porta il cuore?

Fidati: il tuo cuore non è solo

“Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me.” (Giovanni 14:1)

I discepoli erano turbati. E avevano tutte le ragioni per esserlo. Gesù aveva appena detto che stava per lasciarli. Uno di loro lo avrebbe presto tradito. Pietro lo avrebbe rinnegato. Il mondo sicuro nel quale avevano vissuto negli ultimi tre anni con Gesù si stava sgretolando.

Ed è proprio in quel momento che Gesù si rivolge a loro. La sua non è solo un’esortazione a stare calmi. È un invito a riposare in una relazione di fiducia, quando tutto il resto trema.

Anche oggi, tanti vivono con un cuore inquieto. Dietro sorrisi e un’apparenza di controllo, spesso si nascondono preoccupazioni. Famiglie in tensione, scelte difficili, paure per il futuro, sensazione di essere in balia degli eventi.

E, in tutto ciò, è come se ti dicesse: “Non sei solo. Io sono con te. Sempre”.

In Isaia 43 Dio promette:

“Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te…” (Isaia 43:2)

Non ci dice che non ci saranno acque profonde, ma che non ci troveremo mai da soli ad affrontarle. Dio ci invita a confessare come Davide nel Salmo 56, dicendo:

“Nel giorno della paura, io confido in te.” (Salmo 56:3)

Avere fede non significa non avere paura. È scegliere in chi confidare anche quando siamo spaventati. Gesù è venuto proprio per questo, a proporci una relazione di fiducia, un legame profondo con Colui che ha fatto di tutto per venirci incontro. E che ci mostra il cuore del Padre, pronto ad accoglierci con amore.

Se sei genitore, forse ti è capitato: tuo figlio si sveglia nel cuore della notte, spaventato da un incubo. Ti siedi accanto a lui, gli prendi la mano e gli dici: “Mamma è qui. Papà è qui”. Spesso non c’è bisogno di altro. La tua presenza lo calma.

Così è Gesù con noi. Non sempre ci dà risposte immediate, ma c’è. E la sua presenza è abbastanza. È come se dicesse: “Puoi fidarti. Io sono qui. Non sei solo”.

Gesù non dice: “Non abbiate paura perché non succederà nulla di brutto”. Dice: “Non sia turbato il vostro cuore… Credete in Dio, credete anche in me”. È la relazione che fa la differenza.

E tu… a chi ti rivolgi quando sei spaventato? Dove cerchi pace quando il tuo cuore è turbato?

Credi: c’è una casa che ti aspetta

«Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?” (Giovanni 14:2)

Questa chiave rappresenta qualcosa: non è un oggetto qualsiasi, è la chiave del mio appartamento. So che stasera posso rientrare a casa nell’intimità delle mie quattro mura. Un luogo che mi dà sicurezza e un senso di protezione.

E qui Gesù ci dice che non se n’è andato per lasciarci soli, ma per prepararci una casa. Non è un addio, è un impegno: Gesù sta preparando il posto che Dio ha previsto per te.

Questa casa non è però riservata per tutti in modo automatico, come se fosse un diritto acquisito. È un dono che si riceve solo fidandosi di Lui.

E magari tu questa verità la conosci da tanto. Ma com’è oggi la tua casa interiore? È ancora abitata dalla presenza di Dio? Lo Spirito Santo ha ancora spazio per prepararti… o ti sei un po’ accomodato nella routine?

Gesù non sta dicendo: “Ci vediamo dopo, fate come vi pare nel frattempo”. Sta dicendo: “Io preparo un posto… ma quel posto lo si raggiunge con me. Fidandoti di me. Credendo in me”.

Nel Salmo 23 Davide dice: “Io abiterò nella casa del Signore per sempre”. Ma prima, aveva detto: “Il Signore è il mio pastore”. È la relazione personale con Dio che ci conduce alla casa che Gesù sta preparando. È conoscere Dio, non solo sapere che esiste.

Gesù è venuto per prepararci un posto. E quel posto non è solo per dopo la morte. Significa che già oggi possiamo vivere sapendo che siamo attesi. Che non siamo dimenticati.
Che qualcuno ci sta preparando una casa dove saremo pienamente noi stessi, pienamente amati. Si tratta di vivere come figli, sapendo di avere un’identità e un valore che non dipendono da quanto vali agli occhi del mondo, ma da quanto sei amato da Dio.

E questo cambia il modo in cui affrontiamo ogni giornata: possiamo camminare con fiducia, costruire relazioni vere, lasciarci trasformare dallo Spirito Santo, perché sappiamo dove stiamo andando.

Gesù dice: “Io vado a prepararvi un luogo…” E mentre prepara quella casa… sta preparando anche te, ogni giorno. E non lo fa lasciandoti solo: lo Spirito Santo intercede per te, ti guida, ti consola, ti corregge. Come dice Romani 8:

“Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza… intercede per noi con sospiri ineffabili.” (Romani 8:26)

Sei ancora sensibile alla sua voce? O ti sei abituato a vivere la fede in modalità “pilota automatico”? Gli permetti di formarti… anche nei fallimenti, nelle paure, nelle ferite?

Perché quella casa inizia già a costruirsi dentro di te, oggi. Nella pazienza con cui affronti le fatiche, nella gentilezza che scegli di mostrare anche quando sarebbe più facile chiuderti.

Se crediamo in Gesù non possiamo più vivere come ospiti di passaggio, ma come figli che stanno per tornare a casa. E ogni nostro gesto di amore, ogni passo di perdono, ogni scelta di fede, è già un anticipo di quella che sarà la nostra vita nella casa che Gesù ci prepara.

Seguilo: Gesù tornerà per portarti a casa

“Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi.” (Giovanni 14:3)

Quando Gesù dice: “Vi accoglierò presso di me”, ci sta dicendo che non siamo destinati a vagare per sempre. Ci sarà un ritorno, un abbraccio vero, una casa che ci aspetta davvero.

Il centro della speranza cristiana non è un luogo, ma una persona. È Gesù stesso.

Come dice Paolo:

“…saremo sempre con il Signore. Incoraggiatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.” (1 Tessalonicesi 4:17-18)

Ma nel frattempo non siamo soli. Il Padre ci ha mandato lo Spirito Santo per accompagnarci e formarci come figli, giorno dopo giorno.

Ma… lo stai seguendo davvero?

Gesù non ha detto solo: “Vi preparo un luogo”, ma anche:

“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:6)

Non basta sapere che c’è una casa. Bisogna camminare con Lui per arrivarci. Non si tratta solo di credere le cose giuste, ma di seguire una persona vera.

Com’è la tua relazione quotidiana con Cristo oggi? Lo stai cercando? Gli stai obbedendo anche nelle cose piccole?

Alla fine, non ci saranno turisti in cielo. Solo figli.

Come questa chiave: puoi anche tenerla in tasca, ma non ti servirà se non ti incammini verso la porta giusta. E la porta è Cristo. Non una tra tante. L’unica.

Stai camminando con Gesù… o lo stai solo guardando da lontano, sperando che ti riconosca lo stesso alla fine? La tua vita oggi sta andando nella sua direzione?

O stai aspettando “un giorno” per prenderlo sul serio?

Gesù tornerà. E sarà lì, come quel padre della parabola. Non con rimproveri, ma con le braccia aperte. E se ti senti stanco, ferito, se hai fatto passi falsi… ricordati: non sei fuori casa per sempre. Il cammino della fede non è fatto di perfezione, ma di fiducia. Quella casa è per chi continua a tornare, nonostante tutto.

Conclusione

La casa è pronta. La chiave è offerta.

Ma ora… tocca a te.

Vuoi continuare a vivere da ospite, oppure accettare l’invito a tornare a casa?

Dio ha fatto tutto perché tu non ti perda.

E se oggi il tuo cuore è turbato… ascolta Gesù che ti dice:

Credi in me. Fidati. Io ti preparo un posto. Tornerò per portarti a casa.

Se oggi senti che è tempo di tornare a casa, puoi dirgli semplicemente:

Gesù, mi fido di te. Voglio camminare con te. Portami a casa”.

Amen

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