Gioia di vivere in Cristo

24 Dicembre 2023

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Oggi celebriamo il Natale, la festa che ci ricorda la nascita di Gesù Cristo, la festa della gioia per eccellenza. Gioia per la nascita del nostro Salvatore, gioia perché Dio è venuto sulla terra per essere con noi, gioia perché Cristo è venuto per darci vita in abbondanza e perdono per i nostri peccati.

Questa gioia è una gioia che attraversa il Nuovo Testamento e che coinvolge tutta la nostra vita. Leggiamo di gioia quando Gesù nacque e le persone videro il bambino nella mangiatoia, di gioia quando le persone ricevevano il Vangelo, di gioia per i démoni che venivano scacciati nel nome di Cristo, della gioia che si diffuse in Samaria quando arrivò loro la buona notizia della salvezza.

Leggiamo di Gesù che trasforma tristezza in gioia e di come i discepoli furono ripieni di gioia quando videro il Cristo risorto. Leggiamo della gioia degli Apostoli mentre vedevano le chiese crescere. Leggiamo di come Gesù desidera rendere completa la sua gioia in noi e che il secondo frutto dello Spirito Santo nella vita del credente è la gioia. Infine, leggiamo della gioia che avremo un giorno alla presenza di Dio nell’eternità.

È da inizio 2023 che abbiamo cambiato il nome della nostra chiesa in “Chiesa Viva Locarno” e il “Viva” nel nome sta per gioia di vivere, la gioia che ci porta il Vangelo e che dovrebbe caratterizzare le nostre chiese: vogliamo trasmettere gioia di vivere in tutte le circostanze. Questa gioia iniziò a diffondersi quando un angelo apparve ad alcuni pastori che stavano nei campi facendo la guardia al loro gregge nei pressi di Betlemme. Ed è da qui che partiremo.

Gioia nella nascita di un Salvatore

E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”». (Luca 2:9-11)

Quando l’angelo apparve a quei pastori, la loro prima reazione fu che “furono presi da gran timore”. Essere pastore di pecore, a quei tempi, non era il lavoro più prestigioso. Che Dio abbia scelto di rivelarsi proprio a loro è allo stesso tempo sorprendente e incoraggiante. I pastori erano persone emarginate, disprezzate, erano ritenuti dei peccatori.

Erano disprezzati perché non seguivano le regole, alcuni di loro erano ladri, pascolavano le loro pecore su campi che spesso non avevano diritto di utilizzare ed erano ritenuti inaffidabili. Vedere la gloria del Signore che risplendeva sopra di loro li terrorizzava. Temevano di essere confrontati con il Dio che conosceva ogni più intimo dettaglio della loro vita.

Questo pensiero può intimorire anche noi, se non conosciamo e non sperimentiamo la profondità dell’amore di Dio per noi. Il pensiero di un Dio che ci conosce perfettamente e nel più intimo dettaglio non è sempre solo confortevole, per alcuni è un pensiero assai fastidioso. Spesso è proprio questo uno dei motivi per cui alcuni non si avvicinano a Dio o perché facciamo fatica ad avvicinarci a Dio quando le cose nella nostra vita non vanno come vorremmo. Che effetto ti fa pensare a un Dio che conosce ogni dettaglio della tua vita?

I pastori che stavano nei campi non rappresentavano persone che avevano la loro vita sotto controllo. Eppure, quando l’angelo apparve loro, non lo fece per accusarli o per condannarli, bensì per annunciare loro una grande gioia. È in quell’istante che la loro paura si trasformò in gioia e che corsero a vedere con i loro occhi il bambino appena nato.

Quando videro il bambino adagiato nella mangiatoia non ebbero dubbi: quello era il Dio onnipotente che si era fatto uomo per portare gioia nella nostra vita. Subito andarono a divulgare la buona notizia e tutti quelli che li udirono si meravigliarono. Ciò che i pastori videro con i loro occhi fu la dimostrazione che Dio aveva scelto di non abusare del suo potere per punire, giustamente, gli uomini per i loro peccati, ma che, al contrario, ha deciso di umiliarsi e di venirci incontro in tutta semplicità.

Dio ha deciso di venire nel mondo come bambino entrando così nella nostra dimensione, per permetterci di vederlo, osservarlo e toccarlo. Dio non desidera solamente essere temuto per la sua giustizia e santità, come se fosse indifferente alla nostra situazione. Essendo divenuto uomo ci lancia un forte messaggio: “Se vi chiedete dove sono, ecco, ora potete vedere che ci sono; sono sempre stato qua, ma ora ve lo dimostro vivendo una vita come la vostra, per mostrarvi che condivido le vostre sfide, le vostre delusioni, ma anche le vostre gioie”.

Nella nascita di Cristo Dio ti parla. Riesci a vedere la dimostrazione dell’amore di Dio per te nella nascita di Cristo che celebriamo a Natale? Dio ti invita a confidare in Lui, a relazionarti con Lui, ad accettare il perdono che Lui ti offre grazie alla vita, alla morte e alla risurrezione di suo figlio Gesù Cristo. È un Salvatore che ti capisce, che desidera condividere le tue lacrime, la tua tristezza e la tua sofferenza per trasformare il tutto in gioia.

Gioia nella vita quotidiana

Dio desidera portare la sua gioia nella tua vita quotidiana. Gesù è stato bambino proprio come te, è cresciuto affrontando la vita come uno di noi ed è in grado di capire meglio di chiunque altro come ti senti in questo momento. Ti capisce come bambino, come giovane, come padre, come madre, come persona adulta, con i tuoi problemi e le tue preoccupazioni.

Per questo l’Apostolo Paolo scrisse parole così forti ai Filippesi, dicendo:

Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi… Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. (Filippesi 4:4-7)

Paolo ci sta letteralmente esortando a permettere alla gioia di Dio di entrare a far parte della nostra quotidianità. Forse starai pensando: “Che ne sa Paolo delle mie difficoltà, vorrei sfidarlo a rallegrarsi se fosse nei miei panni!”. Eppure, Paolo scrisse queste parole mentre si trovava in carcere a Roma. Paolo conosceva molto bene la sofferenza, la persecuzione, la solitudine, le lacrime e la fame. Ma aveva imparato ad accontentarsi dello stato in cui si trovava e che, come disse poco dopo, “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Filippesi 4:13).

Paolo ci insegna che possiamo ritrovare la gioia in ogni circostanza. Dio desidera donarci gioia di vivere in ogni circostanza. Avere gioia di vivere non significa reprimere le nostre emozioni oppure negare che ci siano avvenimenti tristi nella nostra vita. Al contrario! Paolo ci esorta a riconoscere e ad ammettere di fronte a noi stessi e di fronte a Dio ciò che ci turba.

Quindi, come puoi mantenere viva questa gioia anche quando le cose vanno male? Innanzitutto, non escludendo Dio dal tuo dolore. Anche se sei deluso o arrabbiato con Dio perché ritieni che dovrebbe intervenire con più decisione nella tua vita, porta a Lui queste tue frustrazioni. Grida a Dio come fece il salmista dicendo: “O SIGNORE, perché te ne stai lontano? Perché ti nascondi in tempo d’angoscia?” (Salmo 10:1).

Possiamo sperimentare la gioia nella nostra vita quotidiana se nelle circostanze difficili rimaniamo attaccati a Gesù, distogliendo lo sguardo da noi stessi e rivolgendolo nuovamente a Gesù. Paolo ci invita a far conoscere a Dio ogni nostra richiesta e ogni nostra preoccupazione. Non possiamo pretendere di sperimentare la pace di Dio nella tempesta se siamo occupati a voler risolvere tutto da soli.

Qual è stata l’ultima volta che ti sei reso conto di aver affrontato una situazione tutta difficile da solo? Perché non ti sei rivolto a Dio in preghiera? Che cosa ti ha impedito di gettare su di Lui le tue preoccupazioni? Il punto è che, se non ti eserciti a comunicare con Dio condividendo con Lui le tue gioie quotidiane, non ci riuscirai nemmeno quando le preoccupazioni prenderanno il sopravvento.

Nella parabola del tesoro nascosto Gesù afferma che “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo” (Matteo 13:44). L’insegnamento centrale di questa parabola è che, se vuoi che la tua relazione con Dio trasformi in modo potente la tua vita, devi fare tutto ciò che è in tuo potere per tenerti il più possibile stretto a Gesù.

In che modo potresti esercitarti nei prossimi giorni a condividere con Gesù le piccole gioie e i piccoli dolori di ogni giorno? Che cosa potrebbe aiutarti a ricordare che, se hai trovato Cristo hai trovato un enorme tesoro e che Lui desidera rendere completa la tua gioia?

Gioia eterna

Tutto questo esercitarci nel permettere alla gioia in Cristo di permeare tutta la nostra vita ha anche un senso eterno, come ci spiega Gesù stesso nella parabola del servo fedele. Quando i servi ai quali era stato affidato un talento tornarono dal padrone mostrandogli con orgoglio come li avevano moltiplicati, il padrone disse loro:

Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore. (Matteo 25:21)

Quest’anno abbiamo parlato tanto del ritorno di Cristo e quel giorno sarà un giorno di gioia nel quale Lui porrà fine a tutta la nostra sofferenza. La promessa, come leggiamo nel libro dell’Apocalisse, è che allora “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21:4). A quel punto la nostra gioia sarà completa.

Saremo parte della folla immensa riunita davanti al trono di Dio e che dirà:

Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. (Apocalisse 19:6-7)

Vorrei terminare questo messaggio che, partendo dalla gioia del Natale e passando per la gioia che possiamo avere nella vita quotidiana, ci porta alla speranza di una gioia eterna, leggendo parte di un articolo scritto dal presidente di Chiesa Viva Svizzera Christian Haslebacher, e dal quale ho preso spunto per il messaggio di oggi:

Si può seguire Gesù in modi diversi: con serietà, con passione, con fiducia. Come Chiesa Viva, vogliamo provare anche a seguirlo con la «gioia di vivere in ogni cosa»: Vogliamo appoggiarci con gioia alle fondamenta della Bibbia. Vogliamo essere pieni di gioia di vivere, pieni dello spirito di Dio. Vogliamo rivolgerci al mondo con la buona novella e con atti di carità, con una grande gioia di vivere. La nostra chiesa vuole essere caratterizzata dalla «gioia di vivere in tutto»: nel pregare, nel cantare, nel leggere la Bibbia, nel predicare, nel servire, nel lavorare, nel rapporto con i vicini e nella vita familiare. Questo è il profumo del regno di Dio! E questo corrisponde al nostro nome «Chiesa Viva».

Amen

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