Il patto con l’arcobaleno

11 Febbraio 2024

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Peter Oster

Peter Oster

Anziano

Continuando nella serie di prediche di quest’anno che tratta le “Vivere nelle promesse di Dio” siamo arrivati al capitolo 8 e 9 della Genesi.

L’ultima volta abbiamo visto come Noè è scampato al giudizio di Dio su un mondo dove imperava il male e che addolorava Dio in cuor suo. Questo giudizio terribile era l’unica possibilità di resettare questo mondo per terminare la malvagità. Da quando Noè entro nell’Arca fino al momento di uscire per riacquistare la libertà passò un anno.  E oggi saltando un po’ di avvenimenti e vediamo cosa succede quando Noè, dopo un anno esce dall’arca questo luogo di salvezza e oggi simbolo della salvezza che abbiamo in Cristo.

Personalmente trovo che sia un capitolo fondamentale in quanto segna l’inizio di una nuova epoca. Dopo la creazione dell’uomo e i primi millenni Dio straccia il suo progetto, volta pagina e inizia una nuova storia. È preoccupante leggere che Dio sa fare questo, eppure egli non getta tutto, ma inizia una nuova epoca quella del nostro mondo, della nostra storia.

Assieme a questo nuovo inizio lui dona anche un nuovo ordine racchiuso in un patto unilaterale che scopriremo oggi.

La conoscenza di questo patto e di tutti gli altri patti di Dio che si trovano nella Bibbia sono importanti perché danno un orientamento insostituibile nella vita. Sapere cosa vale è importante per non dover lottare costantemente con l’ABC della vita e rimanere bloccati nelle questioni già da sempre risolte.

Proprio oggi nella nostra epoca si assiste a questo fenomeno dove assurgono lotte su ideologie o opinioni che alla fine disorientano e succede che perfino le questioni etiche sono sottomesse all’opinione della maggioranza e tutto diventa relativo. Un corso a zig-zag è così assicurato e molti si chiederanno: “Cosa è giusto fare?”

Ma vediamo cosa ci racconta la storia di oggi e cosa possiamo imparare da questa.

Il sacrificio

Iniziamo al capitolo 8, versetto 18:

18 Noè uscì con i suoi figli, con sua moglie e con le mogli dei suoi figli. 19 Tutti gli animali, tutti i rettili, tutti gli uccelli, tutto quello che si muove sulla terra, secondo le loro famiglie, uscirono dall’arca.
20 Noè costruì un altare al SIGNORE; prese animali puri di ogni specie e uccelli puri di ogni specie e offrì olocausti sull’altare. 

Noè dopo il disastro del diluvio, la consapevolezza di essere stato salvato e la consapevolezza della sua dipendenza da Dio in questo nuovo inizio compie un gesto. Offre sacrifici a Dio come sapeva fare. Era la sua maniera di esprimere in modo estremo la sua adorazione a Dio e la sua preghiera per ottenere grazia. In fondo, come noi, sapeva che non sarebbe mai stato in grado di vivere una vita pura all’altezza di ciò che sarebbe necessario e la sfida di sopravvivere era enorme.

Questo sacrificio, così come quelli avvenuti prima e dopo, in tutte le epoche, traevano la loro importanza ed efficacia nel fatto che rispondevano a un principio di giustizia divina. Il sangue, nel quale risiede la vita, di un animale innocente veniva sparso, in prefigurazione del sacrificio di Cristo. Come per dire: “Oh Dio, pietà, perché so che Tu sei misericordioso e addirittura un giorno morirai per cancellare i peccati.”

Questo atteggiamento umile di Noè libera la strada per un nuovo inizio privo di ostacoli.

Siamo in un momento cruciale della storia dove la domanda era: “Come andrà avanti?” E Noè ha agito giustamente compiendo con gran timore un gesto che piaceva a Dio. Anche se c’erano solo pochissimi animali l’unica speranza risiedeva nel sangue sparso. Il sangue sparso era l’unica cosa di valore che Noè poteva offrire a questo Dio, che aveva mostrato quanto fosse temibile la sua ira.

Così anche noi dobbiamo essere consapevoli che non è uguale come ci comportiamo. Anche noi abbiamo bisogno del favore di Dio. Questo favore è legato ormai a Cristo. In Lui otteniamo misericordia, grazie e addirittura vita eterna. Il privilegio del cristiano è incomparabile, ma è necessaria fede e comunione con il Signore. Però come Noè anche il cristiano dovrà avere delle opere. Non più di sacrifici con spargimento di sangue, perché Cristo ha ormai pagato tutto. Però si dovranno vedere le opere della fede compiute per mezzo dell’amore, come leggiamo nella lettera ai Galati (Gal. 5:6).

Il nuovo ordine

Dopo questo gesto di Noè Dio risponde. Cosa ci saremmo aspettati noi al suo posto? Cosa si aspettava Noè? Ci troviamo in un momento cruciale e come risponde Dio? Dio risponde con un patto!

Leggiamo (Gen. 9)

1 Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra. 2 Avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. 3 Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l’erba verde; 4 ma non mangerete carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. 5 Certo, io chiederò conto del vostro sangue, del sangue delle vostre vite; ne chiederò conto a ogni animale; chiederò conto della vita dell’uomo alla mano dell’uomo, alla mano di ogni suo fratello. 6 Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo, perché Dio ha fatto l’uomo a sua immagine. 7 Voi dunque crescete e moltiplicatevi; spandetevi sulla terra e moltiplicatevi in essa».

Dopo il sacrificio, Dio benedice la famiglia di Noè e getta le basi morali/etiche per permettere un nuovo inizio sulla terra, comunicando le regole fondamentali per una convivenza che non finisca più in una catastrofe.

Vogliamo vedere più attentamente i diversi punti, ma sembra chiaro che fin dall’inizio che la conoscenza di questo nuovo ordine solleva da molte paure e da molti dubbi che potrebbero assillarci e ci indicano una via giusta da seguire.

1 Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra. “

La benedizione è un gesto di favore che solo Dio può elargire. Significa pienezza e successo. Tutti noi desideriamo la benedizione ed è quindi importante essere consapevoli che è necessario rivolgersi a Dio per poterla possedere. Nel nostro caso Noè aveva offerto con timore dei sacrifici a Dio. Ma questa benedizione non era fine a sé stessa. Dio voleva ripopolare la terra. C’era anche un incarico.

Avere figli è un compito ancora oggi. Se fai un progetto per la tua vita ricordati di non escludere i figli. Non è una buona idea di sacrificare figli in favore di una carriera.
Ci sono persone, ogni tanto si sente questo, che dicono preferisco non mettere al mondo figli in un mondo come questo. Però la parola di oggi ci incoraggia a confidare nel Signore che ordina di procreare e che ci benedice per vivere felicemente.

Ci sono situazioni dove una persona non può avere figli per diverse ragioni. Allora questa persona avrà maggiori disponibilità per servire Dio altrimenti. Qualcuno può rimanere celibe o nubile secondo l’insegnamento dell’apostolo Paolo, dedicandosi maggiormente al Regno di Dio. Però se hai allevato figli ricordati che hai svolto un compito importante, realizzando così una parte del disegno di Dio per te. In questo compito si realizza anche la felicità che Dio vuole darti e avrai compiuto una cosa molto importante.

2 Avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. 

Ricordiamoci che il terribile diluvio era avvenuto a causa della malvagità degli uomini. Ma probabilmente anche gli animali erano diventati malvagi. Infatti, sono tutti periti. Anche la situazione sulla terra doveva essere deplorevole. Non era infatti solo piovuto, ma anche le acque sotterranee erano uscite con violenza devastando la terra.

Ora è chiaro che gli animali costituivano un potenziale pericolo per Noè. Per questo Dio mette questo senso del timore degli uomini negli animali e allo stesso tempo stabilisce una gerarchia, confermando il dominio degli uomini sulla fauna.

Questa gerarchia è ancora valida. Per esempio, l’uomo vale di più dell’animale. Sia perché è ad immagine di Dio, ma anche perché abbiamo ricevuto questo potere. Quindi oggi spesso si vede che gli animali vengono trattati allo stesso livello del genero umano, ma questo non è necessario e forse non è neanche giusto innalzare troppo l’animale per il rischio di farlo diventare un idolo.

Comunque, il compito dell’uomo non è sicuramente quello di abusare di questo potere. Al contrario il suo compito semmai è di amministrare bene questa “nuova terra” che gli viene affidata fino ad oggi. Dobbiamo perciò avere a cuore il creato amministrandolo in vece di Dio, come suoi rappresentanti, e questo vuol già dire molto.

3 Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l’erba verde; 4 ma non mangerete carne con la sua vita, cioè con il suo sangue.

Qui succede un cambiamento rispetto alla situazione prima del diluvio. Infatti, all’inizio agli uomini erano stati dati i frutti come nutrimento e agli animali l’erba. Invece adesso all’uomo è lecito mangiare di tutto. In questo passo non viene fatta la distinzione tra animali puri e impuri. Questa restrizione appare solo più tardi sotto la legge Mosè. E ai nostri giorni sulla base degli insegnamenti di Gesù (Marco 7:19) tutti i cibi sono ormai puri. Questo significa che siamo liberi nella scelta degli alimenti e che non dobbiamo sottostare ad alcuna imposizione di tipo ideologica. Però se una persona è per esempio vegetariana non c’è nulla di male. È semplicemente una scelta personale.

Però ricordiamoci di Paolo In Ro 14:15 che parla di un concetto che si può allargare a molti temi quando dice” Ora, se a motivo di un cibo tuo fratello è turbato, tu non cammini più secondo amore. Non perdere, con il tuo cibo, colui per il quale Cristo è morto!”

5 Certo, io chiederò conto del vostro sangue, del sangue delle vostre vite; ne chiederò conto a ogni animale; chiederò conto della vita dell’uomo alla mano dell’uomo, alla mano di ogni suo fratello. 6 Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo, perché Dio ha fatto l’uomo a sua immagine. 

In questo testo Dio ci ricorda che lui ci giudica. Lui chiederà conto. Questo insegnamento è fondamentale in quanto è la base delle virtù. In un altro passo leggiamo che “il timor di Dio è l’inizio della saggezza”. Dopo il tremendo giudizio del diluvio Dio ricorda che lui non è cambiato e lui non vuole che il mondo si deteriori come prima. Dio comanda di non uccidere, spiegando cosa intende. Gli animali verranno giudicati e anche gli uomini che spargono il sangue degli uomini. E chi uccide verrà ucciso.

Anche se non riusciamo a capire tutti o la maggior parte degli avvenimenti attorno a noi questo passo che abbiamo letto ci dice che esiste una giustizia divina che dobbiamo temere.

Inoltre, vediamo che un elemento importante che torna è che siamo fatti ad immagine di Dio. Questo fatto dona all’uomo una alta dignità indipendentemente dalla posizione sociale, dalla ricchezza o dal potere. Un abuso di potere verso una persona che non può difendersi è grave e Dio vede queste cose.

7 Voi dunque crescete e moltiplicatevi; spandetevi sulla terra e moltiplicatevi in essa.

Dopo aver spiegato le regole fondamentali di questo nuovo mondo Dio ripete il comando di spandersi sulla terra senza paura, ricordandoci che abbiamo la sua benedizione.

Possedere la benedizione di Dio fa coraggio ad affrontare la vita. Anche per noi. In vista di cambiamenti o sfide Dio con la sua benedizione ci libera la via e dona la promessa che potremo farcela.

Il patto

Dopo aver ripetuto a Noè l’incarico di popolare la terra, con le regole più importanti per la convivenza Dio stringe un patto unilaterale con l’umanità che non può essere infranto dall’uomo.

Desidero collegare i versetti del patto a un versetto che ho tralasciato prima. Al capitolo 8:21 ss. Qui vediamo cosa pensa Dio sentendo il soave odore del sacrificio di Noè:

il SIGNORE disse in cuor suo: «Io non maledirò più la terra a motivo dell’uomo, poiché il cuore dell’uomo concepisce disegni malvagi fin dall’adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. 22 Finché la terra durerà, semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai».

Poi il capitolo 9:8 continua

8 Poi Dio parlò a Noè e ai suoi figli con lui dicendo: 9 «Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi 10 e con tutti gli esseri viventi che sono con voi… nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra». 12 Dio disse: «Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future. 13 Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. 14 Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l’arco apparirà nelle nuvole; 15 io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente. 

Qui vengono stabiliti due principi eterni (finché la terra durerà) che sono irremovibili. Non cesserà la produzione di cibo e neppure l’ordine cosmico nel quale si trova la terra, inoltre non ci sarà più una catastrofe globale con un diluvio.

Quindi proprio ai nostri tempi, dove il tema del riscaldamento globale e tutte le teorie catastrofiste potrebbero incutere timore, queste parole devono confortarci.

L’ordine attuale non può essere sovvertito. Mi sembra interessante il versetto 16 dove leggiamo:

16 L’arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra».

Qui si vede come Dio attivamente guarda la terra per ricordarsi del patto. Cioè, il mondo non è stato messo in moto da Dio all’inizio lasciandolo poi semplicemente andare come un orologio che può rompersi. Si riconosce la volontà di Dio di guidare le sorti di questo mondo per mantenere l’ordine dato. Questo non ci esime dalla responsabilità di conservare il creato, ma vediamo che Dio pone un limite, promettendo che semina e raccolto non cesseranno.

Il segno

Non esiste nessun patto che Dio abbia fatto che è accompagnato da un segno materiale e tangibile come questo.

Il segno dell’arcobaleno rivela la bontà e il carattere di Dio.

È un arco bellissimo. I suoi colori sono stupendi. L’arco guarda in su, è appeso, in segno di pace. Non è un arco da guerra che serve a distruggere. Inoltre, è un arco che serve più a noi che a Dio, perché lui non si scorderebbe del patto anche senza arcobaleno.

Ogni volta che vedi un arcobaleno vieni ricordato che Dio guarda con bontà questa terra sulla quale viviamo, per conservarla.

La cosa più importante da fare dopo aver letto questo capitolo e aver visto l’esempio di Noè è di accostarsi a questo Dio che è un salvatore e fonte di benedizione.

Dio ti benedica.

Amen

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