Il Vangelo, la potenza di Dio

19 Gennaio 2025

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Giovanni Accadia

Giovanni Accadia

Anziano

ROMANI 1:8-17

“8 Prima di tutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la vostra fede è divulgata in tutto il mondo. 9 Dio, che servo nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che faccio continuamente menzione di voi 10 chiedendo sempre nelle mie preghiere che in qualche modo finalmente, per volontà di Dio, io riesca a venire da voi. 11 Infatti desidero vivamente vedervi per comunicarvi qualche dono, affinché siate fortificati; 12 o meglio, perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io.

13 Non voglio che ignoriate, fratelli, che molte volte mi sono proposto di recarmi da voi (ma finora ne sono stato impedito) per avere qualche frutto anche tra di voi, come fra le altre nazioni. 14 Io sono debitore verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti; 15 così, per quanto dipende da me, sono pronto ad annunciare il vangelo anche a voi che siete a Roma. 16 Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; 17 poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà».”

 

Domenica scorsa con i primi 7 versetti  abbiamo visto la bellezza di essere chiamati santi e che in relazione a questo scopriamo e viviamo la nostra chiamata.

Abbiamo visto come Paolo col suo esempio ci vuole mostrare che lui stesso ha una chiamata, quella di promuovere l’obbedienza della fede nei cuori.

Nei nostri versetti di oggi vogliamo vedere come Paolo si affida ed è spinto nella sua chiamata da una grande potenza, la stessa potenza che porta avanti anche la nostra chiamata e la nostra fede: il vangelo, la potenza di Dio.

Mi piace paragonare la potenza del vangelo alla richezza e alla bellezza che si nota in cielo stellato. 

Considereremo tre aspetti in questi versetti:

Versetto 8:          la potenza del Vangelo visibile al mondo
Versetto 9–15:    la potenza del Vangelo tra credenti
Versetti 16-17:     la potenza del Vangelo che salva

La potenza del Vangelo visibile al mondo

Brevemente vediamo il primo punto.

Il versetto 8 dice: “Innanzitutto, ringrazio il mio Dio per mezzo di Gesù Cristo per tutti voi, perché la vostra fede è proclamata in tutto il mondo”.

Paolo ringrazia Dio perché la fede di questi fratelli è robusta e visibile. La potenza del Vangelo ha trasformato le loro vite ed è evidente.

Paolo non sta ringraziando i romani per essere diventati credenti. Ringrazia Dio, dando gloria a Lui.

Paolo è consapevole che la fede è il dono di Dio (ef 2). Ecco perché Paolo ringrazia Dio per queste persone. Sono diventati i credenti che sono grazie all’opera di Dio nelle loro vite. 

Vale anche per noi: se la nostra fede è stata divulgata, nonostante eravamo schiavi del peccato, è merito Suo:  non puoi vantarti di essere diventato un credente. Puoi solo ringraziare.

La potenza del Vangelo tra credenti

Ora leggiamo insieme i versetti da 9 a 15 e vi chiedo di fare particolare attenzione a notare l’effetto che il Vangelo fa tra i credenti.

“9 Dio, che servo nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che faccio continuamente menzione di voi, chiedendo sempre nelle mie preghiere che in qualche modo finalmente, per volontà di Dio, io riesca a venire da voi. 11 Infatti desidero vivamente vedervi per comunicarvi qualche dono, affinché siate fortificati; 12 o meglio, perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io.” 13 Non voglio che ignoriate, fratelli, che molte volte mi sono proposto di recarmi da voi (ma finora ne sono stato impedito) per avere qualche frutto anche tra di voi, come fra le altre nazioni. 14 Io sono debitore verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti; 15 così, per quanto dipende da me, sono pronto ad annunciare il vangelo anche a voi che siete a Roma.

In questi versetti si vede l’incredibile effetto che il Vangelo fa nelle persone che, una volta trasformate, servono Dio.

E’ evidente che la fede non può essere una questione privata.

Il Vangelo non può lasciarci inoperosi.

E’ evidente che Il Vangelo non ci lascia indifferenti verso gli altri.

Il Vangelo non ammette solitari.

Se la nostra fede invece è sempre stata così, credo sia urgente chiederci se siamo stati veramente raggiunti dalla potenza del Vangelo.

Paolo esprime come il Vangelo è simile a una dinamite: una potenza che ti spinge a servire nella chiesa, ad annunciare la tua fede, a desiderare la comunione e la collaborazione con i credenti.

I sentimenti di Paolo verso la chiesa sono talmente accentuati, che nel versetto 9 dice “(Dio)…mi è testimone…”.

Confida nel fatto che, nonostante esprima i suoi desideri nella lettera, solo Dio sa appieno la sua dedizione e il grido incessante del cuore. Paolo riposa in questa certezza. Affida la sua “impazienza” di incontrarsi alla volontà e guida di Dio.

Sapere che Dio conosce i desideri più intimi ci rende più responsabili e più inclini a cercare la Sua approvazione.

Un altro aspetto che emerge dalle parole di Paolo, è che nella chiesa, tra i credenti, non esiste un erogatore di potenza del Vangelo; non c’è detentore da cui gli altri dipendono.

La potenza del Vangelo è sperimentabile da tutti, dai sapienti come dagli ignoranti. Perciò Paolo sa già con anticipo che lui stesso, il grande insegnante, avrà tanto da ricevere, come specifica al versetto 12:perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io.”

Il proposito di andare a Roma, in ogni caso non è un’iniziativa personale o di piacere.

Ricordiamo che Paolo aveva una chiamata da Dio consolidata dalla chiesa di Gerusalemme, quella del versetto 5: portare l’obbedienza della fede tra i Gentili.

Anche se in questi versetti non emerge l’approvazione anche della chiesa, in realtà lo si puotrebbe osserare dal ministerio di Paolo.

Il versetto 14 rievoca questa chiamata: Paolo si sente debitore di promuovere il Vangelo anche a Roma.

Il suo scopo è di andare dai romani per fortificarli nella fede, nel versetto 11 e per annunciare il Vangelo anche lì, (versetto 15).

Se noi abbiamo un forte desiderio/sentimento di servire, collaborare, partire per il vangelo, dobbiamo tenere conto che la chiamata di Dio e legata strettamente al coinvolgimento e la sottomissione della chiesa.

La potenza del Vangelo che salva

Nei prossimi e ultimi versetti di oggi, Paolo affronta gli aspetti più importanti per cui l’uomo dovrebbe preoccuparsi.

16 -17 “Poiché io non mi vergogno del vangelo, perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. Poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, come sta scritto: «Ma il giusto vivrà per fede».”

Per questi versetti ho dedicato più di mezza predica, perché troviamo degli aspetti cruciali.

Questi due versetti hanno tante implicazioni ma ne vediamo solo alcune. 

In Romani 14 leggiamo: “Il regno di Dio non consiste nel mangiare e nel bere, ma nella giustizia, nella pace e nella gioia.”

Ecco cosa include la salvezza. Quindi il Vangelo è la potenza di Dio per portare i credenti alla salvezza, all’esperienza eterna di “giustizia, pace e gioia”, per renderci felici in Lui per sempre.

La nostra più grande preoccupazione riguarda la nostra gioia eterna che deriva dalla salvezza. Per la nostra anima e di chi ci è vicino.

I piaceri o i problemi che derivano dal mondo non potranno mai più diventare più importanti della manifestazione di Dio nella nostra vita.

Se pensi di avere problemi che sono più grandi di questa manifestazione nella tua vita, non stai vedendo la realtà.

Se sei un peccatore perdonato e hai ricevuto il dono della giustizia di Dio, ti posso garantire che tutto ciò che sembra grande e importantissimo può, in effetti, essere molto piccolo e irrilevante.

Noi dovremmo adoperarci alla salvezza, e non una volta nella vita, alla conversione e basta, ma continuamente, per consolidare la nostra fede e promuoverla negli altri.

Grazie alla rivelazione del vangelo noi troveremo nuova gioia di vivere per Dio sulla terra.

“Infatti non mi vergogno”…Questa è un affermazione che ha un prezzo per Paolo.

Lui è stato svergognato più volte.

Lui non si spaventava ne si vergognava difronte alla sapienza dei greci e alla religiosità dei giudei.

E persuaso nel profondo del suo cuore che il vangelo è più potente della sapienza umana e della morte.

Maggiore è la nostra convinzione su questo maggiormente anche noi non ci vergogneremo.

Continuando a credere

Questi versetti spiegano come i credenti vengono salvati.

Il versetto 16 dice che il Vangelo è il potere di Dio per salvare chiunque crede.

E il versetto 17 dice che nel Vangelo la giustizia di Dio viene rivelata.

Sia il credere nel versetto 16 che il rivelare nel versetto 17 sono verbi di azione continua al presente in greco. “Il vangelo è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque continua a credere, perché in quel vangelo la giustizia di Dio continua a essere rivelata“.

Da parte nostra, la chiave per essere salvati dall’ira a venire, è continuare a credere e ad avere fiducia in Dio.

Saremo salvati dall’ira di Dio per mezzo di Cristo, perché siamo stati giustificati per mezzo del Suo sangue.

Il potere che porterà i credenti alla salvezza è la scoperta di quella giustificazione.

La rivelazione continua ci è data gratuitamente tramite la fede.

Se non sappiamo di essere assolti, perdonati e considerati giusti ora, non saremo in grado di percorrere il sentiero che conduce alla vita. O ci dispereremo e ci volgeremo alla mondanità; o cercheremo di guadagnarci il favore di Dio con performance morali e religiose.

Tutto ciò che Dio richiede da noi come credenti presuppone che siamo giustificati, accettati, perdonati, assolti, considerati giusti con la Sua giustizia, non con la nostra. Solo in questa posizione sicura possiamo e dobbiamo combattere il peccato e l’incredulità.

Colui che combatte in questo modo, come peccatore giustificato, vivrà.

Il modo in cui Dio salva i credenti è rivelando (in quel vangelo) la giustizia di Dio come un dono “di fede in fede”. La giustizia che egli esige da noi ( Abacuc 1:13 ) ce la dona liberamente.

Questo è ciò che Dio rivela “di fede in fede”. Ci rivela per fede l’urgenza di confidare in Lui e ci rivela per fede che è tutto un dono, perché non riusciremo da soli ne a salvarci ne a  vivere eternamente.

Vi do un illustrazione per capire meglio questo aspetto:

allinizio la ricchezza della salvezza l’ho paragonata alla bellezza di un cielo stellato.

Immaginati di essere nato cieco e di non aver mai visto uno spettacolo del genere di cui hai sempre sentito parlare.

E ad un certo punto incontri una persona in grado di donarti la vista e lo fa in piena notte sotto un cielo stellato.

Quel dono ti mostra con grande stupore una realtà che riuscivi a malapena ad immaginarti.

Dopo esserti ripreso e aver preso coscienza di quella meraviglia, desideri vedere meglio e quindi la stessa persona ti fa un altro dono:

ti regala un telescopio per farti vedere le stelle ingrandite.

In un certo senso quel telescopio “glorifica” la stella, manifestandola più chiaramente.

E più vorrai vedere più avrai bisogno di telescopi più performanti.

Qualcosa di molto simile succede con la potenza del vangelo nella nostra vita.

Questo è quello che fa la potenza Dio alla nuova nascita mediante la fede: ci mostra subito una nuova dimensione, la vastità e la ricchezza della vita eterna.

Dopo aver confidato in Lui e aver conteplato la salvezza noi vorremmo vedere meglio, e lui ci donerà quello strumento che è la fede.

Maggiore sarà la fede, maggiormente Dio sarà mostrato e glorificato nelle nostre vite.

In questi versetti viene glorificata in particolare la giustizia di Dio.

“Da fede a fede”

Questa illustrazione mostra in parte questa espressione “di fede in fede” nel versetto 17.

Vediamo brevemente anche un paio versetti che ci aiutano a capire meglio.

In primo luogo , l’unico vero parallelo di questa frase nel Nuovo Testamento si trova in 2 Corinzi 2:15-16

Paolo dice: “Noi siamo un profumo di Cristo per Dio fra quelli che sono salvati e fra quelli che sono in perdizione; per gli uni, un odore di morte a morte, per gli altri, un odore di vita a vita”.

“Da morte a morte” e “da vita a vita” sono identici nella formulazione a “da fede a fede”.

L’interpretazione più naturale sembra essere: quando il messaggio di Paolo incontra un cuore morto nell’anima, ciò conduce alla morte finale dell’anima. 

Quando invece il suo messaggio incontra la vita spirituale, ciò conduce alla vita finale.

La morte non risponde al vangelo ed è confermata nella sua morte per sempre.

La vita spirituale risponde al vangelo ed è confermata e preservata per la vita eterna.

Mentre Romani 1:17 dice: “La giustizia di Dio è rivelata di fede in fede”.

Quando la rivelazione del dono della giustizia incontra la fede, conduce alla fede futura.

La fede è la finestra iniziale dell’anima che lascia entrare la luce della rivelazione della giustizia.

E quando la luce del dono della giustizia di Dio entra tramite la fede, opera potentemente per risvegliare, sostenere e generare sempre più fede sia nei nostri cuori ma anche verso i nostri “gentili che evangelizzeremo”negli anni a venire.

La  chiave per comprendere “da fede a fede” è vedere quanto bene questo significato soddisfa le esigenze del versetto 16 che dice che il vangelo è la potenza di Dio per la salvezza di tutti coloro (ricordiamoci dal greco) che continuano a credere — presente azione continua. Quindi “da fede a fede” significa continuare a credere.

In 1 Corinzi 15:1–2 , Paolo dice: “Ora vi faccio conoscere, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato, che anche avete ricevuto, nel quale anche restate saldi, mediante il quale anche siete salvati, se ritenete la parola che vi ho annunziato; a meno che non abbiate creduto invano”.

Quindi, se la nostra fede svanisce o la gettiamo via, si rivelerà vana, vuota e morta.

Ciò che salva è la fede perseverante ( Marco 13:13 ; Colossesi 1:23 ).

Il vangelo salva i credenti perché il vangelo mantiene i credenti nella fede. (Vedi 1 Pietro 1:5 )

In Romani 8:13 , Paolo dice: “Se vivete secondo la carne, voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete“.

È qui che spesso nasce il problema, perché sappiamo tutti che nella nostra guerra contro il peccato non vinciamo abbastanza spesso da avere pace nelle nostre coscienze.

Quindi se la nostra vita dipende dalla vittoria perfetta nella guerra contro il peccato, ci dispereremo e non persevereremo fino alla fine. Semplicemente ci arrenderemo, perché non serve a niente provare.

Cosa ci spingerà ad andare avanti e a combattere per vivere?  

La risposta che ci dà Paolo è che il vangelo è il potere di Dio per salvare i credenti (in un certo senso dal peccare) perché nel vangelo possiamo vedere rivelato ogni giorno che la nostra posizione con Dio non si basa sulla nostra giustizia, ma su quella di Dio, donataci gratuitamente per fede. E quando lo vediamo ripetutamente nel vangelo, giorno dopo giorno, finché viviamo, la nostra fede si rinnova e si sostiene, e continuiamo a combattere.

La nostra fiducia che Dio ci aiuterà nella vita e ci salverà dall’ira a venire si basa sulla rinnovata certezza che siamo accettati da Dio tramite il l dono della sua giustizia, non della nostra.

Quindi ogni volta che la Bibbia ci chiede qualcosa non pensiamo di  farlo per scolparci davanti a Dio, per ottenere il perdono.

La nostra ubbidienza sarà solo un conseguenza della nostra giustificazione.

Evitare di peccare per il dispiacere che rechi alla chiesa, a qualcun altro, o nei confronti di te stesso non basta, anche se ha la sua utilità, questo non ti farà andare lontano.

Il vero problema è che non stiamo credendo.

Chiediamo a Dio maggior fede e maggiore consapevolezza della Sua giustizia per combattere il peccato

La potenza del vangelo sarà in grado in questo senso di liberarci.

La nostra colpa è già stata rimossa, siamo già perdonati, abbiamo già il dono della giustizia di Dio, e quindi sappiamo che Dio è per noi e ci aiuterà a ubbidirgli.

Ovviamente se non hai questa rinnovata certezza l’unico tuo sforzo dovrebbe essere quello di supplicare Dio di perdonarti e di rendere il tuo cuore capace di vedere la Sua giustizia, e farlo attraverso  il dono della fede proprio come una finestra che lascia illuminare il tuo cuore.

Quindi confiderai anche tu in Lui e insieme potremo dire:

gli obbedirò e mostrerò con la mia obbedienza attraverso la fede la Sua gloriosa giustizia nella mia vita.

E non c’è modo migliore come abbiamo visto all’inizio di vivere e promuovere reciprocamente questa “ubbidienza della fede” con i propri fratelli e verso i non credenti.

Concludendo, quando ti capita di vedere un cielo stellato ricordati che Dio vuole continuare a mostrarsi come quelle stelle, ed essere glorificato sempre di più nella tua vita e quella dei tuoi fratelli.

Questo non solo per la Sua gloria ma anche per la nostra gioia.

Amen

 

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