La Parola di Dio all’opera

5 Febbraio 2023

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Nell’aprile del 2012 un giovane padre di famiglia si mise a sviluppare un’applicazione per la lettura della Bibbia in spagnolo, perché aveva visto che quelle che esistevano erano di bassa qualità. Il suo obiettivo era inizialmente di guadagnare almeno $600 al mese per potersi pagare l’affitto, ma l’app ebbe un tale successo, che già dopo pochi anni arrivò a guadagnare $100’000 all’anno.

Nel 2015 Trevor McKendrik, così si chiama lo sviluppatore, ricevette un’incredibile offerta da un’altra ditta che acquistò la sua app rendendolo milionario. C’è solo un piccolo problema: lui stesso è ateo e non crede per nulla che la Bibbia sia realmente la Parola di Dio. Per lui era solo un mezzo per guadagnare soldi. Possiamo dunque affermare che la Parola di Dio ha letteralmente trasformato la sua vita, ma è forse questo che intendeva Paolo, quando scrisse che la Parola di Dio opera efficacemente?

La Parola di Dio opera efficacemente

Per questa ragione anche noi ringraziamo sempre Dio: perché quando riceveste da noi la parola della predicazione di Dio, voi l’accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete. (1 Tessalonicesi 1:13)

Per la seconda volta in questa lettera Paolo esprime la sua gratitudine per come i Tessalonicesi avevano accolto il messaggio del Vangelo, non come semplice parola di uomini, ma per quello che è veramente, ovvero Parola di Dio. L’aspetto per noi interessante di questo versetto è però la differenza che Paolo fa tra il ricevere e l’accettare la Parola di Dio.

I Tessalonicesi avevano innanzitutto ricevuto la “parola della predicazione di Dio”. Chiunque può ricevere la Parola di Dio: leggendola, ascoltando una predicazione, guardando un film su Gesù, utilizzando un’applicazione per la lettura della Bibbia… Ricevere la Parola di Dio non è altro che un trasferimento di informazioni, in questo caso di verità su Dio e sul cristianesimo.

È però tutt’altra cosa accettare queste informazioni come “Parola di Dio” invece che come “parola di uomini. La Bibbia desidera portarci a incontrare il Dio vivente e non semplicemente trasmetterci informazioni su Dio, desidera portarci sempre più vicini al cuore di Dio. Per questo deve sempre essere letta in due direzioni: come libro che ci rivela importanti verità su Dio, ma anche come un libro che ci porta sempre più vicino al suo cuore.

Ricordi com’è stata la prima volta che hai letto la Bibbia non come semplice testo religioso, ma come Parola di Dio che è poi entrata direttamente nel tuo cuore? Ripensa a ciò che è successo quando leggevi per la prima volta certe verità su Dio e sul suo rapporto con te e a come sono penetrate direttamente nel tuo cuore, trasformando la tua vita.

Paolo afferma che la parola di Dio “opera efficacemente” in noi che crediamo. Come vivi oggi il leggere la Bibbia? La sperimenti ancora come la Parola di Dio che opera efficacemente in te? Oppure c’è il rischio che la lettura della Bibbia diventi una routine o un accumulare nuove informazioni su Dio? Quand’è stata l’ultima volta che hai permesso allo Spirito Santo di toccare e trasformare il tuo cuore leggendo la Bibbia?

Ultimamente si parla molto di intelligenza artificiale. Esiste un chatbot chiamato ChatGPT, in poche parole un’interfaccia online che ti permette di chiedere qualsiasi cosa. Si ha l’impressione di parlare con un essere umano super intelligente che sa tutto. Alcuni giorni fa gli ho chiesto di scrivermi una predica su 1 Tessalonicesi. Sono rimasto davvero sorpreso dai risultati, teologicamente corretti e delle profonde applicazioni pratiche che mi sono state proposte. Sembrava di parlare con un professore di teologia credente.

Questo mi ha fatto molto riflettere, perché anche noi a volte possiamo avere le perfette risposte a molte domande della vita, senza però che tutte queste verità tocchino o trasformino in un qualche modo la nostra vita. Quando è stata l’ultima volta che non ti sei limitato a leggere la Bibbia, ma che hai veramente permesso alla Parola di Dio di operare efficacemente in te?

Se vogliamo che la nostra vita sia realmente trasformata, l’unica via è leggere la Bibbia come Parola di Dio con un cuore aperto, chiedendo allo Spirito Santo di operare efficacemente in noi mentre la leggiamo. Dio ama essere creativo anche nel modo in cui ci parla attraverso la Bibbia; quindi, non limitare te stesso e prova a scoprire quale potrebbe essere per te il migliore approccio alla Parola di Dio.

I Tessalonicesi avevano colto la sfida e questo ha avuto delle conseguenze nella loro vita.

Soffrire a causa della Parola di Dio?

Infatti, fratelli, voi siete diventati imitatori delle chiese di Dio che sono in Cristo Gesù nella Giudea; poiché anche voi avete sofferto da parte dei vostri connazionali le stesse tribolazioni che quelle chiese hanno sofferto da parte dei Giudei… (1 Tessalonicesi 2:14)

Non dovrebbe sorprenderci che i discepoli di Tessalonica stessero vivendo lo stesso tipo di opposizione che la chiesa nella Giudea aveva affrontato fin dall’inizio e che Paolo e i suoi compagni avevano sperimentato in tutta la regione della Macedonia. Purtroppo, anche noi viviamo in una società in cui l’opposizione sta tornando ad essere sempre più la norma.

Forse ancora non ce ne accorgiamo, ma se crediamo e viviamo prendendo sul serio ciò che la Bibbia dice, arriveremo a sostenere valori diversi da quelli del mondo. Finché si parla dell’amore di Dio forse ce la caviamo, ma la maggior parte dei valori etici e morali della Bibbia sono in netto contrasto con quanto il mondo crede.

Prova una volta a condividere i valori biblici con i colleghi di lavoro, i compagni di scuola o gli amici non credenti. Fino a pochi anni fa la risposta era forse: se va bene per te, allora fai pure… ma sempre di più saremo confrontati con l’intolleranza di una società che predica la tolleranza. E, a meno che Gesù non torni presto, questa sarà solo la punta dell’iceberg.

A volte può sembrarci che la cosa più amorevole da fare sia “annacquare” il Vangelo e cercare di renderlo più appetibile. Immagino che da un punto di vista del mondo questo approccio abbia un certo senso. Magari pensiamo che se solo riuscissimo a far accettare il Vangelo a qualcuno, magari omettendo alcuni aspetti scomodi o che potrebbero sollevare obiezioni, alla fine quando finalmente sarà credente imparerà poi ad accettare anche tutto il resto.

In realtà è più probabile che accada proprio il contrario. Se cerchiamo di annacquare il Vangelo o di evitare cose che pensiamo possano offendere qualcuno, le persone finiranno col sentirsi ingannate o tradite, quando finalmente scopriranno la verità. Così non faremo altro che allontanarle da Gesù piuttosto che incoraggiarle ad accoglierlo.

Anche se dimenticherai tutto il resto di questo messaggio, io prego che tu possa capire veramente che la cosa più amorevole che possiamo fare per un’altra persona è di rimanere fedeli a tutta la verità della Parola di Dio!

Forse anche noi, come i Tessalonicesi resteremo un giorno sopresi e feriti quando le persone che finora ci stavano vicine si rivolteranno contro di noi a motivo della nostra fede. Eppure, Gesù stesso ci mette in guardia di fronte a questa probabilità dicendo:

Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. (Giovanni 15:18-19)

Grazie all’eredità cristiana su cui è stata fondata questa nazione, siamo finora sfuggiti a gravi persecuzioni nel nostro Paese, ma visto il modo in cui ci siamo allontanati dalla nostra eredità giudaico-cristiana, nel prossimo futuro ne vedremo senza dubbio sempre di più.

Se vogliamo prepararci a questa prospettiva è buono porci con sincerità una domanda: siamo pronti ad attenerci alla Parola di Dio, per quanto difficile possa essere? Ti invito a rifletterci seriamente, perché una volta che avrai preso questa decisione sono convinto che ti aiuterà ad essere sempre più pronto per il ritorno del Re.

Paolo ha detto chiaramente che l’obiettivo del suo ministero era di piacere a Dio e non agli uomini. È per questo che Paolo riusciva a fare tutto ciò che Dio gli chiedeva di fare, sapendo però anche che avrebbe dovuto lasciare decidere a Dio quali sarebbero stati i risultati della sua predicazione, come Paolo ci spiega negli ultimi due versetti.

Lascia che sia Dio a giudicare

…i quali hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, e hanno cacciato noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendoci di parlare agli stranieri perché siano salvati. Colmano così senza posa la misura dei loro peccati; ma ormai li ha raggiunti l’ira finale. (1 Tessalonicesi 2:15-16)

In questi versetti Paolo sembra essere molto duro nei confronti dei suoi connazionali e c’è chi lo accusa di antisemitismo. Ma non dimentichiamo che Paolo stesso era Giudeo e che amava il suo popolo. In quasi tutte le nuove città in cui entrò, Paolo condivise prima il Vangelo con i Giudei, recandosi nella sinagoga locale.

Qui in realtà Paolo non fa che descrivere come i Giudei come nazione si erano storicamente resi colpevoli di aver ripetutamente rifiutato la chiamata di Dio a tornare da Lui. Dio lo aveva fatto tramite i profeti nell’Antico Testamento, tramite Gesù Cristo stesso e, infine, tramite la predicazione degli Apostoli. Si erano anche resi colpevoli di impedire la diffusione del Vangelo e che altre persone conoscessero Gesù Cristo come loro Salvatore.

Questo loro atteggiamento deve aver spezzato il cuore a Paolo. Ma Paolo non si lasciò scoraggiare. Ogni volta che i suoi connazionali rifiutavano il Vangelo, Paolo si rivolgeva ai gentili, che tendevano a essere molto più ricettivi. È naturale sentirsi rifiutati e feriti quando le persone che amiamo rifiutano il Vangelo, ma dobbiamo ricordare che Dio non ci ritiene mai responsabili della risposta altrui. Abbiamo sì una responsabilità, ma è limitata!

È però anche una triste verità che prima o poi la “misura dei peccati” dell’umanità sarà colma e l’“ira finale di Dio” si riverserà su questo mondo. Paolo termina questa sezione con un chiaro avvertimento che ci ricorda quanto sia urgente il nostro compito. Anche se può essere scomodo per noi sentirlo, la verità è che coloro che si rifiutano di riporre la loro fede in Gesù vanno incontro all’ira di Dio, un’ira che inizia adesso e continua per l’eternità.

Credo che non vorremmo augurare nemmeno al nostro peggior nemico di dover subire l’ira finale di Dio. E io ringrazio il Signore di non avere la responsabilità di dover giudicare la fede degli altri, perché ricordiamoci che nessuno di noi vede nei cuori degli uomini se non Dio stesso. Il nostro compito è di seminare, piantare e annaffiare, ma sarà poi Dio a far crescere. E soprattutto sarà alla fine Dio stesso, che conosce i cuori nel profondo, a giudicare.

Le cose che abbiamo discusso oggi sono in realtà piuttosto facili da capire. Ma francamente non sono sempre facili da mettere in pratica. Abbiamo sentito che la Bibbia è la Parola di Dio che vuole operare efficacemente in noi, ma anche che siamo noi a dover permettere allo Spirito Santo di agire nei nostri cuori tramite la Parola di Dio.

Abbiamo visto quanto è importante attenerci saldamente alla Bibbia come Parola di Dio e che questo può portarci a soffrire, perché la nostra società è sempre meno tollerante nei confronti delle verità assolute espresse nella Bibbia.

E alla fine abbiamo letto che un giorno l’ira di Dio si rivelerà contro chi rifiuta di credere in Gesù Cristo come Salvatore. Anche questo pensiero può renderci tristi e farci soffrire soprattutto pensando alle persone che ci stanno più care. Ma non dimentichiamo che Dio solo conosce i cuori degli uomini nel profondo.

Ciò che però noi possiamo fare ora è chiedere allo Spirito Santo di allineare il nostro cuore a quello di Paolo e dei credenti di Tessalonica. Loro erano decisi a credere alla Bibbia come Parola di Dio a qualsiasi costo ed è questo che ha trasformato la loro vita. È questo che li ha resi pronti per il ritorno del Re ed è ciò che Dio desidera anche per ognuno di noi.

Amen

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