Pasqua e la ricerca di accettazione

19 Marzo 2023

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

Fra tre settimane è Pasqua, te ne eri reso conto? È vero, ci sono i negozi pieni di uova e di coniglietti di cioccolata, ma per il resto… Se Pasqua fosse Natale, oggi avremmo già acceso la seconda candela d’avvento e ci staremmo preparando, magari decorando in modo particolare le nostre case. A Natale celebriamo la nascita di Gesù, un evento che ci riempie di gioia, ma l’idea del Figlio di Dio sulla croce, torturato, nudo, sanguinante, come un criminale condannato a morte è tutt’altro che piacevole.

E la risurrezione di Gesù dai morti è almeno altrettanto al di là della nostra immaginazione, quanto lo è la nascita di Gesù da una vergine. La Pasqua sembra dunque essere in qualche modo una festività più impegnativa del Natale e spesso arriviamo quasi senza accorgercene al fine settimana di Pasqua. E se ce ne accorgiamo è forse anche solo perché improvvisamente la città si riempie di turisti che gira in pantaloncini corti e sandali…

Ma è un vero peccato, perché nella Pasqua risiede forse la speranza più forte e la gioia più grande che ci sia. Per questo, con la miniserie “Vivere la Pasqua in modo nuovo”, vogliamo entrare nel giusto stato d’animo per la Pasqua. Vogliamo ricercare il vero significato della Pasqua. O meglio ancora, vogliamo ricercare colui attorno al quale si gira la Pasqua: Gesù Cristo.

Inizieremo oggi con un particolare incontro tra Gesù e Zaccheo. Zaccheo era il tipico esempio di quello che i Giudei avrebbero definito una “pecora perduta” per la quale non c’era più speranza di salvezza. Se leggiamo però attentamente i vangeli, scopriremo uno schema sorprendente: Gesù cercava i peccatori e i peccatori amavano stare con Lui.

È anche ciò che avvenne con Zaccheo, che trovò la salvezza grazie all’accettazione incondizionata da parte di Gesù. Prima dovettero però accadere tre cose: Zaccheo dovette arrampicarsi su un albero, farsi largo tra la folla e invitare Gesù a casa sua. E lo stesso vale anche per noi.

Devi arrampicarti su un albero

Zaccheo… cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. (Luca 19:3-4)

Zaccheo era un uomo di successo, ma era diventato ricco grazie alla sua attività lavorativa che era decisamente mal vista dalla popolazione. Era un pubblicano, un esattore delle imposte che collaborava con i Romani riscuotendo per loro le tasse dalla popolazione e arricchendosi aggiungendo alle tasse una percentuale che finiva nelle sue tasche.

In un qualche modo Zaccheo era però particolarmente interessato a vedere Gesù, anche se non sappiamo esattamente quale profondo desiderio lo stesse spingendo. Sappiamo solo che scese in strada, ma senza alcuna possibilità di riuscire a vedere Gesù. Era talmente piccolo che la gente gli bloccava la vista. Ma la sua curiosità o il suo desiderio erano così grandi che gli venne un’idea e si arrampicò su un albero per poter guardare meglio.

A questo punto del racconto dobbiamo renderci conto che Zaccheo salendo su quell’albero pagò un altissimo prezzo. Era una cosa che avrebbe potuto fare un bambino, ma non un adulto e certamente non un adulto ricco come lui. Salendo su quell’albero Zaccheo gettò via le ultime briciole di reputazione che gli restavano, si rese ridicolo agli occhi di tutta la città.

È però ciò che dovremmo fare anche noi, perché non è possibile sperimentare l’accoglienza redentrice di Gesù senza prima salire metaforicamente sull’albero per vederlo. Salire sull’albero diventa per noi sinonimo di mettere da parte il nostro orgoglio, di non voler a tutti i costi salvaguardare la nostra dignità, ma di voler invece diventare come un bambino che non si preoccupa delle apparenze pur di vedere Gesù.

Forse può sembrarti che essere cristiano non significhi per niente dover rinunciare al proprio orgoglio o alla propria reputazione. Ed è vero se ti ritieni un cristiano di nome o per tradizione. Ma se affermi di credere che il Signore e Creatore dell’universo è entrato in questo mondo venendo da un altro mondo, che è nato in una mangiatoia e ha sconfitto le potenze del male e della morte per poi risorgere trionfalmente… beh, allora le cose cambiano!

Penso che la cosa principale che ci impedisce di accettare il Vangelo di Gesù Cristo sia il nostro orgoglio. Vogliamo preservare la nostra dignità. E quante volte la vogliamo preservare anche da credenti, quando il nostro orgoglio ci impedisce di avvicinarci a Gesù, come lo farebbe un bambino arrampicandosi su albero, per poter vedere Gesù nel mezzo dei nostri problemi e delle nostre difficoltà?

Cosa potrebbe significare per te oggi il doverti spogliare del tuo orgoglio per poter vedere, forse nuovamente, Gesù che è venuto per incontrarti? C’è qualcosa che ti impedisce di desiderare con tutto il cuore di vedere e incontrare Gesù Cristo nella tua quotidianità, nei tuoi problemi o nelle tue sfide attuali?

Devi farti largo tra la folla

Zaccheo… cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. (Luca 19:3-4)

C’era però anche un altro motivo che impediva a Zaccheo di vedere Gesù: la folla. E questa folla era una folla moralista e presuntuosa, era gente che guardava Zaccheo dall’alto in basso:

Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» (Luca 19:7)

Un secondo grande ostacolo che impedisce a molte persone di avvicinarsi a Gesù è l’opinione della gente. La folla che vide Gesù chiamare Zaccheo e seguirlo in casa sua fu scandalizzata, chiedendosi come potesse Gesù pensare di avvicinarsi a un noto peccatore come lui.

Quanto ci condiziona l’opinione della gente! Ciò che rappresenta l’opinione corrente della società su Dio e sulla fede rischia di tenerci lontani da un’esperienza intima e profonda con Gesù Cristo nella nostra vita quotidiana. O pensiamo a quanto possiamo lasciarci limitare dall’opinione di altri credenti, quando si tratta di incontrare Gesù nel modo in cui Lui decide di venirci incontro e non come gli altri pensano che questo incontro dovrebbe avvenire.

Rifletti un attimo su quanto le norme sociali o quelle comunemente accettate in chiesa influenzano il tuo modo di avvicinarti a Dio. Riesci ad essere te stesso di fronte a Dio anche quando sei con altre persone o qui in chiesa durante il culto, come quando sei da solo? È vero, Gesù stesso ci insegna a pregare ritirandoci nella nostra cameretta e chiudendo la porta, ma lo fa per preservarci dall’essere ipocriti. Se però ci lasciamo condizionare dall’opinione degli altri quando siamo davanti a Dio e non riusciamo a permettere a Gesù di venirci incontro così come Lui lo desidera, rischiamo di perderci ciò che Dio vuole darci e mostrarci.

Devi invitare Gesù a casa tua

Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. (Luca 19:5-6)

Gesù fece qualcosa di sorprendente. Si fermò e chiamò Zaccheo per nome, gli ordinò di scendere dall’albero e si autoinvitò a casa sua. Probabilmente Zaccheo si aspettava che Gesù passasse semplicemente oltre. Ma come spesso accade, Gesù vede ciò che gli altri trascurano.

Quando la gente vide Gesù fermarsi sotto l’albero e guardare Zaccheo, sicuramente si aspettava che lo riprendesse o lo condannasse. Ma Gesù non gli chiese di cambiare vita. Non lo rimproverò. Non lo giudicò nemmeno, ma gli disse semplicemente: “Oggi voglio essere tuo ospite!”. Gesù cercò il contatto, l’incontro, volle conoscerlo e capirlo. E, fatto altrettanto sorprendente, Zaccheo scese dall’albero e non esitò ad accogliere Gesù a casa sua.

Non è forse ciò che desidera ognuno di noi? Un incontro profondo con il Figlio di Dio, che Gesù ti guardi negli occhi e ti chieda di potersi fermare a casa tua, senza preoccuparsi di sapere in che stato è la tua casa. Semplicemente per essere tuo ospite, per condividere il suo cuore con te. Ascoltandoti, passando del tempo con te, comprendendoti e senza rimproveri.

Zaccheo, accogliendo Gesù a casa sua, gli permise di guardare nel suo intimo, là dove solitamente non lasciamo entrare nessuno o solo poche persone. Quando è stata l’ultima volta che hai invitato Gesù a casa tua? Che lo hai lasciato entrare nel tuo spazio intimo e che ti sei preso del tempo per ascoltare ciò che aveva da dirti?

Non possiamo farlo nel mezzo della frenesia quotidiana, dobbiamo prenderci del tempo da dedicargli. E soprattutto dobbiamo permettergli di entrare nel profondo della nostra intimità, senza paura di ciò che Gesù potrebbe portare alla luce. Sei pronto ad essere completamente nudo di fronte a Gesù? Credi che sarebbe piacevole farlo oppure temi i discorsi che Gesù potrebbe voler affrontare?

C’è magari chi stenta a fare questo passo per paura che Dio possa pretendere troppo da lui, per paura di perdere la sua libertà o il controllo della propria vita. Altri ancora hanno paura di deludere Dio o di non meritarsi le sue attenzioni. O c’è chi ha paura di essere deluso anche da Dio dopo le innumerevoli delusioni che già ha subito durante tutta la sua vita.

Ma non hai motivo di temere. Come Gesù ha alzato gli occhi verso Zaccheo e lo ha chiamato per nome, oggi chiama anche te. Ti chiama anche se lo hai tenuto un po’ troppo a distanza per paura di deluderlo o di essere deluso, per paura di perdere le tue libertà o semplicemente per puro egoismo. Accoglilo e la tua vita sarà trasformata, come lo fu quella di Zaccheo.

Il giorno seguente

Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d’Abraamo; perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto». (Luca 19:8-10)

L’incontro con Gesù ha trasformato la vita di Zaccheo. Purtroppo, il testo non ci dice che cosa è stato a convincere Zaccheo. È stato ciò che Gesù gli ha detto o semplicemente il calore e l’interesse che ha dimostrato nei suoi confronti? Dalla reazione spontanea di Zaccheo, che diede la metà dei suoi beni ai poveri e che restituì quattro volte tanto a chiunque aveva estorto soldi, possiamo però essere certi che il suo cuore è stato toccato dallo Spirito Santo.

Quello è stato il modo di Zaccheo per mostrare gratitudine a Gesù e per dimostrare che il suo cuore era veramente cambiato. E lo capiamo dal fatto che Gesù non lo chiamò ladro imbroglione, anche se possiamo essere certi che sapesse molto bene chi fosse Zaccheo, bensì “figlio d’Abraamo”, o potremmo anche dire una persona vicina al cuore di Dio.

Il significato del nome Zaccheo è “il puro”, ma un’altra possibile traduzione è “Dio si ricorda”. Paradossalmente le sue scelte di vita lo hanno reso impuro, ma Dio si è ricordato di lui e lo ha reso nuovamente puro! È anche questo il significato della Pasqua: la stessa potenza che risuscitò Gesù Cristo dai morti vuole trasformare ora anche la nostra vita tramite lo Spirito Santo.

E non solo la nostra, bensì anche quella delle persone che stanno attorno a noi. Quando la gente di Gerico si svegliò la mattina dopo, nulla era più come prima. La persona di Zaccheo, trasformata dall’amore di Dio, divenne la leva per trasformare un’intera città.

Con Zaccheo Gesù ha scelto proprio la persona giusta! E sono convinto che se oggi sei qui ad ascoltare questo messaggio è perché in te Gesù ha anche scelto la persona giusta. L’incontro con Gesù trasformò la vita di Zaccheo, ma portò anche a un cambiamento sociale. Ed è ciò che Dio desidera fare anche oggi attraverso ognuno di noi. Desidera trasformare la nostra vita, per poter poi trasformare un’intera famiglia, un’intera città, un’intera regione.

Sei anche tu una persona desiderosa di essere vicina al cuore di Dio e uno strumento nelle sue mani? Allora ricordati di salire sull’albero, mettendo da parte il tuo orgoglio per poter incontrare Gesù nella tua quotidianità. Ricordati anche di farti largo tra la folla, guardando a Cristo e non all’opinione delle persone, per permettere a Gesù di incontrarti così come Lui lo desidera. E, infine, ricordati di invitare Gesù a casa tua, lasciandolo entrare nel tuo spazio intimo, là dove non permetti a nessun altro di entrare, ascoltando ciò che Lui ha da dirti.

Amen

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