Saremo sempre con il Signore
Daniele Scarabel
Pastore
Alla fine del capitolo 4 di 1 Tessalonicesi notiamo un importante cambiamento di argomento. Finora Paolo si era concentrato su questioni etiche e di comportamento pratico dei credenti, mentre ora, rendendosi conto che i credenti tessalonicesi avevano bisogno di ulteriori insegnamenti sul ritorno di Gesù e, in particolare, su ciò che accade ai cristiani che muoiono prima del ritorno di Gesù, Paolo si rivolge ora a queste questioni di vitale importanza.
I Tessalonicesi erano chiaramente in attesa del ritorno di Cristo e sapevano, perché Paolo glielo aveva insegnato, che al ritorno di Gesù i credenti ancora in vita avrebbero incontrato il Signore, ma non sapevano quale sarebbe stata la sorte dei loro compagni di fede che erano nel frattempo già morti. Si sarebbero forse persi questo grandioso evento?
La loro domanda indica che questo era un argomento che non comprendevano appieno. È probabile che Paolo, avendo dovuto lasciare improvvisamente la città, non fosse riuscito a insegnare loro tutto quello che avrebbero dovevano sapere.
L’obbiettivo principale di Paolo con la sua risposta fu, dunque, di rassicurarli e di dire loro che non avevano motivo di preoccuparsi. Questo insegnamento è però altrettanto importante per noi. Paolo ha esortato i credenti di Tessalonica a usare ciò che ha scritto su questi eventi futuri per incoraggiarsi a vicenda. Ed è ciò che dovremmo fare anche noi.
I morti in Cristo risorgeranno
Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. (1 Tessalonicesi 4:13-14)
Ci sono molti argomenti riguardo la fede dei quali non dovremmo essere nell’ignoranza. Conoscere la verità biblica è ciò che ci dà un fondamento sul quale stare saldi anche nel mezzo delle avversità. Soprattutto quando si tratta di cose eterne. Il rapimento della Chiesa e la risurrezione dei morti è una di quelle dottrine importanti perché riguarda il nostro futuro e anche perché ci dona una forte speranza.
Come detto inizialmente, la preoccupazione dei Tessalonicesi riguardava “quelli che dormono” e questa non è altro che un’espressione metaforica per indicare che la morte, per i cristiani, è solo temporanea, proprio come è temporaneo il sonno. E il motivo è semplice: mentre per noi la morte sembra essere qualcosa di definitivo, per Dio non è assolutamente un problema riportare in vita qualcuno, che sia morto da poche ore, da qualche giorno o da molti anni.
Forse anche tu ti sei già chiesto che cosa accade quando un credente muore. Alcuni credono, basandosi anche su questo versetto, che quando i credenti muoiono, piombino in uno stato di esistenza inconscia e che la prossima cosa di cui avranno coscienza sarà quando Cristo ritornerà e li risusciterà a vita eterna. Definiscono questo stato il “sonno dell’anima”.
La Bibbia non insegna però nulla di tutto ciò. Al contrario, la Bibbia descrive l’esperienza del credente dopo la morte come una comunione consapevole ed eterna con Cristo. Una volta che il credente è morto, anche se il suo corpo fisico rimane nella terra ed è sepolto, al momento del decesso l’anima (o spirito) di quel credente va immediatamente e gioiosamente alla presenza di Dio.
Tuttavia, Dio non lascerà i nostri corpi morti sulla terra per sempre, perché al ritorno di Cristo le anime dei credenti saranno riunite ai loro corpi, i loro corpi saranno risuscitati dai morti e vivranno con Cristo in eterno. Paolo ci dice che, esattamente come Cristo è risuscitato dopo la sua morte, “Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati”.
Dio risusciterà il nostro corpo mortale e lo trasformerà in un corpo incorruttibile, poi trasporterà quel corpo in cielo dove si riunirà all’anima per incontrare il Signore (1 Corinzi 15:51-52). Questa verità è di enorme conforto per chiunque è in lutto per la perdita di una persona cara che ora è con Cristo.
È bene e giusto piangere con coloro che piangono ed è anche normale soffrire per la perdita di coloro che ci hanno preceduto alla presenza di Cristo, ma non dovremmo mai essere così addolorati per la scomparsa di una persona che è morta credendo in Cristo, come coloro che non hanno questa speranza.
Noi abbiamo una speranza in Cristo e la certezza che un giorno il pianto si trasformerà in sorriso, che la tristezza sarà sostituita dalla gioia e che Dio stesso asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi. Come cristiani abbiamo una speranza gloriosa: poiché Cristo è risorto dalla morte in eterno, anche noi risorgeremo.
Ci credi anche tu? Riesci a pensare con gioia al giorno in cui rivedrai i tuoi cari? Riesci a immaginare con gioia il giorno in cui Cristo ti risusciterà e otterrai un nuovo corpo?
Cristo scenderà dal cielo
Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; (1 Tessalonicesi 4:15-16)
In sostanza, tutto ciò che Paolo intende dire qui è che i cristiani che saranno vivi alla “venuta del Signore” non avranno alcun vantaggio rispetto ai credenti che saranno già morti prima di quell’evento. Il tutto avverrà con una sequenza ben precisa. Un giorno, Dio stesso emanerà un ordine tramite un arcangelo, che con il suono della tromba di Dio darà il via a uno degli eventi più straordinari del futuro: il ritorno di Cristo sulla terra.
Durante la sua vita sulla terra Gesù non ha fatto dichiarazioni su un eventuale rapimento della chiesa, se non una vaga allusione quando disse: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3), ma ha dato una rivelazione diretta a Paolo su questo argomento.
La rivelazione speciale ricevuta da Paolo riguardava la venuta del Signore che sarebbe stata preceduta da due eventi: la risurrezione dei credenti defunti e il rapimento dei credenti ancora in vita. Paolo include sé stesso tra i “noi viventi” perché credeva che il ritorno del Signore potesse avvenire in qualsiasi momento della sua vita. Alla fine, è forse rimasto deluso, ma non si sbagliava. Ogni generazione di cristiani ha il diritto di aspettarsi che il Signore venga presto.
Il segnale di partenza per questo evento sarà dato dal Signore stesso e sarà il segnale per la chiesa di prepararsi al rapimento. Gesù chiamerà la sua Chiesa a stare con Lui per sempre, proprio come un generale radunerebbe i suoi soldati. L’ordine di Gesù risuonerà con l’autorità di un arcangelo, un angelo di rango elevato, il più alto di tutti gli angeli.
La parola greca che Paolo usa qui per riferirsi alla venuta del Signore è “parousia”. Nel mondo greco-romano, questo termine veniva talvolta utilizzato per descrivere la visita ufficiale di un sovrano in una città. Tali visite erano eventi importanti e la città organizzava grandi festeggiamenti in onore del re in visita. I funzionari importanti della città e i cittadini uscivano per andargli incontro e per scortarlo in città in una processione gloriosa.
È questa immagine ben conosciuta che Paolo aveva usato per spiegare ai Tessalonicesi ciò che sarebbe successo. E questo è probabilmente anche il motivo del loro fraintendimento. Si chiedevano: ma se i nostri fratelli sono deceduti e i loro corpi si trovano sottoterra, si perderanno forse il privilegio e l’onore di andare incontro al Messia?
Paolo mette a tacere questa preoccupazione, dicendo loro che quelli che sono vivi non precederanno “quelli che si sono addormentati”. Anzi, i credenti che sono morti incontreranno Cristo per primi e parteciperanno anche loro a questo evento glorioso.
Cristo tornerà “nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo”, come promesso dai due uomini in vesti bianche che apparvero ai discepoli dopo che Gesù fu asceso al Padre (Atti 1:11). E con Lui ci sarà un esercito di credenti che lo accompagnerà.
Se Gesù tornerà prossimamente, con Lui ci saranno anche tutti i nostri cari che sono già morti confidando in Cristo. Che effetto ti fa immaginare questa scena?
La Chiesa verrà rapita per incontrare il Signore
Poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole. (1 Tessalonicesi 4:17)
Secondo Paolo, dopo che i morti in Cristo saranno risuscitati, anche coloro che saranno ancora in vita verranno “rapiti” insieme a loro. Il termine “rapire” significa letteralmente afferrare, strappare, portare via con la forza. La particolarità starà proprio nel fatto che, al contrario di quando i dignitari e i cittadini andavano incontro a un re per condurlo in città, in questo caso sarà il Re stesso a prendere l’iniziativa, chiamandoci con tutta la sua potenza e la sua gloria.
Avverrà, senza preavviso, che Gesù stesso porterà via con forza la sua Chiesa dalla terra e così tutti i credenti, quelli ancora in vita e quelli già morti saranno riuniti “nell’aria”, quindi nell’atmosfera terrestre, nello spazio tra la terra e il cielo. A quel punto “tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba” (1 Corinzi 15:51-52). Tutti i credenti, anche quelli ancora in vita, riceveranno nuovi corpi trasformati e incorruttibili.
Il luogo d’incontro con il Re è al di fuori della nostra portata e potrà essere raggiunto solo grazie all’intervento del Signore stesso. Ed è proprio questo l’aspetto centrale che renderà così straordinario questo evento: Cristo, il Re, il Signore, ci concederà l’onore di partecipare attivamente al suo ritorno trionfale sulla terra.
L’idea del Rapimento spaventa alcuni, che magari si chiedono: “E se io sarò dimenticato?”. Ma se tu credi in Cristo non hai motivo di temere. A meno che il rapimento avvenga prima, tutti i credenti dovranno affrontare la morte fisica, ma non affronteranno mai la morte eterna, perché “non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” (Romani 8:1). I cristiani passano alla vita eterna nel momento in cui accettano Cristo. Questa è la nostra grande speranza e possiamo dunque guardare con gioia al giorno in cui incontreremo il Re.
Questo non toglie però nulla a ciò su cui Paolo insiste ripetutamente in questa lettera: comportatevi e vivete in modo da essere pronti in qualsiasi momento all’incontro della vostra vita, all’incontro con il vostro Re e Signore. Credo che chiunque sarebbe eccitato e desideroso di mostrarsi dal lato migliore se sapesse che sta per incontrare una persona molto importante, quanto più al pensiero di incontrare in Re dei re e il Signore dei signori?
Se viviamo questa vita cercando di piacere al Signore, non ci presenteremo di fronte a Lui a mani vuote, perché porteremo a Cristo noi stessi, le nostre vite santificate e dedicate a piacere a Dio. Offriremo a Cristo le nostre opere che avranno portato frutto eterno!
La conseguenza di questo incontro con Cristo sarà che “saremo sempre con il Signore”. Se fino ad ora abbiamo vissuto “in Cristo”, da quel momento in poi vivremo “con il Signore”. E questo, posso garantirvi che sarà qualcosa di eccezionale e al di fuori di ogni nostra immaginazione. Sei consapevole dell’onore di cui godremo nell’accompagnare il Re vittorioso che torna per stabilire il suo regno?
Per questo, Paolo conclude questa parte della lettera con la forte esortazione: “Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”. So che non tutti i cristiani interpretano gli eventi futuri esattamente come l’ho fatto io oggi, ma a prescindere da come crediamo che saranno le tempistiche esatte del ritorno di Cristo, non dovremmo scordare che, in un modo o nell’altro, ciò a cui andiamo incontro è l’eternità che passeremo tutti assieme con il nostro Signore.
Quale aspetto di questi eventi futuri ti ha colpito maggiormente? Che i morti in Cristo risusciteranno e riceveranno un nuovo corpo incorruttibile? Che la Chiesa verrà rapita per incontrare Cristo? Che il Re ci vuole con sé per scortarlo sulla terra? Che saremo per sempre con il Signore? Incoraggiamoci a vicenda mentre vediamo che il giorno si avvicina.
Amen