Tale padre tale figlio

5 Maggio 2024

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Daniele Scarabel

Daniele Scarabel

Pastore

La scorsa settimana abbiamo concluso la storia del primo dei quattro patriarchi, Abraamo, il padre della fede e la cui vita è stata per molti versi ricca di alti e bassi. Osservando ora suo figlio Isacco, vedremo che la sua vita rende perfettamente onore al detto: tale padre, tale figlio, nel bene e nel male. Molte delle qualità che abbiamo imparato ad amare di Abraamo le vediamo anche in Isacco, ma purtroppo vedremo anche molte delle cose che Abraamo, come padre, avrebbe certamente voluto evitare che si ripetessero nella vita dei suoi figli.

Anche la storia di Isacco, come quella di Abraamo, ci mostra come il camminare con Dio non sia né lineare né semplice. Ci rivedremo forse nella sua storia per il fatto che anche noi siamo in parte stati condizionati dalle circostanze nelle quali siamo cresciuti o dall’esempio positivo o negativo dei nostri genitori. Oggi impareremo però anche a riconoscere che portiamo noi stessi la responsabilità per ciò che ne facciamo della nostra vita e, soprattutto, di riconoscere l’agire di Dio dietro tutte le circostanze che hanno segnato e che segnano la nostra vita.

Ma guardiamo ora alla vita di Isacco e a come Dio ha interagito con lui…

Il fallimento privato di Isacco

Partiamo da Genesi 25 con il racconto della nascita di due gemelli a Isacco e Rebecca:

Il primo che nacque era rosso e peloso come un mantello di pelo. Così fu chiamato Esaù. Dopo nacque suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esaù e fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando Rebecca li partorì. (Genesi 25:25-26)

Esaù significa letteralmente “peloso” o “dalla folta capigliatura”. Inoltre, era rosso, in ebraico Edom, e da qui il nome dei suoi discendenti, gli Edomiti. Giacobbe deriva invece da un termine che significa “prendere per il tallone” o “ingannare”, perché teneva per il calcagno suo fratello durante la nascita e divenne pure un grande ingannatore. I due fratelli erano anche molto diversi fra di loro, portando i genitori a commettere alcuni errori nell’educazione:

I due bambini crebbero; Esaù divenne un esperto cacciatore, un uomo di campagna, e Giacobbe un uomo tranquillo che se ne stava nelle tende. Isacco amava Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto. Rebecca invece amava Giacobbe. (Genesi 25:27-28)

Isacco, in particolare, spinse col suo cattivo esempio i due ragazzi ad imitare i suoi peccati in età adulta. Giacobbe ripeterà l’errore del favoritismo di suo padre, mentre Esaù ripeterà l’errore del padre di indurire il proprio cuore verso le cose di Dio: disprezzando la sua primogenitura, come vedremo fra qualche settimana, e anche sposando due donne pagane che “furono causa di profonda amarezza per Isacco e per Rebecca” (Genesi 26:35).

Il testo ci induce anche a pensare che la sua fu pure una ribellione spirituale, perché non riuscì ad accettare la volontà di Dio per i suoi figli. Quando infatti Rebecca, in preda a una difficile gravidanza e spinta dalla disperazione, si rivolse in preghiera a Dio, la sua risposta le rivelò che la lotta che lei percepiva nel suo grembo anticipava il futuro agonismo tra i due figli:

Il SIGNORE le disse: «Due nazioni sono nel tuo grembo e due popoli separati usciranno dal tuo seno. Uno dei due popoli sarà più forte dell’altro, e il maggiore servirà il minore». (Genesi 25:23)

Per chi di voi ha più figli, sa che è normale provare più affinità per un figlio piuttosto che per un altro. Può essere per una questione di carattere, per interessi in comune o per particolari esperienze avute insieme… Ma il problema è che Isacco non provò nemmeno a intraprendere qualcosa con Giacobbe per avvicinarsi almeno un po’ a lui.

Da questa storia vediamo quanto complesso può essere il ruolo di un genitore, soprattutto se desidera fare la volontà di Dio. Perciò, se ti accorgi che tendi a favorire un figlio piuttosto che un altro, chiedi al Signore di aiutarti a mantenere un sano rapporto con tutti i tuoi figli e prega per la tua relazione con ognuno di loro. Se pensi di aver commesso errori come genitore in questo campo chiedi perdono, a Dio innanzitutto e anche ai tuoi figli se necessario.

E se come figlio o figlia hai sofferto perché i tuoi genitori hanno, secondo te, mostrato favoritismo a tuo fratello o tua sorella, ricorda che sei unico e prezioso agli occhi di Dio e che non saranno i limiti educativi dei tuoi genitori a impedirti di diventare l’uomo o la donna che Lui ha previsto.  Se soffri per i peccati dei tuoi genitori, sia perché ne sei stato vittima, sia perché li vedi ripetersi nella tua stessa vita, sappi che con l’aiuto dello Spirito Santo puoi spezzare ogni legame con eredità negative o con peccati generazionali nel nome di Gesù Cristo.

Abbraccia la tua nuova identità in Cristo! Nessuno ti chiede di giustificare gli errori dei tuoi genitori o le ingiustizie che hai subito, ma io ti invito a lasciare andare il rancore e a perdonarli, perché solo così sarai libero di seguire la tua propria strada con Dio e di non ripetere gli stessi errori!

Il fallimento pubblico di Isacco

Purtroppo, anche la vita pubblica di Isacco fu un discreto fallimento. Quando una carestia costrinse Isacco a spostarsi, lui e la sua famiglia si stabilirono a Gherar, paese governato da Abimelec re dei Filistei. Abimelec era probabilmente un titolo e quindi si tratta di un altro re rispetto a quello che incontrò Abraamo. Ed ecco ciò che accadde:

Quando la gente del luogo gli faceva delle domande intorno a sua moglie, egli rispondeva: «È mia sorella», perché aveva paura di dire: «È mia moglie». «Non vorrei», egli pensava, «che la gente del luogo mi uccida, a causa di Rebecca». Infatti lei era di bell’aspetto. (Genesi 26:7)

Se ora ti sembra di aver già letto qualcosa di simile in precedenza, è perché è proprio così. Isacco commise esattamente lo stesso errore di suo padre Abraamo seguendo il suo cattivo esempio. Abimelec scoprì però l’inganno e ne fu parecchio irritato. La vigliaccheria di Isacco aveva messo a rischio l’intero regno di violare un matrimonio, cosa che persino in una nazione pagana di quell’epoca pare fosse considerato un grave errore.

In seguito, a causa di forti tensioni tra i due popoli che spinsero i Filistei a riempire di terra i pozzi d’acqua già scavati da Abraamo, Abimelec si sentì minacciato da Isacco e lo mandò via. Così Isacco si stabilì nella valle di Gherar, dove sorsero però altri conflitti a causa di nuovi pozzi d’acqua scavati dai servi di Isacco, costringendolo a stabilirsi ancora più lontano. A un certo punto Abimelec tornò però da Isacco per stringere un’alleanza con lui e per assicurarsi che Isacco non avrebbe usato la sua ricchezza e il suo potere per fare del male ai Filistei.

Vediamo dunque che Isacco si era creato una certa reputazione negativa agli occhi del mondo e che anche la sua vita pubblica era un disastro. È stato disonesto nelle sue relazioni commerciali e dovette essere rimproverato da un re pagano per aver mentito. La vita di Isacco sembra un totale fallimento; eppure, questo è l’uomo che avrebbe dovuto ricevere le benedizioni dell’alleanza che Dio strinse con suo padre Abraamo!

Il problema è che, se ci limitiamo a guardare superficialmente alla vita di Isacco, vedremo solo i suoi fallimenti e ci sfuggirà tutto ciò che Dio stava operando dietro le quinte. In Ebrei 11 anche Isacco è infatti descritto come uomo di fede, perché come vedremo fra qualche settimana, dopo aver benedetto Giacobbe al posto di Esaù, accettò finalmente la volontà di Dio. Lo stesso vale anche per te: se guardi solo ai tuoi fallimenti non riuscirai a vedere la mano di Dio che agisce dietro le quinte. E credimi lo sta facendo anche nella tua vita!

Dio agisce dietro le quinte

Ora non so voi, ma questo è proprio il tipo di storia che ho bisogno di sentire. Ho bisogno di sapere che, nonostante i miei problemi, nonostante le mie mancanze, Dio può ancora usare un uomo come me. Le Scritture riportano spesso episodi di Dio che usa le persone nonostante loro stesse. E così, anche se la nostra vita può assomigliare molto a quella di Isacco, dobbiamo sapere che Dio è ancora coinvolto nella nostra vita.

E, ironia della sorte, fu proprio il re pagano Abimelec a vedere l’opera di Dio nella vita di Isacco. Infatti, gli disse dapprima: “Noi abbiamo chiaramente visto che il SIGNORE è con te” (Genesi 26:28) e poi ancora: “Tu sei ora benedetto dal SIGNORE” (Genesi 26:29). Nonostante i suoi fallimenti e la sua disobbedienza, Dio era ancora all’opera nella vita di Isacco e Abimelec se n’era reso conto! Ti è mai capitato di fare un’esperienza simile? A me sì!

A volte è proprio così che devono essere altre persone ad aprirci gli occhi per l’opera di Dio nella nostra vita. Come successe a Isacco, spesso anche noi fatichiamo a vedere tutta la nostra vita nel suo insieme, perché ci concentriamo solo su ciò che abbiamo davanti. E così in quei momenti non riusciamo a chiederci: “Dov’è Dio? Cosa sta facendo Dio nella mia vita? Perché mi sta accompagnando in questo mio difficile percorso? Che cosa sta facendo per plasmarmi e modellarmi per essere sempre più simile a suo figlio Gesù Cristo?”.

Se osserviamo nuovamente i due capitoli di oggi, vedremo che Dio è sempre stato coinvolto nella vita di Isacco. Basta guardare a come Dio rispose alla sua preghiera per sua moglie Rebecca che, come sua madre Sara, era sterile:

Isacco implorò il SIGNORE per sua moglie Rebecca, perché ella era sterile. Il SIGNORE l’esaudì e Rebecca, sua moglie, concepì. (Genesi 25:21)

Un altro esempio lo vediamo quando Isacco andò a Gherar in seguito a una carestia e il Signore gli rinnovò le promesse che fece ad Abraamo:

Il SIGNORE gli apparve e gli disse: «Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò. Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abraamo tuo padre. Moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e darò alla tua discendenza tutti questi paesi; tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza». (Genesi 26:2-4)

Dio promise ad Isacco che sarebbe stato con lui e che lo avrebbe benedetto. E non solo in futuro, ma anche nel presente. Infatti, nonostante Isacco scelse di mentire riguardo all’identità di Rebecca, leggiamo dopo quell’increscioso evento “Isacco seminò in quel paese, e in quell’anno raccolse il centuplo; il SIGNORE lo benedisse” (Genesi 26:12).

Anche quando Isacco fu mandato via da Gherar, e dopo aver scavato innumerevoli pozzi d’acqua che furono o riempiti di terra o sequestrati dai Filistei, Dio lo benedisse facendogli trovare dell’acqua in un luogo al quale Isacco diede poi il nome di Rehoboth, letteralmente “luoghi ampi”, dando così onore a Dio che era provvidenzialmente intervenuto in suo aiuto. Quando poi Isacco arrivò ancora più a sud, al luogo che in seguito chiamò Beer-Sceba, leggiamo:

Il SIGNORE gli apparve quella stessa notte e gli disse: «Io sono il Dio d’Abraamo tuo padre; non temere, perché io sono con te e ti benedirò e moltiplicherò la tua discendenza per amore del mio servo Abraamo». (Genesi 26:24)

Per la seconda volta nella vita di Isacco, Dio gli confermò che le promesse fatte a suo padre Abraamo sarebbero state trasferite a lui. Ma ancora più bello è leggere la risposta di Isacco, perché questa volta seguì il buon esempio di suo padre Abraamo:

In quel luogo egli costruì un altare, invocò il nome del SIGNORE. (Genesi 26:25)

Se guardiamo al nostro incasinato cammino con Dio, se siamo onesti, vedremo che anche la nostra vita spesso assomiglia a quella di Isacco, con alti e bassi e con tutto quello che c’è in mezzo. Possiamo anche pensare che la nostra vita sia segnata dai nostri fallimenti e non riuscire a vedere oltre le nostre circostanze. Ma Dio è con noi in questo processo! E la notizia ancora più bella è che il motivo per cui Dio ci sceglie non è perché siamo così bravi o meritevoli. Anzi, è il contrario. Non solo Dio può usare persone rotte e imperfette, ma anche lo fa!

Già Isacco ha potuto vedere la fedeltà di Dio nella sua vita, ma noi la possiamo vedere ancora più chiaramente guardando alla croce, dove suo Figlio è stato sacrificato per redimerci. Se dunque tu hai scelto di riporre la tua fiducia in Cristo, a maggior ragione puoi continuare a confidare nelle promesse di Dio. Sei pronto a seguire l’esempio di Isacco invocando nuovamente e sempre di nuovo il nome del Signore?

Allora aggrappati a Lui anche se sei consapevole dei tuoi fallimenti. Anzi, in quel caso ancora di più. Perché è questo che Dio desidera. Ma ancora meglio sarebbe non allontanarti mai dalla presenza di Dio, ammettendo che hai bisogno del Signore ancora prima di permettere che il tuo peccato o il tuo egoismo ti porti a fallire!

Amen

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