Vivere nel presente in attesa del futuro
Daniele Scarabel
Pastore
Alla fine del capitolo 4 Paolo ha descritto quello che sarà l’Evento in assoluto del futuro: il rapimento della chiesa. Come abbiamo già visto, il Signore, dopo aver risuscitato i credenti nel frattempo già morti, rapirà i credenti ancora in vita per poi tornare noi tutti insieme con Lui sulla terra. Sarà un evento glorioso e spettacolare!
Ciò che però Paolo non ha detto è quando tutto ciò avverrà. Ed è anche corretto che sia così, perché da nessuna parte nella Bibbia troviamo una data precisa da cerchiare nelle nostre agende. Dio vuole piuttosto che viviamo nell’attesa che Cristo possa tornare da un giorno all’altro, perché desidera vedere i nostri caratteri trasformati dalla conoscenza della verità su quanto deve avvenire in futuro.
Quanto bene diresti di conoscere le profezie bibliche? Sono stati scritti innumerevoli libri sull’argomento, ma comprendere la profezia biblica non è evidente, in quanto molte profezie si intrecciano fra di loro e, soprattutto quelle dei profeti dell’Antico Testamento, non sono sempre facili da inserire nel giusto contesto temporale.
La Bibbia è però abbastanza chiara da permetterci di capire a grandi linee ciò che deve avvenire e questa conoscenza serve a consolarci, edificarci, incoraggiarci a vivere in santità e a darci speranza. Se come cristiani non conosciamo almeno a grandi linee le profezie bibliche, saremo instabili nella nostra vita spirituale. Faticheremo a comprendere gli inganni di Satana. Faticheremo a distinguere i falsi piani del diavolo da quelli di Dio e finiremo col farci abbindolare dai piani di globalismo e dall’unico governo mondiale che si istaurerà prima della fine.
Se pensi al ritorno di Cristo, quanto sei consapevole della possibilità che potrebbe forse coglierti di sorpresa? Quanto pensi che sia importante vivere bene il presente, in attesa di questo glorioso evento futuro? Ma vediamo cosa ci dice Paolo.
Il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte
Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. (1 Tessalonicesi 5:1-3)
Già Gesù Cristo, prima di essere rapito in cielo davanti agli occhi dei suoi discepoli, aveva affermato che “Non spetta a voi sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità” (Atti 1:7). Nessuno ha bisogno di sapere tutto sul ritorno del Signore, ma la Bibbia ci fornisce informazioni sufficienti per poter essere pronti per quel giorno.
Il “giorno del Signore” è un chiaro riferimento al giorno della parousia, ovvero del ritorno di Cristo sulla terra. L’affermazione centrale di questo passaggio è che “il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte”. Questa informazione era ben conosciuta, perché già Gesù Cristo ne aveva parlato, dicendo che quel giorno sarebbe arrivato inaspettatamente così come il diluvio ai tempi di Noè colse tutti di sorpresa (Matteo 24:36-39).
Ma chi sarà sorpreso da quel giorno? Principalmente coloro che diranno “Pace e sicurezza”, ovvero le persone che, come avvenne ai tempi di Noè, non si saranno minimamente preoccupate di dover rendere conto della propria vita al Signore. La pace nel mondo è sempre stata una fantasia dell’uomo senza Dio. Non può esserci vera pace nel mondo, senza che sia anche la pace con Dio.
Paolo non include però sé stesso e nemmeno i credenti nel suo ragionamento, perché chi confida in Cristo non avrà motivo di temere quel giorno. Il “giorno del Signore” arriverà anche per noi nel momento in cui meno ce lo aspettiamo, e forse anche in un momento poco opportuno, ma saremo comunque ripieni di gioia.
Proprio come quando alcune settimane fa è nata una bellissima bimba con ben sei settimane d’anticipo. I genitori si erano preparati all’imminente parto, eppure noi tutti siamo stati sorpresi dalla nascita prematura, anche se naturalmente la gioia è comunque stata immensa!
Per noi è importante sapere che, così come è sicuro che prima o poi la donna incinta si troverà alle prese con le doglie, è altrettanto sicuro che il nostro Signore tornerà per prenderci con sé. E questo sarà unicamente motivo di gioia. Tutti gli altri saranno però colti di sorpresa dal giudizio divino e saranno sorpresi dall’arrivo improvviso dell’ira di Dio. I non credenti non potranno evitare quel terribile evento. Non ci sarà scampo!
Ma perché Paolo ha bisogno di scrivere queste cose alla chiesa di Tessalonica? Evidentemente perché alcune persone stavano cercando di convincere i credenti che non c’era motivo di pensare al ritorno di Cristo, vista la tranquillità e la sicurezza politica che regnavano a quei tempi. Ma nei prossimi versetti Paolo ci spiega quanto è importante vivere bene nel presente in attesa degli eventi futuri.
Non dormiamo dunque come gli altri
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. (1 Tessalonicesi 5:4-7)
Ancora una volta Paolo ci ricorda quanto la conoscenza degli eventi profetici ci differenzia dal resto del mondo. Noi sappiamo che il giorno del Signore arriverà improvvisamente e abbiamo tutto il tempo per prepararci. Il del Signore, stando a molti passaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento, contiene almeno i seguenti eventi:
- Un periodo di grande tribolazione di 7 anni, come descritto dal profeta Daniele (Daniele 9).
- Il periodo che Geremia chiama “un tempo di angoscia per Giacobbe”, che si verificherà durante gli ultimi 3 anni e mezzo del periodo di tribolazione di 7 anni (Geremia 30:7).
- Il rapimento della Chiesa e il ritorno di Cristo sulla terra con i suoi santi (1 Tessalonicesi 4).
- Il Regno Millenario, quando Gesù regnerà sulla terra come Re dei re e Signore dei signori (Apocalisse 20).
- La distruzione del cielo e della terra alla fine del Millennio, prima della creazione di nuovi cieli e di una nuova terra (Apocalisse 21).
Il giorno del Signore durerà almeno 1007 anni e la Bibbia ci rivela molte cose che avverranno nel Giorno del Signore, non lasciamoci dunque sorprendere come coloro che non credono. Per questo Paolo ci esorta dicendo: “Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri”, e questo perché in Cristo siamo “figli della luce e figli del giorno”.
Nel linguaggio semitico, “essere figlio di” significa anche essere caratterizzati da quella cosa e questo per noi significa che ora che apparteniamo alla luce e al giorno, dobbiamo anche impegnarci a vivere all’altezza di ciò che Dio ha fatto di noi. Ogni cristiano è un rappresentante personale del Signore Gesù sulla terra. Siamo qui per glorificarlo attraverso la testimonianza della nostra vita e delle nostre labbra. Siamo qui per rappresentare il Signore Gesù.
Possiamo anche pensare: “Ho fallito e non merito di servirlo”. Tuttavia, noi lo rappresentiamo nel bene e nel male. Siamo i suoi ambasciatori in questo mondo. Siamo luce nel mondo perché Lui è la “luce del mondo” (Giovanni 9:5). E ricordiamoci anche che, poco dopo aver detto ai suoi discepoli che non devono sapere il giorno esatto del suo ritorno, Gesù aggiunse:
Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra. (Atti 1:8)
Per questo Paolo passa ora alle implicazioni pratiche del giorno del Signore per noi, dandoci una serie di indicazioni su come lo Spirito Santo intende operare in noi. La prima cosa che siamo in grado di fare con l’aiuto dello Spirito Santo è proprio vegliare spiritualmente.
Vegliare spiritualmente significa che non possiamo restare indifferenti alle cose spirituali e insensibili nei confronti dei valori di Dio. Quanto determinato sei a rimanere in sintonia con il piano di Dio per il futuro e per la tua stessa vita? Se pensi ai valori del mondo e li confronti con quelli di Dio, dove vedi che fatichi a rifiutare gli uni per abbracciare gli altri?
La seconda esortazione è ad essere sobri. E questo non significa che non possiamo divertirci e godere di tutto ciò che Dio ha creato per noi, ma piuttosto che lo Spirito Santo vuole aiutarci a dare il giusto valore alle cose e a non lasciarci prendere oltre misura dall’entusiasmo per le cose di questo mondo. Ciò che ci serve è un sano equilibrio, tenendo presente il futuro che ci spetta come figli del Re!
Dove ti accorgi che ti manca auto-controllo nella tua vita? In quali ambiti, di per sé sani, rischi di lasciarti prendere dall’esagerazione, cadendo così nel peccato? Presta attenzione ai sottili impulsi che ricevi dallo Spirito Santo giorno dopo giorno. Non permettere alle tenebre, che sia sotto forma di peccato, amarezza o scoraggiamento, o a qualsiasi forma di egoismo di ingannarti.
Non permettere alla tentazione di voler mettere la soddisfazione dei tuoi desideri al di sopra di ciò che Dio ha previsto per la tua vita, di prendere il sopravvento. L’autocontrollo è ciò che ci rende forti spiritualmente, per questo come cristiani dobbiamo esercitarci nel saperci frenare e moderare.
Dio ci ha dato queste rivelazioni speciali riguardo il giorno del Signore proprio per motivarci a dare il massimo in vista di quel giorno glorioso.
Perché siamo destinati a vivere insieme a Lui
Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore e preso per elmo la speranza della salvezza. (1 Tessalonicesi 5:8)
Nel giorno in cui abbiamo riposto la nostra fiducia in Gesù Cristo, abbiamo anche indossato “la corazza della fede e dell’amore e preso per elmo la speranza della salvezza”. Ogni credente indossa già questi “abiti funzionali” da soldato. E sono proprio questi abiti che Dio ha dato ad ognuno di noi a permetterci di vegliare e di essere sobri.
Fede, amore e speranza sono le tre caratteristiche centrali del credente, che Paolo aveva descritto già all’inizio della lettera. La fede è la consapevolezza della nostra appartenenza al regno della luce e il desiderio di voler vivere come figli della luce. L’amore è la dimostrazione pratica della nostra fede, è l’amore di Dio per noi e il nostro amore per Dio che ci spinge a fare volentieri e con determinazione tutte le opere che Dio ci affida. E, infine, la speranza è la certezza che tutte le promesse di Dio si avvereranno.
In quale di questi ambiti ti senti particolarmente debole o bisognoso di ricevere ulteriore forza dallo Spirito Santo? Ti incoraggio ad andare a fondo a questa domanda, tenendo però conto delle seguenti e importantissime parole di Paolo:
Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. (1 Tessalonicesi 5:9-10)
La motivazione principale per vivere nella luce in attesa del ritorno di Cristo è che abbiamo la certezza di essere stati liberati dall’ira di Dio contro il peccato. Siccome Cristo, morendo per noi, ha preso su di sé la nostra condanna, sappiamo per certo che non dovremo più affrontare l’ira di Dio.
Al contrario, otterremo la salvezza finale e definitiva come un dono che Cristo ci darà nel giorno in cui lo incontreremo. Perciò possiamo affrontare qualsiasi sfida e avversità nella nostra vita sapendo che Dio è con noi e per noi! E non importa se al momento del suo ritorno saremo ancora in vita o se saremo già morti: in ogni caso vivremo insieme con Lui.
Riassumendo potremmo dire che: Cristo tornerà all’improvviso, quando meno ce l’aspettiamo, ma siccome sappiamo che questo giorno arriverà, possiamo e dobbiamo vivere come figli della luce, con fede, amore e speranza. E tutto questo sapendo che non dobbiamo temere l’ira di Dio, perché Cristo è morto per noi! In Cristo noi già adesso viviamo con Dio e vivremo con Lui per tutta l’eternità.
E questa verità è così importante che Paolo conclude dicendo:
Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d’altronde già fate. (1 Tessalonicesi 5:11)
Perciò ricordiamoci gli uni gli altri chi siamo in Cristo. Ricordiamoci ciò che Cristo ha fatto per noi. Ricordiamoci la speranza eterna alla quale andiamo incontro. È così che riusciremo a vivere adeguatamente nel presente in attesa del glorioso futuro con Cristo.
Amen